Mente rimirare - V. Attenzione (p. 74.); Pensiero. Mia mente unita in più còse divise. Par. x. 63. Mente unita, accenna al pregio essenziale dell'anima; ristretta al difetto.) Ma io veggi'or la tua mente ristretta Par. VII. 52. Purg. iv. 67. Più dalla carne, e men da' pensier présa. ( quasi divisa da' sensi) Purg. ix. 10. Mentire V. Bugiardo. (p. 131.) Mal contava la bisogna Colui. Inf. xxIII. 140. Nella sua sentenza non dimora Son. 20. Inf. xxx. 115. Cosa che amica sia di veritate. S'io dissi falso... Perch'io t'abbia guardato di menzogna A mio podere, ed onorato assai, Ingrata lingua. Petrarca, Son. 34. Questi in sua prima età fu dato all'arte Di vender parolette, anzi menzogne. Del tutto mente. Come adorni La tua menzogna! e tu sai pur se menti. In quella. Mentre nel. Canz. vII. 6. p. 2. Ariosto, vII. 17. xx. 141. XII. 49. Tasso, IV. 58. Inf. vIII. 16; XII. 22; Ariosto, xviii. 6. In questa. (in questo mentre) Pet. Canz. XIII. 2; Tasso, vi. 111. Meraviglia. Non dee addur meraviglia al tuo volto. Inf. xiv. 129. (non deve atteggiarlo a maraviglia ) Ch'io vidi per quell'aer grosso e scuro Venir notando una figura in suso, Meravigliosa ad ogni cor sicuro. Di maraviglia, credo, mi dipinsi. Inf. xvi. 130. Purg. 11. 82. Ristaro, e trasser sè indietro alquanto; E tutti gli altri che venieno appresso, Non sappiendo il perchè, fero altrettanto. Ben s'avvide il Poeta, che io stava Stupido tutto al carro della luce. Mutar lo canto in un O lungo e roco. Oh quanto parve a me gran meraviglia! E vidile guardar per maraviglia Tu ne fai Tanto maravigliar della tua grazia, Ma poichè furon di stupore scarche, Certo non ti dovrien punger li strali (Ogni ammirazione profonda è con questo tropo Di tanta ammirazion non mi sospese. Purg. II. 91. Purg. iv. 58. Purg. v. 27. Inf. xxxiv. 37. Purg. v. 8. Purg. xiv. 13. Purg. xxiv. 5. Purg. xxvI. 71. Par. 11. 55. dipinta.) Purg. XXVI. 30. Par. xx. 87. Par. xx. 87. Par. XXXII. 92. Par. XXXIII. 97. Però non s'ammiri. (non ti rechi meraviglia) Purg. xv. 47. Amor ed io sì pien di maraviglia Come chi mai cosa incredibil vide. (non è cosa da farne meraviglia) Era miracolo novo a veder quivi... (meraviglia non più veduta) Le dolci parole Che fanno altrui tremar di meraviglia. Petr. Son. 109. Canz. XV.. 4. Trionfo Morte, 1. 10. Son. 148. Che non sa s'ella dorme, o s'ella è desta. Ariosto, III. 13. Che di leggier creduta non saria. E far di maraviglia Il re e Giocondo si guardaro in viso, Di maraviglia, e di stupor confusi. E restò d'alta maraviglia piena. Per l'alta maraviglia che n'avea, Riman Leon sì pien di maraviglia, Stupido il cavalier le ciglia inarca, Ed increspa la fronte, e mira fiso... Iv. 4. x. 4. XXVIII. 71. XXIX. 44. XXXIV. 53. XXXV. 50. XLIII. 134. XLVI. 38. L'altro, che di stupor l'anima carca (Par. xxv. 71.) Mercenario. Qual colpa, qual giudicio o qual destino... Cercar gente, e gradire Che sparga 'l sangue e venda l'alma a prezzo. Tasso, x. 17. Petrarca, Canz. iv. 4. p. 4. Mercurio, Pianeta. Che si vela a' mortai con gli altrui raggi. Par. v. 129. Meridiano. Teneva il Sole il cerchio di merigge, Che qua e là, come gli aspetti, fassi. Purg. XXXIII. 104. (e si cangia e si varia secondo le diverse abitazioni degli uomini su'la terra) Lo grand' arco. Merito. Dante, Canz. xi. 1. S'elli hanno mercedi. Inf. iv. 34; Par. xxvIII. 112; xxI.52. Per mia poca bontade. Dante, Ballata. 1. A bene e a malizia. (a merito e a demerito) Par. xv1.75. Par. xxxi. 73. E come a messaggier, che porta olivo, Ho cacciato il messo di galoppo. Purg. 11. 70. Ariosto, xxv. 76. A lui venne un scudier pallido in volto, Che potea appena trar del petto il fiato. Ahimè! signor, ahimè! replica molto, Prima ch'abbia a dir altro incominciato... XVI. 86. (Tutta questa stanza fa sentire con la struttura de' versi l'ansia, la fretta, il tremito, e con le ripetizioni l'impegno affocato del correre che porta nuove di precipizio.) Mentre a ciò pur ripensa, un messo appare Polveroso, anelante, in vista afflitto, In atto d'uom ch'altrui novelle amare Porte, e mostri il dolore in fronte scritto. Tasso, v. 86. Mese-V. Luna. (p. 450.) Mesto. Con la vista... bruna. (In vista amara e bruna. Canz. Son. 5. } Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse. Petrarca, Son. 70. Petrarca, Son. 22. Ariosto, XLIII. 89. Inf. v. 136. Mezzo. Io voglio esser mezzo. Inf. xv. 83 - Di mezzo il ciel. Purg. 11. 57 - Nel dritto mezzo. Inf. xvi. 4. (come centro in tondo. Purg. XIII. 51.) - Sovresso il mezzo. (sopra il mezzo) Inf. xxxiv. 41 - Quel di mezzo. Inf. x11. 70 - Nel suo mezzo mese. Purg. xxix. 54 - Per mezza Toscana. Purg. xiv. 16 Dal mezzo in qua. Inf. xviii. 26 - Quella parte, Ch'appunto sovra mezzo 'l fosso piomba. Inf. xix. 8 In mezza strada. Purg. XXII. 131 - Dal cuor dell'una. Par. x11. 28 - Dentro al vivo seno Di quello incendio. Par. xxv. 79; Purg. xxv. 121 In mezzo Francia. (della) Ariosto, xxv. 7. Mezzo, provvedimento, Vedi che sdegna gli argomenti umani. Alla salute sua eran già corti. Purg. 11. 31. Purg. xxx. 136. Poveri d'argomento e di consiglio. Pet. Tr. Divinità, 53. Voglion schivarlo, e non v'hanno argumento. Ar. XLI. 16. Mezzogiorno. Vedi ch'è tocco Meridian dal sole. E più corrusco, e con più lenti passi, Teneva il Sole il cerchio di merigge. Ferve l'ora sesta. Vedi che torna Dal servigio del dì l'ancella sesta. Purg. iv. 138. Purg. xxx. 103. Ed era 'l Sol già volto al mezzo giorno. In su la nona. Quand'è nel meriggio il solar lampo. Mezzanotte. Già ogni stella cade, che saliva Quando mi mossi. Quando la notte fra distanzie pari Purg. X. 81. Petr. Son. 138. Ariosto, XXIII. 20. Tasso, XIX. 57. Inf. vii. 98. Mirava il ciel con gli occhi sonnolenti. Ariosto, xvIII. 167. Mincio. Suso in Italia bella giace un laco |