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ni. Dante non manca di annoverare Attila tra coloro che trovansi dannati, per essersi dati in preda alla cieca vioÎenza. La divina giustizia di qua Quell' Attila che fu flagello (1). Alcuni testi, l'Anonimo, e il commento del Boccaccio leggoSul cener che di Totila rimase, - ciò che è conforme a che appunto ne scrive Gio. Villani. Del resto è sbaglio, dice il dottor Lami, che Attila devastasse Firenze, non essendo egli mai passato di quà dall'Appennino; ma fu Totila che ne fè strazio, benchè non la distruggesse totalmente, come alcuni hanno creduto. Che Firenze fosse ristorata ed ampliata sotto Carlo Magno è credibile. A Totila attribuisce l'incendio di Firenze anche l' Anonimo. Il Malespini (2), e Giovanni Villani (3) confondono Totila con Attila. Oggimai è avverato che Firenze, già ornata di terme, di teatri, e d'acquedotti, fu quasi affatto rovinata da Totila re de' Goti, nella guerra che questi dovette sostenere contro i generali di Giustiniano.

(1) Inf. C. XII. 133.
(2) Stor. Fior. cap. 22.
(3) Lib. III. cap. 1.

L'antica città era divisa in Sesti o Sestieri. Gli antichi miei ed io nacqui nel loco Dove si trova poi l'ultimo sesto — Da quel che corre il vostro annual gio(1). Successivamente fu divisa in Quartieri. Il secondo cerchio di Firenze fu cominciato nel 1087, il terzo nel 1284. Oltr' Arno, dice il Villani

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della città antica Il secondo recinto a levante terminava colla chiesa dei Benedettini Cassinensi, detta oggi badia, la quale suona terza e nona e le altre ore, alle quali li lavoranti delle arti entrano ed escono al lavorìo. Firenze, dentro dalla cerchia antica, — Ond'ella toglie ancora e terza e nona (2). Fiorenza, scrive Giovanni Fiorentino nella Novella II della Giornata XVII. del suo Pecorone, non si estendeva nè era abitata di là da Arno, inverso dov' oggi è s. Giorgio; ma eravi solamente il ponte e non più, e questo ponte era tra Girone e Candagli, » e chiamavasi l'antico ponte de' Fie"solani, e quella era la strada che andava a Roma e a Fiesole. Il Galluzzo e il Trespiano erano prima villaggi

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(1) Par. C. XVI. 40. (2) Par. C. XV. 97°

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distanti tre miglia al sud da Firenze: allargandosi la città, vennero poi ad internarsi in essa. O quanto fora meglio esser vicine

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Quelle genti ch'io

dico, ed al Galluzzo E a Trespiano aver vostro confine (1). Nel novembre del 1299 si fondarono le terze mura nel prato d' Ognissanti, e si lasciarono le strade di grandi pezzi di pietra forte. Al tempo di Cacciaguida tutta la larghezza di Firenze dal Sud al Nord si estendeva dal ponte vecchio alla chiesa di s. Gio: Battista. Quattro bei ponti di pietra su l'Arno stabilirono da una parte all' altra la comunicazione delle contrade lastricate di macigno. Le fortificazioni sursero con grande muraglia difesa da alcune torri e da due castelli. Il contado nel 1188 non estendevasi oltre alle dieci miglia. Montemario è luogo alto, onde s'incominciano a scoprire i più alti edifici di Roma, siccome dal monte Uccellatojo si scoprono quelli di Firenze. Ove Dante dice: - Non era vinto ancora Montemalo Dal vostro Uccellatojo (2), viene a significare, come a suo tempo Firenze era giunta

(1) Par. C. XVI. 50. (2) Par. C. XV, 109.

a superare in fabbriche la stessa Roma. I palazzi fiorentini peraltro sursero masse quadrate pesanti, senza colonne o peristili; il cui principale ornamento consisteva nella solidità.

MARTE PROTEGGITORE

Ma conveniasi a quella pietra scema
Che guarda il ponte, che Fiorenza fesse
Vittima nella sua pace postrema.

Par. C. XVI. 145.

§. 3. Firenze, fondata da soldati, prese a suo proteggitore il Dio Marte. Á questo Nume i Fiorentini edificarono un tempio, e in mezzo a quello ne posero la statua in forma d'un cavaliere armato. Convertiti alla fede di Cristo, levarono l'idolo, e il posero su d'una torre presso l' Arno: caduto nel fiume, e dopo gran tempo ripescato, fu dell' 801, al dire del Villani, posto su uno piliere in su la riva del detto fiume al capo di Ponte vecchio. Conveniva che Fiorenza facesse sacrificio a quell' avanzo della statua di Marte, che il ponte vecchio conservava, perocchè appiè di quella base appunto fu Buondelmonte ucciso, e Fiorenza appresso fu sempre

Il Secolo di Dante T. II.

in disturbi. L'Anonimo così nota: Al

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cuna idolatria si

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li cittadini

contenere in quella statua, che cre

,, deano che ogni mutamento ch' ella avesse, fosse segno e mutamento della cittade. E dice scema, però che rot

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acqua

ta e corrosa per lo lungo stato che fece nell' d'Arno, quando il " ponte vecchio, cadde, anni 1178 a di 25 di novembre, e fu riposta per li circustanti di Simifonti

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Fiorentini, dice il Fiorentino nella ,, citata Novella, non lo vollero rom» pere nè spezzare, nè porlo in luogo ,, vile, perchè per le loro antiche memorie trovavano che 'l detto Idolo di Marte era consacrato sotto certo ascendente, che come fosse posto in vil ,, luogo, la città di Fiorenza avrebbe

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pericolo e danno, e gran mutazioni La statua ricadde in Arno nell'innondazione del 1333. Vivente adunque il poeta, trovavasi ancora in capo di Pontevecchio: perciò chiama Firenze la città - che nel Battista Cangiò 'l primo padrone. E dice Che 'n sul passo d' Arno Rimane ancor di lui alcuna vista -(1). Ivi un suicida Fiorentino par

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