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torità vi tiene che di eleggere il vicerè e i deputati di ciascuna città. È ben vero che per mantener quei popoli in freno ha voluto porvi l' inquisizione, la quale si esercita con estraordinario rigore, sicchè per questa strada si mantengono in obbedienza, e quasi tutte le cose vengono tirate a quel tribunale, il quale procede con termini molto aspri, senza ammetter difese o giustificazione alcuna ordinaria ai rei, ed ha ancora spie, le quali internandosi ne' consorzi de' privati, e subodorando le pratiche e i commerci, e stando avvertite delle parole di ciascuno, danno facil adito a travagliar ognuno per questa via. È ben vero che l'officio della inquisizione tiene in freno molti che viveriano più licenziosamente, poichè in questi regni vi sono 200,000 case di mori, i quali hanno fama di vivere nelle case loro alla maomettana, e se vogliono a questi fare udir la messa, bisogna che i parrocchiani vadano co' bastoni a levarli di casa, nè con tutto ciò vi vanno e si contentano di pagar piuttosto qualche somma di danaro.

Ha questo regno d'Aragona molte leggi, le quali tendono più ad una disordinata licenza che ad una moderata libertà, delle quali nè dirò alcune. La prima è che se uno commettesse qualche eccesso di furto od altro, se non è preso in termine di ventiquattro ore dall' offeso, s'intende libero ed assoluto; il che accresce molto l'insolenza de' nobili verso la plebe, e fa soggetta ogni cosa ai più potenti e agli assassini. Osservano anche che se viene violata una serva per strada, il delinquente è castigato nella vita; ma se questa ingiuria fosse fatta ad una giovane nobile, non è sottoposto il violatore a pena alcuna; di che apportano questa ragione, che la serva non avendo chi la ricopra, bisogna che sia difesa dalla giustizia, ma la nobile avendo padre, madre e parenti, può molto bene essere guardata da simili ingiurie. Osservano un modo ne' matrimonj molto degno d'essere inteso, maritandosi per lo più le giovani con un modo di matrimonio detto da loro per manifestazione; il che si fa in questa maniera. Se il padre non marita la figliuola fino ai 18 anni, è in potere di lei il procacciarsi marito; il quale come l'abbia ritrovato di suo gusto, mentre in casa del padre sta con la

famiglia a desinare, fa comparire un official pubblico, che diremmo noi un comandatore, il quale manifesta al padre come la figliuola ha eletto il tale per marito; allora il padre se vuole assegnarle la dote, può farlo a suo beneplacito, se no, per l'autorità de' magistrati, sono levate di casa al padre le scritture e libri dell' entrate, sopra i quali fatti i conti, viene assegnata da' magistrati la dote alla figliuola.

Tenne il re le corti di questi regni nella città di Monzon, nelle quali si trattarono vari punti, e i principali furono tre. Il primo intorno alla inquisizione, la quale da quei popoli vien tenuta molto dura, volendo loro che si levasse come contraria alla libertà e alle constituzioni di quei regni ; ma il re non volle udir parola di levarla, dicendo che questa era cosa toccante alla religione e alla chiesa, onde non poteva levarla, e perciò ne nacque qualche tumulto in Saragozza. Il secondo capo fu intorno una fortezza posta nel confine di questi tre regni chiamata Tirol (Teruel), pretendendo ciascuno che toccasse alla sua giurisdizione, e fu giudicata spettar a Valenza; supplicarono quei popoli che fosse spianata dal re, il che non volle egli udire a modo alcuno, stimandola assai per la obbedienza di quei regni, onde castigò anco i promotori di simil novità. Il terzo capo fu intorno ai vassalli di circa 1000 castelli comprati ai signori loro naturali da altri, con potestà di poter trattar bene e male i sudditi, onde ne erano nati molti inconvenienti, e i vassalli, non potendo sopportar la tirannide dei padroni, si erano ribellati. Fu trattata questa causa nel consiglio del re, e fu giudicata a favor dei signori, onde perciò si sentirono diversi moti; e alcuni, vicini a' Pirenei, introdussero bandiere francesi chiamando Francia, ma in breve si sopirono.

Possiede il re la Navarra, occupata già dal re Ferdinando con autorità di Giulio II; il quale avendo vietato al re di Navarra il prestare aiuto a Francia sotto gravissime pene, nè avendo quel re voluto obbedire, avea il papa concesso quel regno all'occupante (1), e così venne in potere del re di

(4) migliore intelligenza di quanto qui è detto, veggasi il t. IV di questa Scrie, p. 98.

RELAZIONI VENETE.

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Spagna. Da questo regno, computata la spesa, non cava il re sorte alcuna di utile.

Ha finalmente ottenuto con la nuova conquista, per ragion di parentado, il regno di Portogallo, essendo morto in Africa il re Sebastiano, a cui avea destinata Sua Maestà per moglie l'infanta maggiore, e nell' ultimo abboccamento avuto seco in Gallizia lo aveva dissuaso grandemente dall'impresa, nella quale lasciò la vita nel 1578. E così è restato assoluto padrone di tutta la provincia di Spagna, stimata forte per gli abitanti, per le frontiere, e per la sterilità del terreno, onde ad esercito che volesse invaderla mancheriano le cose necessarie per il vitto e altre necessità.

È abitata la Spagna da quattro gradi di persone; il primo è delle persone ecclesiastiche, le quali riconoscendo quanto possiedono dal re, dipendono in tutto da quello; e con tutto che sopra i vescovadi e altri benefizj di chiesa, oltra le gravezze suddette, ponga anco il re pensioni d'importanza, tuttavia sono ricchissimi, e molto più di quelli d' Italia. L'arcivescovato di Toledo ha di rendita ducati 250,000, e quello di Siviglia 60,000, ma la maggior parte cade ad utile del re.

La seconda qualità è de' grandi, i quali sono di due sorte, ovvero quelli che discendono da re, e di questi diceva Carlo V che sono ipso jure grandi, ovvero che hanno questo benefizio dal principe, sia perpetuo sia a tempo, il che acquistano in due modi; quando cioè, essendo uno alla presenza del re, gli dica Sua Maestà cubrios, cioè copritevi, che allora s'intende essere dei grandi, ma questa dignità si estingue con la vita; e quando, essendo conti o marchesi, dica loro parimenti il re cubrios, che allora s'intende essere grandi loro e i loro successori. Grandi dunque s' intendono quelli che parlando con il re si coprono la testa, il che non è lecito se non a questi, perchè se alcun altro si ponesse la berretta seguitando Sua Maestà, o per pioggia o altro, sarebbe mal trattato dalla guardia del re. Queste sono tutte persone ricchissime di 100 fin 150,000 scudi d'entrata.

La terza sorte di persone sono i cavalieri dei tre ordini di S. Giacomo, Alcantara e Calatrava, ai quali ordini non

può essere ammesso chi tocca punto nella discendenza de' suoi antenati, o per parte di madre o di padre, del moresco o del giudeo; anzi quando alcuno, sia chi si voglia, che pretendesse essere ammesso in quel numero, fosse per fama dinotato di simil nota, non può iscusarsi nè provare il contrario. È ben vero che Sua Santità ha concesso al re che da qui innanzi possa essere ammessa la prova contro la fama; e questo si giudica fatto ad istanza del duca di Chinchon molto amato dal re.

La quarta sorte di persone è della plebe, la quale è padrona della giustizia civile e criminale, e condanna ben spesso i grandi fino in 100,000 ducati.

Restano quei popoli ben affetti verso il re per la somma potenza e grandezza sua, stimando molto l'essere governati da un re padrone di tanta parte del mondo, e dicono che tutto è sentier del re. Ma i nobili restano disgustati per due cose; prima, perchè non sia fatta loro parte degli onori, essendo conferiti i gradi d'importanza a forestieri, come al principe di Parma, a don Andrea Doria e simili; e ultimamente quando fu dichiarato il Doria capitan generale del Mediterranco, si vide grande alterazione in quella corte, parendo loro a torto essere stato tralasciato il marchese Santa Croce, dal quale S. M. ha ricevuto così notabil beneficio nella conquista della Terzera e nel vincer l'armata francese (1), onde il re per acquetarli lo creò general dell' Oceano con soddisfazione universale. Hanno questi signori in qualche parte torto a dolersi del re, poichè stando alle case loro senza pratica e senza passar per i gradi della scala militare, vorrebbono essere eletti ai carichi principali, il che non vuole Sua Maestà per beneficio delle cose sue. Restano ancora mal soddisfatti che la giustizia sia posta in mano di gente infima della plebe, la quale accesa spesso contra i grandi, procede con termini estraordinari e troppo aspri.

All'incontro le gravezze affliggono molto la plebe più bassa, per essere, per dir il vero, piuttosto vicine all' eccesso che accomodate alla mediocrità. E non è dubbio che se man

(1. Nel 4582, come abbiamo avvertito nella precedente relazione dello Zane a pag. 345. Veggasi pure quant'altro è detto del Santa Croce a pag. 353.

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RELAZIONE DI SPAGNA DI V. GRADENIGO. 1586.

casse Sua Maestà lasciando il principe in età cosi tenera, non corresse questo regno pericolo di qualche strana fortuna, per le fazioni di questi signori principali; perchè sarebbe necessario che il re lasciasse il figliuolo sotto tutori, e come questi apparterriano a una fazione o all' altra, così sarebbe il regno in sommo pericolo. L'assegnare anco al figliuolo il governo de'confidenti non mancheria di difficoltà per l'alterezza de'grandi, ognuno de' quali pretenderia il governo del principe.

Ha la Spagna otto milioni di persone, tre di uomini e cinque di donne; degli uomini dicono esserne 100,000 da fatti; ma il voler servirsi di tutti saria con esterminio di questa provincia, oltra che si rinnoveriano molti difficili incontri, e si è veduto che il marchese Santa Croce ne ha potuto porre insieme appena 8000 per la guerra di Portogallo.

Possiede il re, annesse al Portogallo, quattro città principali nell' Africa: Ceuta, Tanger, Arzilla e Magazan fuori dello stretto. Desiderava di componerși ultimamente col re di Fez per conto dell' Arachia, la quale ha un porto importante, di dove sono travagliate le flotte che vengono dall' Indie, onde il re è sforzato ogni anno farle incontrare con le galec. Possiede l'Indie orientali, le isole Terzere e di Capo Verde, pervenendo fino in Calicut dove si fa il mercato delle spezierie, le quali si portano di là a Goa, dove tiene il vicerè, ed è arcivescovato importante, e d' onde con lungo tratto, passando il capo di Buona Speranza, capitano in Lisbona e sono dispensate alle terre di cristianità. Ha fatto il re fabbricar una fortezza sopra il porto di Sofala nell'ingresso del mar Rosso per evitar il passo delle spezierie per quello allo scalo di Suez, di dove sono portate al Cairo, toccando, come dice, di ragione a lui solo il commercio delle Indie.

Possiede ancora la Fiandra, provincia così importante, per la quale è già trent'anni che con varj successi ha guerreggiato. Confina questa provincia da tramontana con l'Oceano, da mezzogiorno con la......

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