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(Notisi come in questi versi sian ben distinti dal poeta filosofo, nella proprietà delle appellazioni, i santi affetti di natura.)

L'affetto... che non si puote Torcer giammai ad alcuna nequizia. Là, dove appetito non si torce.

Il malo amor... Fa parer dritta la via torta. Che tu conservi sani... gli affetti suoi... Vinca tua guardia i movimenti umani.

Par. vi. 122.

Par. XVI. 5.

Purg. x. 2.

Par. XXXIII. 34.

L'affetto traluce nel sembiante.

Come si vede qui alcuna volta
L'affetto nella vista, s'ello è tanto
Che da lui sia tutta l'anima tolta;
Così nel fiammeggiar del fulgor santo,
A cui mi volsi, conobbi la voglia
In lui di ragionarmi ancora alquanto.

S'io vo' credere a' sembianti

Che soglion esser testimon del cuore.
L'affetto che dimostri

Par. XVIII. 22.

Purg. xxvi. 44.

Meco parlando, e la buona sembianza Ch'io veggio e noto in tutti gli ardor vostri. Par. xxii. 52. (Dimostrasi l'anima negli occhi tanto manifesta, che conoscer si può la sua presente passione, chi bene la mira... Di nulla... puote l'anima essere passionata, che alla finestra degli occhi non vegna la sembianza, se per grande virtù dentro non si chiude. Conv. III. 8. Nella faccia si dichiara il sembiante dell'anima, la quale ivi più che in alira parte del corpo adopera del suo ufficio e più fissamente intende ad adornare. Conv.1.8. - Negli occhi l'aspetto dell'animo, l'interno pensiero, la passione, il sembiante di sè fa mostra e più si ficca. Purg. XXI. 111.)

Petrarca, Son. 169.

Nella fronte ogni penser dipinto.
Ma spesso nella fronte il cor si legge.
El cor negli occhi e nella fronte ho scritto.
Non vedete voi 'l cor negli occhi miei?
Le paure e gli ardimenti

Del cor profondo nella fronte legge.

Amore... ch'ogni occulto pensero Tira in mezzo la fronte, ov'altri 'l vede. Vedete ben quanti color dipigne Amor sovente in mezzo del mio volto,*

Son. 167.

Son. 48.

Son. 151.

Son. 97.

Canz. XVII. 6.

E poi distese i dispietati artigli,
Prendendo l'un ch'avea nome Learco.
Fa che tu li metti Gli unghioni addosso.
Poi l'addentar con più di cento raffi.
L'una giunse a Capocchio, ed in sul nodo
Del collo l'assannò.

Appigliò sè alle vellute coste.

Ancora, ch'aggrappa

O scoglio od altro che nel mare è chiuso.

Inf. xxx. 9. Inf. xxi. 40. Inf. xxi. 52.

Inf. xxx. 28.

Inf. xxxiv. 73.

Inf. xvi. 134; Inf. xxiv. 28; Inf. xxxiv. 80.

Purchè la man, dove s'aggraffi, giunga. Ariosto, xx111. 84. E si crebbe la furia, che nel collo Con man lo stringe a guisa di tanaglia; E poi ch'una e due volte raggirollo,

Da se per l'aria e verso il mar lo scaglia.

Affetto.

Affetto... Libero... d'ogni altro disire.
Disio Mai non sentito di cotanto acume.
L'alto affetto.

Mille disiri più che fiamma caldi

Strinsermi gli occhi agli occhi rilucenti.

Perchè pur ardi

Si nell'affetto delle vive luci?

Si forte fu l'affettuoso grido.
Voce... di grande affetto impressa.
E quando l'arco dell'ardente affetto
Fu si sfogato, che il parlar discese
Inver lo segno del nostro intelletto.

Come balestro frange, quando scocca
Da troppa tesa la sua corda e l'arco,
E con men foga l'asta il segno tocca;
Sì scoppia' io sott'esso grave carco,
Fuori sgorgando lagrime e sospiri,
E la voce allentò per lo suo varco.

Nè dolcezza di figlio, ne la pieta
Del vecchio padre, nè il debito amore,
Lo qual dovea Penelope far lieta

XXIX. 6.

Par. xvIII. 14.

Par. 1.83.

Par. XXIII. 124.

Purg. xxxI. 118.

Purg. XXIX. 62.
Inf. v. 87.
Par. vIII. 44.

Par. xv. 43.

Purg. XXIX. 16.

(Notisi come in questi versi sian ben distinti dal poeta filosofo, nella proprietà delle appellazioni, i santi affetti di natura.)

L'affetto... che non si puote Torcer giammai ad alcuna nequizia. Là, dove appetito non si torce.

Il malo amor... Fa parer dritta la via torta. Che tu conservi sani... gli affetti suoi... Vinca tua guardia i movimenti umani.

Par. vi. 122.

Par. XVI. 5.

Purg. x.2.

Par. XXXIII. 34.

L'affetto traluce nel sembiante.

Come si vede qui alcuna volta
L'affetto nella vista, s'ello è tanto
Che da lui sia tutta l'anima tolta;
Così nel fiammeggiar del fulgor santo,
A cui mi volsi, conobbi la voglia
In lui di ragionarmi ancora alquanto.

S'io vo' credere a' sembianti

Che soglion esser testimon del cuore.
L'affetto che dimostri

Par. xvIII. 22.

Purg. xxvi. 44.

Meco parlando, e la buona sembianza
Ch'io veggio e noto in tutti gli ardor vostri. Par. xxi. 52.

(Dimostrasi l'anima negli occhi tanto manifesta, che conoscer si può la sua presente passione, chi bene la mira... Di nulla... puote l'anima essere passionata, che alla finestra degli occhi non vegna la sembianza, se per grande virtù dentro non si chiude. Conv. III. 8.- Nella faccia si dichiara il sembiante dell'anima, la quale ivi più che in alira parte del corpo adopera del suo ufficio e più fissamente intende ad adornare. Conv. 11. 8. - Negli occhi l'aspetto dell' animo, l'interno pensiero, la passione, il sembiante di sè fa mostra e più si ficca. Purg. XXI. 111.)

Nella fronte ogni penser dipinto.

Petrarca, Son. 169.

Ma spesso nella fronte il cor si legge.
El cor negli occhi e nella fronte ho scritto.
Non vedete voi 'l cor negli occhi miei?
Le paure e gli ardimenti

Del cor profondo nella fronte legge.

Amore... ch'ogni occulto pensero Tira in mezzo la fronte, ov'altri 'I vede. Vedete ben quanti color dipigne Amor sovente in mezzo del mio volto,*

Son. 167.

Son. 48.

Son. 151.

Son. 97.

Canz. XVII. 6.

Ov'è l'ombra gentil del viso umano, Ch'ora e riposo dava all'alma stanca,

E là 've i miei pensier scritti eran tutti?

Affetti diversi.

Non può più la vertù fragile e stanca

Tante varietati omai soffrire;

Son. 31. p. 2.

Che 'n un punto arde, agghiaccia, arrossa e 'mbianca. S. 101.

E, com' Amor la 'nvita (l'anima),

Or ride or piagne or teme or s'assicura ;
El volto che lei segue, ov'ella il mena,
Si turba e rasserena,

Ed in un esser picciol tempo dura.

Amor, pietà, sdegno, dolore ed ira,
Disio di morte e di vendetta insieme
Quell'infelice ed orbo padre aggira,

Che come il mar che turbi il vento freme.
Per vendicarsi va a Drusilla, e mira
Che di sua vita ha chiuse l'ore estreme;

E come il punge e sferza l'odio ardente,

Canz. XIII. 1.

Cerca offendere il corpo che non sente. Ariosto, XXXVII. 77. Sommessi accenti e tacite parole, (Inf. II. 25.)

Rotti singulti, e flebili sospiri

Della gente che in un s'allegra e duole,
Fan che per l'aria un mormorio s'aggiri,
Qual nelle folte selve udir si suole,
S'avvien che tra le frondi il vento spiri,
O quale infra gli scogli, o presso ai lidi
Sibila il mar percosso in rauchi stridi.

Tasso, III. 6.

D'ira, di gelosia, d'invidia ardenti. v. 76. (Tr. Am. 11. 105.)

Or che farà? dee su l'ignuda arena

Costei lasciar così tra viva e morta?
Cortesia lo ritien, pietà l'affrena,
Dura necessità seco nel porta.

Affidare.

Al mio Bellisar commendai l'arme.
L'imperator l'esercito gli crede.

XVI. 61.

Par. v. 25.

Ar. xv. 29.

Affrettare. Affrettarsi

V. Camminare in fretta.

Inf. IV. 146.

Perchè sì mi caccia il lungo tema.

Spirto, in cui pianger matura

Quel, senza il quale a Dio tornar non puossi. Purg. xix. 91.

La tua stanza mio pianger disagia,

Col qual maturo ciò che tu dicesti.

Ben veggio, padre mio, sì come sprona

Lo tempo verso me.

Precipitò dunque gl'indugi.

Purg. XIX. 140.

'Par. xvII. 106.

Tasso, vIII. 8.

Affollarsi intorno ad alcuno.

Questa gente che preme a noi è molta.
Dintorno a lui parea calcato e pieno Di...
Con l'altro se ne va tutta la gente:

Qual va dinanzi, e qual diretro il prende,

E qual da lato gli si reca a mente.

Ei non s'arresta, e questo e quello intende;

A cui porge la man, più non fa pressa;

Purg. v. 143.

Purg. x. 79.

E così dalla calca si difende.

Africa.

La terra, che perde ombra.

L'arene... del giel schife.

Calde arene. Id. 73. Rena d'Etiopia.

Purg. VI. 4.

Purg. xxx. 89.

Purg. xxvI. 44.

Canz. XI. 2.

Terra d'Iarba. Purg. xxx1.72. La gente cirenea. Ar. xvi. 79.

Aggiungere.

Se l'ira sovra 'l mal voler s'aggueffa.
Sì che se non s'appon di die in die.
Ne pon nè leva. (Non aggiugne nè toglie.)
Fu grave e mala aggiunta all'altro danno...

Agguato.

Per lui carpir, si fa la ragna.

Stava alla posta.

Inf. xxш. 16.

Par. XVI. 8. Par. xxx. 12. Ariosto, XI. 19.

Par. IX. 50.

Ariosto, vi..114.

E dietro un canto postosi, di piatto - L'attende. IX. 73.

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