E chinavan gli raffi, e, Vuoi ch'io 'l tocchi (Diceva l'un con l'altro) in sul groppone? E rispondean: Sì, fa che gliele accocchi.. Sempre garrir d'ingiuriosi detti, Stracciar la faccia e far livida e nera. Un pugno gli tirò di tanto peso, Che nella gola gli cacciò duo denti. Sul capo del pastor un pugno serra. Ad Olivier, che troppo innanzi fassi, Menò un pugno sì duro e sì perverso, Che lo fe cader pallido ed esangue, Inf. xxi. 100. Ariosto, v. 2. XVIII. 85. xxx. 7. E dal naso e dagli occhi uscirgli il sangue. XXXIX. 50. (Ch'io non ti dessi qualche sergozzone... Che non toccassin qualche tentennata. Pulci, Morgante, xvi. 174.) Battesimo. Ei non ebber battesmo Quivi sto io co' parvoli innocenti, E nell'antico vostro Battisteo La donna, che per lui l'assenso diede. Inf. IV. 35. Purg. vii. 31. Par. XH. 61. Par. xv. 134. Pur. XII. 64. In sul fonte Del mio battesmo prenderò il cappello; Perocchè nella Fede, che fa conte Nè al terzo bacio era l'accese voglie. I dolci baci ella sovente xxxix. 43. Tasso, XVI. 19. XVIII. 32. (E giunse viso a viso, e bocca a bocca. Tasso, Aminta, Atto V. Sc.ult. Quando le labbra sue Giunse alle labbra mie. Nè l'api d'alcun fiore Colgon si dolce il sugo, Come fu dolce il mel ch'allora io colsi Da quelle fresche rose... Id. Atto I. Sc. 2. Baci strettamente tenaci. Id. Atto I. Sc. 1. Con desire aggiungendo labro a labro, Come tutta d'amor gli ardesse l'alma. Poliziano, Stanze, 1. 104.) Pietosa bocca, che solevi in vita Versi lo spirto mio fra i labbri tuoi. XIX. 108. Balia avere, e darsi. V. Potere avere in. Ballo. Come si volge, con le piante strette Donne mi parver non da ballo sciolte, Come da più letizia pinti e tratti Purg. xxvII. 52. Par. x. 79. Levan la voce, e rallegrano gli atti. Si volgean a ruota. E come surge, e va, ed entra in ballo Vergine lieta sol per fare onore Alla novizia, non per alcun fallo. (vanità) A sua nota moviensi. Così quelle carole, differente mente danzando. (veloci e lente) (Traean dolci carole. Tasso, Aminta, Atto I. Coro.) Bambino- V. Fantolino. Par. XIV. 19. Par. xxv. 107. Par. xxv. 103. Par. XVII. 79. Par. XXIX. 16. Barattier sovrano. Barattiere. Inf. xxii. 87. Che già per barattare ha l'occhio aguzzo. Par. xvI. 57. Vasel d'ogni froda. Barba. Inf. xxII. 82. Un vecchio bianco per antico pelo. Inf. 111.87; Inf. XII. 109. Lanose gote. (Lanose gote. Poliziano, Stanze, 1. 116.) Inf. III. 97. Lunga la barba e di pel bianco mista Portava, a' suoi capegli simigliante, De' quai cadeva al petto doppia lista. Purg. 1. 34. (I quali da destra a sinistra scendevangli sul petto a ciocche a ciocche Per lunga etate La bianca barba gli listava il petto. Fazio, Dittamondo, 1. 2- A cui la barba lista Ch'era a veder si vecchio e tanto onesto. Id. 1. 7.) Movendo quell'oneste piume. Pria... che le guance sien coperte. Colui che mo' si consola con nanna. Facea la barba indietro alle mascelle. Alza la barba. (la faccia barbuta ) Par. 1. 42. Par. xxvII. 129. Purg. XXIII. 110. Inf. xii. 77. Purg. xxxi. 67. (Ogni bontà propia in alcuna cosa, è amabile in quella; siccome nella maschiezza essere bene barbuto, e nella femminezza essere bene pulita di barba in tutta la faccia. Convito, I. 12.) Avea lunga la barba a mezzo il petto. Ariosto, II. 12. xv. 42. Di folta barba ch'al petto discorre. Quel vecchio la cui barba il petto inonda. XXXIV. 54. (Chi ha veduto la barba del Mosè di Michelangelo, più d'ogni altro potrà gustare il bello di questa metafora. Monti.) Gl'involve il mento, e su l'irsuto petto Ispida e folta la gran barba scende. Tasso, Iv. 7. XVII, 11. Per canuta Barba appar venerabile e severo. Etati grosse. (barbare) Barbaro. Che fan qui tante pellegrine spade? O diluvio raccolto Di che deserti strani Purg. XI. 93. Per inondar i nostri dolci campi... Petrarca, Canz. IV. p. 4. E se, rotando il sole i chiari rai, Qui men ch'all'altre region s'appressa, Credo ch'a noi mal volentieri arrivi, Perchè veder sì crudel gente schivi. Barca- V. Nave. Basso - V. Abbassare. Bastardo, Ariosto, v. 5. Che mal nacque. Purg, xvIII, 125 — Mulo. Inf. XXIV. Non d'altro più brutto. (delle drude e dei bastardi) 124. Par. XXII. 84. Bastare. Assai mi fu. Par. 1. 15. - Ad ogni cosa è tanto. Par.ix.9. Per la mente Ch'hanno a tanto compreder poco seno, Battere. Alla man destra vidi nuova piéta; Di qua, di là, su per lo sasso tetro Ahi come facén lor levar le berze Inf. xxviii. 5. E chinavan gli raffi, e, Vuoi ch'io 'l tocchi Un pugno gli tirò di tanto peso, Sul capo del pastor un pugno serra. Ad Olivier, che troppo innanzi fassi, Menò un pugno sì duro e sì perverso, Che lo fe cader pallido ed esangue, Inf. xxi. 100. Ariosto, v. 2. XVIII. 85. xxx. 7. E dal naso e dagli occhi uscirgli il sangue. XXXIX. 50. (Ch'io non ti dessi qualche sergozzone... Che non toccassin qualche tentennata. Pulci, Morgante, xvш. 174.) Battesimo. Ei non ebber battesmo E nell'antico vostro Battisteo La donna, che per lui l'assenso diede. Inf. IV. 35. Purg. vii. 31. Par. XII. 61. Par. xv. 134. Pur. XII. 64. In sul fonte Del mio battesmo prenderò il cappello; Perocchè nella Fede, che fa conte |