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Quando trazes do celeste (1)
Berço teu tal dia aqui,
Surge, ó Sol, e as selvas veste
Sempre d'ouro, ó Sol, assi

UM BARDO.

Qual se no outono sahe

Pela gram selva o vento,
Chuva de folhas cahe

De cem ramos e cento;
E pelas seccas folhas

Terreno já não olhas.

Tale, ed ancor più spessa,
Sotto la man Germana

Per questa selva stessa
Cadea l'oste Romana :
Pasto cadea di torvi
Lupi e d' ingordi corvi.

Tanto fischiar di strali,
Brillar di brandi ignudi,
Colpi così mortali,
Urto si fier di scudi,
Sangue non fu mai tanto,
Nè più letizia e pianto.

I fiumi in rosso tinti,
E d'armi e di stendardi
Pieni, e di corpi estinti
Al mar giunsero tardi,
Al mar, che impaurito
S'allontano dal lito.

TUTTO IL CORO.

Dalla culla tua celeste,

Quando rechi questo dì,

Sorgì, o Sole, e le foreste

Sempre indora, o Sol, così.

UN BARDO.

Volgan dolce e sereno il guardo al Norte Odino, e l'alta sua compagna Frea, Di cui non vanta la celeste corte Nè Dio più grande, nè più bella Dea, Egli crea tutto, e la gentil consorte Tutto piú vago fa quel ch' egli crea:

Tal e inda mais espessa,
Cahio sob mão Germana
Por estes bosques essa
Hostil gente Romana:
Pasto cahio de torvos
Lobos, golosos corvos.

Tanto silvar de dardos,
Brilhar de espadas nuas,
Golpes mortaes galhardos,
Luctas de escudos cruas
Nunca taes houve, e tanto
Sangue, alegria e pranto.
Os rios enrubrados,
D'armas, pendões, ficarão
Cheios e d'expirados;

Mais tarde ao mar chegárão,
Ao mar que se espantava,
E á praia se furtava.

TODO O CÔRO.

Quando trazes do celeste

Berço teu tal dia aqui,
Surge, ó Sol, e as selvas veste
D'ouro sempre, ó Sol, assi.

UM BARDO.

Voltem doce e sereno o olhar ao Norte

Odin e Fréa sua excelsa esposa,

Dos quaes não apresenta a etherea côrte
Nume mais grande e Deosa mais formosa.
Tudo elle cria, e a gentil consorte
Ao que elle faz dá face mais mimosa

A un sol degli occhl suoi raggio fecondo Ringiovenito si colora il mondo.

TUTTO IL CORO.

Ella da lui già nacque
Prima d' ogni altra cosa:
Ma tanto poi gli piacque,
Ch' ei la nomò sua sposa.

Qual su le nevi è il Sole,
Era il suo crin sul petto;
I passi eran carole,
Música ogni suo detto.

Tore tra i primi frutti
Fu del lor mutuo amore,
E de' lor figli tutti
Il più possente è Tore.

Vibrar quasi per gioco
Suol quello stral rovente,
Che il cielo empie di foco,
E di terror la gente.

Contra i rei Spiriti
L'arme divine

Lancia instancabile:

Ma vinto al fine

Ceder dovrà.

Del mondo i cárdini

Fien rotti allora,
E fiamma rápida
Tutto in brev' ora.
Consumerà.

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