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la in guisa da mostrarsi credulo a quei sinistri presagi, dicendo che lo spregiato

Idolo Per questo sua la farà trista

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Sempre con l'arte Tacque Dante il nome di quel Fiorentino, che dai commentatori fu creduto Lotto degli Agli, impiccatosi disperato, per aver pronunziata una sentenza ingiusta. Strano genere di malinconia! O più non intravenne d'allora a' nostri dì che alcuno fra' giudici si macchiasse di tanta colpa; o gl'ingiusti giudicii più non lacerarono con sì vivo rimordimento le coscienze de' giudicanti.

Gli antichi Fiorentini, per dare il segno delle battaglie e delle operazioni di guerra, si valeano d'una grossa campana, chiamata la Martinella, che solevano condurre in campo. Ne fa menzione anche Dante, colà dove tocca le varie maniere di armeggiamenti, il levar di campo, e lo accennar movimenti. I' vidi già cavalier mover campo E cominciare stormo, e far lor mostra, - E talvolta partir per loro scamQuando con trombe, e quando

po....

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con campane, Con tamburi, e con cenni di castella, E con cose nostrali, e con (1) Nel descrivere altrove il

istrane

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(1) Inf. E. XXII. 7.

modo tenuto da una processione in voltarsi, fa similitudine di schiere soldatesche, quando, per sottrarsi a'nimici, si giravano tutte intere lentamente sotto gli scudi, e si facevano di quelli riparo, incominciando a dar volta quei davanti, e poi gli altri a mano a mano. Come sotto gli scudi per salvarsi — Volgesi schiera, e sè gira col segno - Prima che possa tutta in sè mutarsi (1). La repubblica di Firenze non seppe col tempo fare il debito conto del valore. Trascurato avendo di formar soldati tra'suoi cittadini, fu tradita sovente da generali e da soldati per lei chiamati da altri paesi; e tardi apprese da gravi disgrazie quanto errasse il suo governo nel ricusar di promuovere quella generosa virtù.

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ANTICHE FAMIGLIE FIORENTINE

Quel della Pressa sapeva già, come
Regger si vuole.

Par. C. XVI. 100.

§. 4. Il primo interno reggimento della

repubblica faceasi forte del patriziato, istituito con la moderazione della po

(1) Purg. C. XXXII. 19.

tenza popolare prudentemente ordinata. Quel patriziato che traeva antichissima origine dalla generale inclinazione degli uomini ad onorare i potenti ed a rispet tare i buoni, avea ricevuto conforto è difesa e freno dalle leggi fondamentali dello Stato; e potè quindi contribuire all'armonia della società. Riguardare non si voleano quali cittadini fiorentini coloro che provar non potessero di avere ricevuto per eredità la cittadinanza da antenati stati ammessi ai maggiori uffici del collegio e della signoria, o stati dichiarati abili ad impieghi per via di scrutinio della libera magistratura. Il Lami commentando la terzina: Tutti color che a quel tempo eran ivi - Da potere arme, tra Marte e 'l Battista, Erano il quinto di quei che son vivi — (1), così attesta: Qui Dante dà a conosce"re la piccolezza della città di Firenze, e i pochi abitanti che v'erano nel nono o nel decimo secolo. Poichè nel 1300 Firenze facea da settanta mila anime; e al tempo de'maggiori di Cacciaguida, ne facea la quinta parte, cioè » quattordicimila. Ma erano allora tutti Fiorentini, vale a dire, e famiglie del

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(1) Par. C. XVI. 46.

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la colonia romana dedottavi, e fami,,glie longobarde quivi piantate, e fa"miglie cittadinesche di Fiesole, senz'al,, cun miscuglio di famiglie di contado. Le famiglie di romana origine comLa " ponevano il ceto de'patrizi. ,, nostra città, dice il Villani, fu popolata di due diversi popoli in ogni costume, siccome furono i nobili Ro,, mani, e' crudi e aspri Fiesolani. „ Quindi Dante Faccian le bestie fiesolane strame Di lor medesme, e non tocchin la pianta, - S'alcuna surge ancor dal lor letame, — In cui riviva la seDi quei Roman, che vi rimaser, quando -Fu fatto il nidio di malizia tanta (1). Al tempo mio, dice Cacciaguida ne' citati versi, il primogenito della cospicua, ora caduta famiglia della Pressa, sapeva già la sì difficile ed insieme la sì necessaria arte per un repubblicano, cioè l'arte di ben governare uno stato. Era bensì grande nel popolo fiorentino l'amore della libertà e della quiete, come saggiamente osserva il ch. Costa nella vita di Dante; e forse i costumi suoi non erano sì corrotti da impedire la introduzione di ci

menta santa ·

(1) Inf. C. XV. 73.

vile reggimento; ma non era allora in Firenze e nel resto d'Italia bastevole intelligenza dei governi delle città: ondechè, mancando al buon desiderio i buoni ordini, il popolo fiorentino fu lungo tempo senza libertà e senza pace.

I Fiorentini venuti a contesa coi Fiesolani, li sorpresero, smantellarono la città di Fiesole, e ne ridussero il popolo a Firenze. Insorte le fazioni, e prevalsa la parte guelfa, l'arme del giglio bianco in campo rosso fu cangiata, e postovi un giglio vermiglio in campo bianco, quasi a denotare che quel popolo, una volta insanguinatosi, non sarebbe contento sinchè non avesse cagionato l'intero sterminio della contraria fazione (1). Quel patriziato misto di democrazia, sebbene inducesse perpetua inegualità di politici diritti, consisteva ciò nullameno con l'egualità dei diritti civili; ed era assai diverso dalla nobiltà feudataria, frutto di tempi barbari, perchè quello faceva i clienti protetti ed affezionati, questa li fece servi ed avversi. Di nobilissima famiglia nato era Dante: tuttavia i nobili del suo tem

(1) Par. C. XVI. 151.

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