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birà dal pergamo alle sfrontate donne di Fiorenza mostrare il seno tutto scoverto. Le donne fiorentine portavano allora intorno al collo e alle maniche, al dire del Landino catenelle di bottoni d'ariento inorato infilati ed intrecciavano le chiome di catenelle d'oro, siccome usavano le greche e le romane. Avverossi la predizione prima che scorresser tre lustri: le femmine fiorentine scontente della loro sfacciataggine, come ne attesta lo stesso Landino, si mutarono tanto, che portavano i collarini insino al mento.

DANTE E BEATRICE

Capitolo Quarto

NASCITA E GIOVINEZZA

DI DANTE

Io fui nato e cresciuto Sovra il bel fiume d'Arno alla gran villa. Inf. C. XXIII. 94.

§. 1. Tutto oggimai si è detto e scritto che dire e scrivere si poteva delle opere di Dante: ma non può dirsi ancora che si abbia di lui una esatta biografia. I privati casi di Dante ricevettero dalÎ' indole e dall'ingegno suo una singolarità, che può farne curiosi d'ogni sua vicenda. Noi diremo della sua vita ciò solo che ridondar possa alla migliore manifestazione de' sublimi suoi pensamenti; e le notizie della sua vita, meglio che da' biografi, trarremo dalle sue opere., Nacque, son parole del Boccaccio, questo singulare splendore italico nella nostra città, vacante il

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romano imperio per la morte di Federigo già detto, negli anni della salutifera incarnazione del Re dell'universo 1265. Ciò risulta anco dal primo verso del poema, interpretato giusta la chiosa di Bosone da Gubbio, amicissimo di Dante. Se compiuti egli ebbe i suoi trentacinque anni nel 1300. dovette aver vista la luce nel 1265. Potè quindi Giuseppe Benvenuti Pelli, nelle sue memorie per la vita, stabilire che "nacque Dante in Firenze da Alighiero „ degli Alighieri e da donna Bella nel ,, mese di maggio del 1265, non nel 1260, ,, come alcuni scrissero; ed al battesimo, il quale ricevè nel nostro antico tem"pio di s. Gio: Battista, prese il nome di Durante, quantunque poi sempre Dante si appellasse. " Ritornerò poeta, ed in sul fonte - Del mio battesmo prenderò 'l cappello (1). Perchè al nascere di Dante trovossi tranquilla in Firenze la sua famiglia, è a presumere o che il padre di lui Alighiero di Bellincione Alighieri, non si fosse trovato compreso fra gli ascendenti del poeta che furono discacciati come Guelfi nel settembre del 1260, o che fosse richia

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(1) Par. C. XXV. 8.

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mato dai Ghibellini prima che Guido Novello abbandonasse Firenze.

La immaginazione di Dante mostrossi assai per tempo capace delle più gradevoli e più dolci impressioni, come delle più dolorose e terribili: ei fu insieme dotato d'ingegno sì acuto, di memoria sì pronta, e di sì buona indole, che ogni abito virtuoso avrebbe fatto in lui mirabile riuscita. Questi fu tal

nella sua vita Nuova - Virtualmente, che ogni abito destro - Fatto averebbe in lui mirabil prova (1). Privo Dante del padre nell'infanzia, fu con ogni cura educato da Bella sua madre; e lo aversi ammesso ne' suoi primi studi quelli del disegno e della musica, più al diletto che alla utilità confacenti, mostra l'agiatezza di sua famiglia, e le intenzioni della madre, di volerlo ornato di splendida educazione.

Il Pelli annunzia come creduto di pugno dell' Alighieri il sonetto esistente nel codice segnato E. dell'archivio Armani di Gubbio ; ma non seppe affermarlo di Dante, nel trattato intorno messer Bosone, Francesco Maria Raffaeli, che intralasciato non avrebbe di me

(1) Purg. C. XXX. 115.

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narne vanto tra le dovizie de' suoi antenati, e che appagossi di dire:,, Questo sonetto si suppone originale, e scritto dal medesimo Dante Il valente letterato Comasco sig. professore Mocchetti in una sua lettera, pubblicata dallo Spettatore nel quaderno LI., narrando d'una sua visita alla biblioteca Laurenziana: In mezzo a tanta dovizia s' accrebbe ancor più la mia mara,, viglia, in osservando sugli autografi la mano di Dante... Non è a du bitare che il Mocchetti dimenticate avesse le parole dell' Aretino: Fu ancora ,, scrittore perfetto; ed era la lettera sua magra e lunga, e molto corretta, secondo io ho veduto in alcune pistole di sua propria mano scritte Di vero non venne a noi d'altronde che la biblioteca Laurenziana si desse ricca di tal tesoro; e sappiamo già che il codice autografo della Commedia andò smarrito fin quasi dalla morte dell'Alighieri.

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Che Dante si confidasse a ragione di un grato soccorso per parte delle Muse, tutte impetrate fautrici fino dalla sua prima gioventù con ogni maniera di privazioni, onde poter poi dire: - O sacrosante vergini, se fami, Freddi, o

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