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stia, la quale faceva alle sue piacevolezze dare fede giocondissima. Fu officioso e costumato, e per abito di tutte le virtù felicissimo, se con più mite animo le ingiurie della furiosa patria avesse potuto con sapienza sopportare.

EVENIMENTI

DALLA BATTAGLIA DI MONTAPERTI

SINO ALLA ISTITUZIONE DEL PRIORATO

Capitolo Terzo

FARINATA

Vedi là Farinata, che s'é dritto:
Dalla cintola in su tutto il vedrai.
Inf. C. X. 32.

S. 1. Firenze stavasi alla testa della

lega italica, mentre mostrava di serbare insieme alcuna subordinazione all' autorità limitata dell' imperatore. Erane podestà quel milanese Rubaconte da Mandello, il quale fece fabbricare il ponte sopr' Arno, che dal suo nome appellossi Rubaconte (1). Siena, Lucca, Bologna eransi pure erette in potenti repubbliche. Toscana tutta, avendo pochi nobili nel suo seno, in paragone al regno di Puglia ed allo stato ecclesia

(1) Purg. C. XII. 102.

stico, era giunta al grado di potersi governare di per sè stessa. Federico 11 avea bensì ravvivato nella Toscana la fazione ghibellina; ma non avea potuto condurre al suo partito i Fiorentini. Fino a questi tempi aveano ben anche avuto onorato seggio nella Marca Trivigiana, nella Lombardia, e nella Romagna la lealtà, la gentilezza, la valentìa; del che ci fa chiara fede il nostro Vate coi versi: In sul paese ch' Adige e Po riga, - Solea valore e cortesia trovarsi — Prima che Federigo avesse briga — (1). Firenze, per dichiarazione del medesimo Dante, fu maestosamente provida e liberale fino a' tempi della battaglia di Montaperti, quando fu distrutta - La rabbia fiorentina, che superba Fu a

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quel tempo, sì com' ora è putta — (2). I Guelfi Fiorentini, Lucchesi, ed Orvietani ruppero in fiera battaglia a Montalcino i Ghibellini, Sanesi, Pisani e Fiorentini. Verso la fine del 1258, i Ghibellini furono cacciati di Firenze in conseguenza di una cospirazione diretta a riprendere al popolo l'autorità di che gli aveva spogliati. Il popolo gli assalse: Schiattuzzo degli Uberti e molti suoi (1) Purg. C. XVI. 115. (2) Purg. C. XI. 112.

Il Secolo di Dante T. II.

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clienti caddero morti; un altro Uberti, ed uno Infangati furono fatti prigionieri: convinti d'aver cospirato contro la repubblica, furono condannati a perdere il capo. I Ghibellini di Firenze ricoverati in Siena ottennero da Manfredi il piccolo sussidio di cento Tedeschi. Per ordine di messer Farinata fu dato a quella banda un convito bene in ordine di tutte le vivande, ma più di buon vino, in sul finir del quale fu fatto dare alle armi, affine che, morti que' Tedeschi, il re fosse costretto a mandare maggior soccorso. Successe il caso com'era stato pensato; perchè que Tedeschi furono tutti tagliati a pezzi, e la bandiera del re fu disonoratamente strascinata pel fango, Non sapendo Manfredi comportare l'ingiuria, mandò ai Ghibellini grande soccorso, e segnatamente ottocento cavalli comandati da Giordano d' Angalone conte di Sanseverino. Così i confederati, facendo insieme coi loro un grosso esercito, per tirare i Fiorentini lontani da casa, assediarono Montalcino. Allora fu che Tegghiaio Aldobrandi degli Adimari tentò di sconfortare l'impresa, dimostrando che non si poteva in quella riportar vittoria: parlò poi perchè almeno non si

andasse dietro al disegno de' Senesi e de'fuorusciti. Vedendo i nimici, diss'egli, che noi pigliamo il viaggio verso Montalcino, eglino potrebbon venire verso Fiorenza, e trovando il paese e la città spogliata di difesa, potrebbono almeno dar qualche notabil guasto; e noi con nostra vergogna saremmo poi forzati a tornare a difendere le case nostre. Oltre a questo voi sapete quali sieno gli animi de'vostri cittadini, e qual sia la diversità delle parti. Noi abbiamo cacciato della città solamente i capi della parte avversa; e gli altri della medesimai fazione e del medesimo animo abbiamo dentro alle mura.... Uno degli anziani, udito il ragionamento, disse a messer Tegghiajo che, s'egli avea paura, gli si accordava licenza di restarsene a casa; ed ei replicò: se tu verrai tanto avanti contra l'esercito del nimico, quanto andrò io, tu sarai un valentuomo. Perciò Dante fa dire al cavaliere Jacopo Rusticucci, che la voce di Tegghiajo dovrebb'esser cara alla sua patria. È Tegghiajo Aldobrandi, la cui voce - Nel mondo su dovesse esser gradita

(1). I Fiorentini, con un esercito di trenta o quarantamila uomini giunsero al colle (1) Inf. C. XVI. 41.

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