2 CANZONE IX. Oppresso da tanti affanni, delibera di volersi partire dall'amore di Laura. Mai non vo' più cantar com' io soleva: Ch' altri non m'intendeva; ond' ebbi scorno: Già su per l'alpi neva d'ogni intorno; Ed in donna amorosa ancor m' aggrada Amor regge suo imperio senza spada. Chi smarrit' ha la strada, torni indietro; Spenga la sete sua con un bel vetro. I' die' in guardia a San Pietro; or non più, no: Molte virtuti in bella donna asconde. Alcun è che risponde a chi nol chiama; Altri di e notte la sua morte brama. I'so ben quel ch' io dico. Or lassa andare; 10 15 20 25 30 Mal si conosce il fico. A me pur pare Fia chi nol schifi, s'i' 'l vo' dare a lui. Mi meni a pasco omai tra le sue gregge. Al cor, e sciolse l' alma, e scossa l'ave E 'nfiniti sospir del mio sen tolse. Ond' io ringrazio Amore 35 40 50 Che più nol sento; ed è non men che suole. 60 In silenzio parole accorte e sagge, E'l suon che mi sottragge ogni altra cura, E la prigion oscura ov'è 'l bel lume; Le notturne viole per le piaggie, E la dolce paura e 'l bel costume, 65 70 O riposto mio bene; e quel che segue: Mai non m'abbandonate in questi panni. Perchè molto mi fido in quel ch' i' odo. Ch'i' il pur dirò: non fostu tanto ardito. Chi'n un punto m'agghiaccia e mi riscalda. Questa Canzone (che che se ne fosse la causa) è scritta a bello studio in maniera che ella non s'intenda. Per tanto a noi basterà d' intenderne questo solo; e io non mi affannerò di ridurla in chiaro a dispetto del proprio autore. Il Benbo disse che era questa una filza di proverbj senza soggetto, continuato, del genere di quelle che gli antichi chiamavano frottole; il Castelvetro la credè una canzone proverbio 75 80 85 90 sa, ma di concetti ordinati, e riguardanti l'amor di Laura, e in questa veduta si diede ad interpretarla: il Lelio opinò ch'ella fosse tutta allusiva alla Corte Papale; altri finalmente pensarono che vi si parli del ritiro del Poeta da Avignone in Valchiusa, toccando e di sè medesimo e di Laura e della Corte insieme. Sia comunque, tal gergo, che non s'è finora trovato una chiave per penetrarlo. * MADRIGALE III. Allegoricamente descrive le circostanze del suo dolce innamoramento. Nova angeletta sovra l' ale accorta Scese dal cielo in sulla fresca riva Verso 1. Nova. Mirabile. Di forme, di natura, non più veduta fra noi. Sovra l'ale accorta. Modo di dire significativo dell' avvedimento e della prontezza della spirito di Laura rappresentata sotto figura di angeletta, e però alata. 2. In su la fresca riva. Di Sorga. Ovvero intende generalmente le campagne e i luoghi abitati o frequentati da Laura, o pur questo mondo, questa vita. - 3. Là Ama, teme, SONETTO LXXI. e vorrebbe fuggire dagli occhi di Laura, che poi vede da per tutto. Non veggio ove scampar mi possa omai: Che di e notte nella mente stanno, Che volver non mi posso ov' io non veggia Solo d'un lauro tal selva verdeggia, Che 'l mio avversario con mirabil arte Verso 1. Ove scampar mi possa. Dove io mi possa salvare. Dove salvarmi.-3-4. No'l soverchio affanno Distrugga'l cor. Cheil troppo affanno non disfaccia, non uccida, non riduca al niente il mio cuore. 5. Gli amorosi rai. Cioè gli occhi di Laura. 6. Nella mente. Nella mia mente. 9. Si cosparte. Si fattamente sparse per ogni dove. 10. Volver. Volgere. Ov'io non veggia. In parte alcuna nella quale io non vegga. Da niun lato sicchè io non vegga. 11. O la luce di quegli occhi, o altra luce simi le, accesa e derivata da quella. SONETTO LXXII. Volgesi lieto a salutar quel terreno dove Laura cortese lo saluto. Avventuroso più d' altro terreno, Ov' Amor vidi già fermar le piante, Un'immagine salda di diamante, Ch'i' non m'inchini a ricercar dell' orme Verso 1. D'altro. D'ogni altro. 2. Quello dove io vidi Amore, cioè Laura, fermare il passo; ovvero, dove io vidi Amore fermar le piante, cioè il passo, di Laura. — 5. Poria. Potrebbe. Per tempo. Per lunghezza di tempo. Per corso di tempo. Venir meno. Consumarsi. Disfarsi.-6. Salda. Solida. -7. Che. Prima, dico, che egli avvenga che. L'atto dolce. Di Laura, detto di sopra. Cioè l'atto di fermarsi e volgere uno sguardo al Poeta. -9. Ti vedrò. Segue a parlare a quel terreno.-11. Giro. Cioè tratto, spa zio, circuito di terreno. Ovvero significa il movimento degli occhi o della persona di Laura in quella occasione. -12. Valoroso. Nobile, egregio, quale è quello di Laura.-13. Prega. Pregalo, cioè prega il cuor di Laura, che viene a dire: prega Laura. Un medesimo pronome, cioè il pronome il, espresso in questo verso una volta sola, cioè davanti a vedrai, serve in un tempo a due verbi, cioè alla voce vedrai ed alla voce prega. Sennuccio mio. Sennuccio Del Bene, nome di un amico del Poeta. SONETTO LXXIII. Se Amore lo turba, si ra serena pensando agli occhi e alle parole di Laura. Lasso, quante fiate Amor m'assale, Che fra la notte e 'l di son più di mille, Torno dov' arder vidi le faville Che 'l foco del mio cor fanno immortale. Ivi m'acquelo: e son condotto a tale, Ch' a nona, a vespro, all' alba ed alle squille |