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VITA NUOVA

DI DANTE

ALIGHIERI.

Tom. II.

A

VITA NUOVA DI DANTE · ALIGHIERI.

I

N quella parte del libro della mia memoria, dinanzi alla quale poco fi potrebbe leggere, fi truova una rubrica, la qual dice: Incipit vita nova. Sotto la qual rubrica io truovo fcritte le paro

E da notarfi fopra la Vita Nuova in univerfale, che da quefta Operetta fono ftate tolte via, non folo nell' Edizione de' Sermartelli, ma ancora in tutti i MSS. da me veduti, eccettuatone il mio, tutte quante le Divifioni o Sommarj de' componimenti poetici, per entro la medefima fparfi: le quali Divifioni, ficcome legittima opera di Dante, erano ftate da lui

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le, le quali è mio intendimento d'affemplare in quefto libro, efe non tutte, almeno la loro fentenzia. Nove fiate già appreffo al mio nafcimento era tornato il Cielo della luce, quafi ad un medefimo pun

correnza, e con particolar gentilezza, mi fa copia de' fuoi pregiatiffimi MSS. veddi, che in quel Codice erano ftate le dette Divifioni ripofte nel margine, e nel principio del libro aggiuntavi da non fo chi la feguente Nota: Maraviglierannofi molti, per quello che io avvifi, perchè iole Divifioni de' Sonetti non ho nel Tefto pofte, come l'Autore del prefente libretto le puofe. Ma a ciò rifpondo, due effere ftate le cagioni: la prima: perciocchè le divifioni de' Sonetti manifeftamente fono dichiarazioni di quegli; perchè piuttosto chiofe appajono dovere effere, che tefto: e però chiofe l'ho pofte, non tejto; non ftando l'uno coll' altro bene mefcolato. Se qui forfe dicefle alcuno e le teme de Sonetti e Canzone, fcritte da lui, fimilemente fi potrebbon dire chiofe, concioffiacofach' effe fieno non minore dichiarazione di quelli, che le Divifioni; dico, che qua lunque fieno dichiarazioni, non fono dichiarazioni per di

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chiarare, ma dimostrazione delle cagioni, che a fare lo 'nduffer i Sonetti e le Canzoni: e appare ancora, quefte dimoftrazioni essere dello intento principale ; perchè meritamente tefto fono e non chiofe. La feconda ragione è, che, fecondo ch' io ho già più volte udito ragionare a perfone degne di fede, avendo Dante nella fua giovanezza compofto questo libello: e po' effendo col tempo nella fcienza nelle operazioni crefciuto, fi vergognava aver fatto quefto, parendogli opera troppo puerile: e tra l'altre cofe, che fi dolea d'averlo fatto, fi rammaricava d'avere inchiufe le divifioni nel testo, farfe per quella medefima cagione, che muove me. Laonde io non potendolo negli altri emendare, in questo che fcritto hò n' ho voluto fodisfare l'appetito dell' Autore. Da quefta Nota fi comprende con quanta facilità altri fi porti a refecare dall'opere de' fovrani Scrittori alcuna porzione delle medefime. Già fi diffe

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nel

di

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