(È pur tanta la bellezza e soavità di questi versi, che non può farsi inten- dere a chi subito non la sente. E v'ha egli forse cosa più desiderabile a contemplare che il cielo quand'è tutto d'un colore azzurro fondo, sereno e puro da qualsiasi nebbia, e tale per ogni parte dove che l'occhio si - Lo cielo avvivan di tanto sereno, Che soverchia dell' aere ogni compage (densità). Par. XIII. 5. Borea da quella guancia, ond'è più leno, Perchè si purga e risolve la roffia (sozzura di vapori) Che pria turbava, sì che il ciel ne ride Inf. xxix. 60. Con le bellezze d'ogni sua paroffia (comitiva). Par. xxvIII. 79. Par. XXII. 117. Petrarca, Son. 142. Son. 201. Al dolce aere sereno, al fosco e greve. Son. 95. L'aere percosso da' lor dolci rai S'infiamma d'onestate, e tal diventa Che 'l dir nostro e 'l pensier vince d'assai. Son. 103. Son. 105. Son. 27. Affaccendarsi. Che solo a divorarlo (il pasto) intende e pugna. Inf. vi. 30. Affannarsi. In tutti i suoi pensier piange e s'attrista. Inf. 1. 57. (L'anima trista piange in lui nel core. Canz. XIV. 1; L'anima piange sì che ancor le 'n duole. id. 2; Mi pianse ogni pensiero Nella mente dogliosa. Cino, XVI; Allor si fenno li miei pensier tristi. Canz. XI. 4.) Gran duolo mi prese al cor quando lo 'ntesi. Inf. iv. 43. Del destrier che gli è tolto altri è in affanno. Ar. xi. 11. Deh, vita mia, non vi mettete in affanno Di così lieve cosa. Ora s'affligge indarno e si flagella. XXX. 35. II. 2. Inf. 1. 52. Affanno - V. Dolore. Questa mi porse tanto di gravezza. (Lo tuo ardor... Mi fa sentire al cor troppa gravezza. Canz. XII. 4. M'apparecchiava a sostener la guerra... Della pietate... Inf. 11. 4; Purg. xv. 112; Canz. XI. 5; Petr. Canz. XII, Chiusa; Son. 4; 7; 32; 34. par. II; Canz. 1. St. 4. p. 2; Trionfo Divinità, v. 140; Cino, LXXVII. Quella che mi spoglia D'ogni baldanza e veste di martiri. Canz. v. 1. (La qualità della mia vita oscura-affannata. Son. 25.- La mia mente Porto vestita d'una veste nera In segno di dolore di martiri. Fazio degli Uberti.} Per farne cruccioso (metter in affanno, rattristare) Chi d'Amor per innanzi si nutrica. Ma va via, Tosco, omai, ch'or mi diletta Troppo di pianger più che di parlare, Si m'ha nostra region la mente stretta Ballata, II. Purg. XIV. 124. (Perchè distretto Vi tien così così l'affannoso pensiero? Cino, vi. 3.) Tutto carco D'affannati pensieri. Dante, Canz. XI. 4. Canz. VIII. 2. (Pien di travaglio e di pensieri. Ariosto, xII. 11.) Tanta tempesta in me si gira. Quivi di riposar l'affanno aspetta. Mi pesa sì, che a lagrimar m'invita. Ch'io temo, lasso, no 'l soverchio affanno Purg. II. 109. Purg. IV. 95. Inf. VI. 59. Distrugga 'l cor, che triegua non ha mai. Petrarca. Son. 71. (Chè troppo affanno sotterra mia vita. Cino, LXXVIII.) Ma voi, che mai pietà non discolora, Mi vedete straziare a mille morti. Son. 29. Lo cielo avvivan di tanto sereno, Che soverchia dell' aere ogni compage (densità). Par. XIII. 5. Borea da quella guancia, ond'è più leno, Perchè si purga e risolve la roffia (sozzura di vapori) Che pria' turbava, sì che il ciel ne ride Con le bellezze d'ogni sua paroffia (comitiva). Par. xxvIII. 79. Dolce aere de' paesi toschi. Inf. XXIX. 60. Par. XXII. 117. Petrarca, Son. 142. Al dolce aere sereno, al fosco e greve. L'aere percosso da' lor dolci rai S'infiamma d'onestate, e tal diventa Son. 201. Son. 95. Che 'l dir nostro e 'l pensier vince d'assai. Affaccendarsi. Son. 103. Son. 105. Son. 27. Che solo a divorarlo (il pasto) intende e pugna. Inf. vi. 30. Affannarsi. In tutti i suoi pensier piange e s'attrista. Inf. 1. 57. (L'anima trista piange in lui nel core. Canz. XIV. 1; L'anima piange si che ancor le 'n duole. id. 2; Mi pianse ogni pensiero Nella mente dogliosa. Cino, XVI; Allor si fenno li miei pensier tristi. Canz. XI. 4.) 43. Gran duolo mi prese al cor quando lo 'ntesi. Inf. iv. (Lo tuo ardor... Mi fa sentire al cor troppa gravezza. Canz. XII. 4. M'apparecchiava a sostener la guerra... Della pietate... Inf. 11. 4; Purg. xv. 112; Canz. x1.5; Petr. Canz. XII, Chiusa; Son. 4; 7; 32; 34. par. II; Canz. 1. St. 4. p. 2; Trionfo Divinità, v. 140; Cino, LXXVII. Quella che mi spoglia D'ogni baldanza e veste di martiri. Canz. v. 1. (La qualità della mia vita oscura-affannata. Son. 25.- La mia mente Porto vestita d'una veste nera In segno di dolore di martiri. Fazio degli Uberti.) Per farne cruccioso (metter in affanno, rattristare) Chi d'Amor per innanzi si nutrica. Ma va via, Tosco, omai, ch'or mi diletta Troppo di pianger più che di parlare, Si m'ha nostra region la mente stretta Ballata, 11. Purg. xiv. 124. (Perchè distretto Vi tien così così l'affannoso pensiero? Cino, vII. 3.) Tutto carco D'affannati pensieri. Dante, Canz. XI. 4. Canz. VIII. 2. (Pien di travaglio e di pensieri. Ariosto, xu. 11.) Tanta tempesta in me si gira. Di ciò ti piaccia consolare alquanto Quivi di riposar l'affanno aspetta. Mi pesa sì, che a lagrimar m'invita. Ch'io temo, lasso, no 'l soverchio affanno Purg. II. 109. Purg. IV. 95. Inf. VI. 59. Distrugga 'l cor, che triegua non ha mai. Petrarca. Son. 71. (Chè troppo affanno sotterra mia vita. Cino, LXXVIII.) Ma voi, che mai pietà non discolora, Mi vedete straziare a mille morti. Son. 29. |