Come persona in cui dolor s'affretta, Se tu non torni? Ed ei: Chi fia dov' io, La ti farà. Ed ella: L'altrui bene A te che fia, se'l tuo metti in obblio? Ond'egli: Or ti conforta, chè conviene Ch'io solva il mio dovere, anzi ch'io muova : Giustizia vuole, e pietà mi ritiene. Purg. x. 82. Bellissimo dialogo tra Sinone e Mastro Adamo. Inf. xxx. 100. Dialogo tra il Petrarca ed Amore. Petr. Canz. vii. p. 2. Didone. L'altra è colei, che s'ancise amorosa, E ruppe fede al cener di Sicheo. La figlia di Belo. Inf. v. 61. Par. IX. 97. Dietro. Ti verrò a' panni. Giù t'acquatta Dopo uno scheggio. Inf. xv. 40. Inf. xxi. 9. Gente che tu, che (N' andava l'un dinanzi e l'altro dopo. Inf. xxın. 2. dopo Le nostre spalle a noi era già volta. Purġ. XVIII. 89. · vai, non per esser più tardo, Ma forse reverente, agli altri dopo. Purg. XXVI. 16. Dopo dosso. Par. 11. 100. Dopo la qual gridavan tutti. Canz. IV. 5- Penitenza e dolor dopo le spalle. Petrarca, Tr. Am. iv. 118Che quant' io vidi 'l Tempo andar leggero Dopo la guida sua. Trionfo, Tempo, 46.) Difendere. Colui che la difese a viso aperto. (E come a volto aperto difese. Fazio, Dittam. 11. 28.) Aiutami da lei, famoso saggio. Differente. E che altro è da voi all' idolatre. E forse sua sentenzia è d'altra guisa Che la voce non suona. Fatto singular dall'altra gente. Inf. x. 93. Inf. 1. 87. Inf. XIX. 113. Par. iv. 55. Petr. Son. 24. p, 2. (Che fa l'uom singular dell'altra gente. Malatesta Malatesti. } Difettoso. Disiar... senza frutto. Purg. II. 4. Per far sempre mai verdi i miei desiri. Petrarca, Son. 107. Egli è già là che null'altro il precorre. Mentr'io portava i be' pensier celati C'hanno la mente desiando morta. Desir che 'l cor distrugge. Del non esser qui si strugge e langue. Son. 10. p. 4. Ballata, I. Son. 36. Son. 10. p. 4. Che può far che 'l desir non la consumi. Ariosto, xxv. 33. Voglia obliqua. Di gran disio compunto. Destra. XXI. 19. Tasso, 1. 73. In sulla gota Destra si volse indietro. Inf. xv. 97.- Alla destra mammella. Inf. xvII. 31. - Dal destro canto. Inf. Ix. 47. Alla man destra. Inf. xviii. 22; Inf. xxii. 129. – Dalla mia destra parte. Par. 1. 110. - Fece del destro lato al mover centro. Purg. XIII. 14-In ver lo destro lato Inf. xvi. 112. A' tuoi destri confini. Inf. xxx. 93. Determinare. Luogo certo non c'è posto: Licito m'è andar suso ed intorno. Dialogo. Ed io Maestro mio, or qui m'aspetta, Lo Duca stette: ed io dissi a colui Or tu chi se', che vai per l'Antenora Ed egli a me... La miserella infra tutti costoro Parea dicer: Signor, fammi vendetta Del mio figliuol ch'è morto, ond'io m'accoro. .. Ed egli a lei rispondere: Ora aspetta Purg. vII. 40. Inf. xxxII. 82. Come persona in cui dolor s'affretta, Se tu non torni? Ed ei: Chi fia dov' io, La ti farà. Ed ella: L'altrui bene A te che fia, se 'l tuo metti in obblio? Ond'egli: Or ti conforta, chè conviene Ch'io solva il mio dovere, anzi ch'io muova: Giustizia vuole, e pietà mi ritiene. Purg. x. 82. Bellissimo dialogo tra Sinone e Mastro Adamo. Inf. xxx. 100. Dialogo tra il Petrarca ed Amore. Petr. Canz. vii. p. 2. Didone. L'altra è colei, che s'ancise amorosa, E ruppe fede al cener di Sicheo. La figlia di Belo. Inf. v. 61. Par. ix. 97. Dietro. Ti verrò a' panni. Giù t'acquatta Dopo uno scheggio. Inf. xv. 40. Inf. xxi. 9. Gente che (N' andava l'un dinanzi e l'altro dopo. Inf. xxın. 2. dopo Le nostre spalle a noi era già volta. Purg. xvii. 89. - O tu, che vai, non per esser più tardo, Ma forse reverente, agli altri dopo. Purg. XXVI. 16. Dopo dosso. Par. 11. 100. Dopo la qual gridavan tutti. Canz. IV. 5- Penitenza e dolor dopo le spalle. Petrarca, Tr. Am. iv. 118Che quant' io vidi 'l Tempo andar leggero Dopo la guida sua. Trionfo, Tempo, 46.) Difendere. Colui che la difese a viso aperto. (E come a volto aperto la difese. Fazio, Dittam. 11. 28.) Aiutami da lei, famoso saggio. Differente. E che altro è da voi all' idolatre. E forse sua sentenzia è d'altra guisa Che la voce non suona. Fatto singular dall'altra gente. Inf. x. 93. Inf. 1. 87. Inf. xix. 113. Par. iv. 55. Petr. Son. 24. p, 2. (Che fa l'uom singular dell' altra gente. Malatesta Malatesti. ) Difettoso. Difficile. Non ti parrà nuova cosa nè forte. Par. xvi. 77. Non fora, disse, questo a te sì agro. Purg. xxv. 24. Inf. xxxII. 15; Purg. xxv. 27. Ma or ti s'attraversa un altro passo Dinanzi agli occhi tal, che per te stesso Non n'usciresti, pria saresti lasso. Sovra mia veduta Vostra parola disiata vola, Se li tuoi diti non sono a tal nodo Sufficienti. L'altra vuol troppa D'arte e d'ingegno avanti che disserri, Dighe. Par. iv. 91. Purg. xxxш. 83. Par. XXVII. 58. Purg. IX. 124. Quale i Fiamminghi tra Guzzante e Bruggia, Temendo 'l fiotto che in ver lor s'avventa, Fanno lo schermo, perchè 'l mar si fuggia. Dileguarsi. Si dileguò, come da corda cocca. Mi si velar di subita distanza. Fuggio, come tuon che si dilegua. E come questa immagine rompeo Sè per se stessa, a guisa d'una bulla Cui manca l'acqua sotto qual si feo. Inf. xv. 4. Inf. xvm. 136. Par. vii. 8. Purg. XIV. 134. Purg. xvII. 31. Dimandare. E dimanda, ne fei con prieghi mista. Purg. xiv. 75. Purg. xx. 107. (Ditemel, s'a voi piace, in cortesia. Dante, Son. 15.) Dimanda ingorda. Lo Duca mio gli s'accostò allato, Tal era io, con voglia accesa e spenta I'mi tacea, ma il mio disir dipinto La voce tua sicura, balda e lieta Suoni la volontà, suoni il desio. Par. xv. 67. Perchè mia Donna: Manda fuor la vampa Del tuo disio, mi disse, sì ch'ell' esca Segnata bene dell'interna stampa. Par. xvii. 7. lo stava come quei che in sè repreme La punta del disio, e non s'attenta Ed: Ella ov'è? di subito diss'io. E volgeami con voglia riaccesa Lo troppo dimandar, ch'io fo, gli grava. Dimandar conto. Ogni di ne dimanda a più di cento, Nè alcun le ne sa mai render ragioni. Orlando entrò nell'amorosa inchiesta. E si domandan l'un con l'altro il nome; Par. XXII. 25. Par. XXXI. 64. Par. xxxi. 55. Ariosto, vII. 35. IX. 7. |