Quando trazes do celeste (1) UM BARDO. Qual se no outono sahe Pela gram selva o vento, De cem ramos e cento; Terreno já não olhas. Tale, ed ancor più spessa, Per questa selva stessa Tanto fischiar di strali, I fiumi in rosso tinti, TUTTO IL CORO. Dalla culla tua celeste, Quando rechi questo dì, Sorgì, o Sole, e le foreste Sempre indora, o Sol, così. UN BARDO. Volgan dolce e sereno il guardo al Norte Odino, e l'alta sua compagna Frea, Di cui non vanta la celeste corte Nè Dio più grande, nè più bella Dea, Egli crea tutto, e la gentil consorte Tutto piú vago fa quel ch' egli crea: Tal e inda mais espessa, Tanto silvar de dardos, Mais tarde ao mar chegárão, TODO O CÔRO. Quando trazes do celeste Berço teu tal dia aqui, UM BARDO. Voltem doce e sereno o olhar ao Norte Odin e Fréa sua excelsa esposa, Dos quaes não apresenta a etherea côrte A un sol degli occhl suoi raggio fecondo Ringiovenito si colora il mondo. TUTTO IL CORO. Ella da lui già nacque Qual su le nevi è il Sole, Tore tra i primi frutti Vibrar quasi per gioco Contra i rei Spiriti Lancia instancabile: Ma vinto al fine Ceder dovrà. Del mondo i cárdini Fien rotti allora, |