Che Dio ne intende di far cosa nova. Degli occhi suoi, come ch' ella gli muova, Che fieron gli occhi a qual che allor gli guati, E passan sì che 'l cor ciascun ritrova. Voi le vedete Amor pinto nel riso, Ove non puote alcun mirarla fiso. In lei s' accoglie d'ogni beltà luce. Dante, Canz. 11. 4. Canz. VII. 4. (In lei assembrata è ogni bellezza. Sennuccio Dal Bene. iv.) E son venuta per mostrare a vui Io fui del cielo, e tornerovvi ancora Ciascuna stella negli occhi mi piove Ballata, VIII. (Molte cose le non s'intendono, se non dagli spiriti gentili ammaestrati da amore e per virtù d'amore fatti indovini. Giuliani.) Gli atti soavi, ch'ella mostra altrui, Vanno chiamando Amor, ciascuno a prova, In quella voce che lo fa sentire. Di costei si può dire: Gentile è in donna ciò che in lei si trova, E bella è tanto, quanto a lei simiglia. E puossi dir, che'l suo aspetto giova Canz. xv. 3. Negli occhi porta la mia donna Amore. Son. 1. Tanto gentile e tanto onesta pare. Son. 17. Vede perfettamente ogni salute. Son. 18.) Chè luce della sua umilitate Passò li cieli con tanta virtute, Che fe' maravigliar l'eterno Sire. Credo che in ciel nascesse esta soprana, E venne in terra per nostra salute. Canz. VI. 2. Son. 19. (Dell'altro donne belle è ia sovrana. D. Compagni, L'Intelligenza.) Nel viso D'un Angioletta che ci è apparita. Dante, Ball. viii. (Sua angelica figura. Dante, Ballata, 1-Tenea d'angel sembianza Che fosse del tuo regno: Non mi sie fallo, s'io le posi amanza. Guido Guinicelli - Angelica figura nuovamente Dal ciel venuta a spander tua salute, Tutta la sua virtute, Ha in te locata l'alto Dio d'Amore. Lapo Gianni - Io non posso leggieramente trare Il nuovo exemplo ched ella somiglia. Quest'angela che par dal ciel venuta D'amor sorella mi sembra al parlare, Ed ogni suo atterello è maraviglia. Beata l'alma, che questa saluta! In colei si può dir che sia piovuta Allegrezza, speranza e gio' compita, Ed ogni rama di virtù fiorita - Id. Angioletta in sembianza Nuovamente è apparita. Id. - Ogni beltà tua Non fece Iddio perchè venisse meno Ma per mostrare a pieno A noi l'esempio della gloria sua. Fazio degli Uberti, vi- Questa è la donna che fu in ciel creata; Ed ora qui come cosa incarnata. Fazio. E dico nel mirar vostra beltate Questa non è terrena creatura: Dio la mandò dal ciel, tanto è novella! Cino, xiv - Angel di Dio simiglia in ciascun atto Questa giovine bella. Cino, XLVI - Angel novo del ciel quaggiù mirando. G. Casa, Son. 8. ecc. ecc.) Mentre che vegnon lieti gli occhi belli. Purg. xxvii. 136. (Beatrice degli occhi belli) Io non la vidi tante volte ancora,, Ch'io non trovassi in lei nuova bellezza; Onde Amor cresce in me la sua grandezza Tanto, quanto il piacer nuovo s' aggiugne. Quanto è nell'esser suo bella, e gentile Canz. XIII. 5. Negli atti, ed amorosa, Tanto lo immaginar, che non si posa, L'adorna nella mente, ov'io la porto. La mia sorella che tra bella e buona Canz. XII. 3. Non so qual fosse più. (Petr. Son. 71. p. 2.) Purg. xxiv. 13. Purg. XXXI. 45; Inf. v. 104. (Piacere per oggetto piacente e bello; come desiderio per la cosa cosa piacente. Son. 10-E recolo a servir nuovo piacere. Son. 4- E qual che sia piacer ch'ora n'addestra. Son. 6. Ediz. Giul.- Mirando nel piacere, S'accorse ben, che 'l suo male era nato. Canz. I. 6- Ad ogni piacer si lega e scioglie. Son. 40 - Il piacer della sua beltate. Canz. VII. 2E Cino, XLIV: Sta nel piacer della mia donna Amore. Come in sol raggio e'n ciel lucida stella E Fazio, vi. Ch'io ardeva del tuo bel piacere E Sennuccio Dal Bene, Iv - Mi fe lontano Dal vostro bel piacer ch'ognor più piace - E piacimento per bellezza e venustà: Il gran disio ch'io sento Fu nato per virtù del piacimento Che nel bel viso ogni beltà s'accoglie. Canz. XIII. 3- E questo gentile traslato piacque pure a' prosatori; onde il Boccaccio, Giorn. 11. n. 3 - Più del piacer di lui s'accese; e Giorn. VIII. n. 4- Quanti però n'adescasse e prendesse col suo piacere.) Deh, bella Donna, ch' a' raggi d'amore Ti scaldi, s'i' vo' credere a' sembianti, Che soglion esser testimon del cuore, Vegnati voglia... Sovra candido vel cinta d'oliva E lo spirito mio, che già cotanto Biondo era e bello e di gentile aspetto. La bellezza ch' io vidi si trasmoda Vidi quivi a' lor giuochi ed a' lor canti Che quantunque io avea visto davante, Par. xxvi. 43. Purg. xxx. 31. Purg. xu. 88. Purg. m. 107. Par. xxx. 16. Par. XXXI. 133. Par. XXXII. 91. Tutta è in lui. Par. xxx. 109. L'alma mia fiamma oltre le belle bella. Petr. Son. 20. p. 2. Costei ch'è tra le donne un sole. Più bella assai che 'l sole E più lucente. Son. 8. Canz. I. p. 4. (Più bella è che 'l Sole. Dino Frescobaldi - Di beltà lumera. Cino, XL. -Lucente più che stella. Sacchetti, viu.) Il fior dell'altre belle. Canz. XII. 7. (Se intra l'altre mi parete il fiore. Chiaro Davanzati - Voi, che siete fiore Sor l'altre donne. Federigo Secondo.) Famosa beltade. L'alta beltà, ch'al mondo non ha pari. Canz. 1. p. 4. Che di (Non è donna che sia Alta, si bella, e pare. Federigo n bellezza al mondo non ha pare. Cino, LXXXVIII- Ma questa è senza pare; E non so esempio dar, tanto ella è maggio. Cino, xviu- Di bellezza Che facilmente non troviamo pari. Ariosto, XXVIII. 46. ) O miracol gentile... (Dante, Son. 11.) O beltà senza esempio altera e rara. Divina incredibile bellezza. Son. 27. p. 2. Son. 203. Canz. VI. 5. Bellezze Più che in guisa mortal soavi e liete. Son. 30. Son. 31. p. 2. Ov'è l'ombra gentil del viso umano, Son. 83. (Nel vostro adorno viso riguardando. Chiaro Davanzati - Vostro adorno viso. Cino, xvi - Lo bel viso adorno. Cino. xx. - Fresco e adorno e rilucente viso. Cino, cn- Atti peregrini e adorni. Bonaccorso da Montemagno - Il suo viso adorno. Pulci. Morgante, vi 18.) Il bel viso dagli Angeli aspettato. Il viso di colei Ch'avanza tutte l'altre maraviglie. La fronte che con picciol cenno Son. 26. Canz. XII. 6. Volgea 'l mio core in questa parte e 'n quella. Son. 31. թ. 2. Il leggiadro portamento altero. (E Messer Polo; L'adorno portamento E la gaia sembianza - Dante, Son. 1. p. 2. Si forte mi rimembra Del portamento umile, Ch'allor fioriva, e poi crebbe anzi agli anni. Gli occhi sereni e le stellanti ciglia; Che fanno altrui tremar di maraviglia; Onde tolse amor l'oro e di qual vena, Canz. XII. 3. Id. St. 6. Son. 148. Di quella fronte più che 'l ciel serena? ecc. ecc. Son. 165. (L'ostro e le perle che con tanto odore Moveano leggiadre parolette. Montemagno-Poi formò voce tra perle e viole, Tal ch'un marmo per mezzo avria diviso; Soave saggia e di dolcezza piena... Poliziano, Stanze, 1. 50- Bianche perle e rubini Dove frange ed affrena Amor la voce.... Tasso, Rime.) Le trecce d'or, che devrien far il Sole D'invidia molta ir pieno; E' bel guardo sereno, Ove i raggi d' Amor sì caldi sono, Che mi fanno anzi tempo venir meno; E l'accorte parole, Rade nel mondo o sole, Che mi fer già di sè cortese dono, Mi son tolte... Le man bianche sottili, E le braccia gentili, E gli atti suoi soavemente alteri, E i dolci sdegni alteramente umili, E' bel giovenil petto, Torre d'alto intelletto. Beati gli occhi che la vider viva. (E Dante, Son. XI. Ond'è beato chi prima la vide.) Canz. III. 6, 7. Son. 44. p. 2. |