Che di null' altro mi rimembra o cale. Move col suon delle parole accorte, Sempre in quell' aere par che mi conforte; Verso 1. Quante fate. Tutte le volte che.-2. Che Le quali fiate.-3. Dove. Forse accenna quel medesimo luogo di cui parla il Sonetto addietro. Le faville. Intende degli occhi di Laura. -4. Immortale. Perpetuo.-5. Condotto a tale. Ridotto in grado, in termine, tale.-6. A nona. A mezzodi. Alle squille. All' ave maria.-7. Nel pensier. Nel mio pensiero. 8. Mi rimembra o cale. Mi ricordo o mi SONETTO LXXIV. Sopraggiuntagli Laura quando men l'aspettava, non ardi pur di parlarle. Ristretto in guisa d' uom ch' aspetta guerra, Stampava il sole, e riconobbi in terra I' dicea fra mio cor: perchè paventi? Ma non fu prima dentro il penser giunto, SONETTO LXXV. Il dolce e pictoso saluto della sua Donna lo rende estatico dal piacere. La Donna che 'l mio cor nel viso porta, Ch' avrebbe a Giove nel maggior furore Piaceri, in quel saluto ripensando, medesimo concetto trovasi espresso anche in altri luoghi del Canzoniere, e specialmente nella Canzone seconda su gli occhi di Laura, ove si legge: per isfogar il petto Che forma tien dal variato aspetto. Mail Ch. Sig. Prof. Muzzi, a cui con troppo ossequio e poco accorgimento si fece eco in un' appendice al Petrarca pubblicato dal Passigli, menando alla lunga un suo dotto discorso a schiarimento del citato verso, usciva finalmente in questa interpretazione: La donna la quale trasporta nel vollo SONETTO LXXVI. Svela all'amico quali continuamente sieno stati, e sieno i pensieri suoi. Sennuccio, i' vo' che sappi in qual maniera Ardomi e struggo ancor com' io solia; Qui tutta umile e qui la vidi altera;~ Or aspra or piana, or dispietata or pia; Qui si rivolse, e qui rattenne il passo; Qui cangiò 'l viso. In questi pensier lasso, Verso 3. Ardomi e struggo. Mi brucio e mi struggo. Com' io solia. Come io soleva. Cioè come per l' addietro. 4. Mi volve. Mi agita. Mi governa a suo piacimento. Pur. Pu ramente. Al tutto. Quel ch' i m'era. SONETTO LXXVII. La sola vista di Valchiusa gli fa dimenticare tutti i pericoli di quel viaggio. Qui, dove mezzo son, Sennuccio mio, Raccese il foco, e spense la paura: Che farei dunque gli occhi suoi guardando! Verso 1. Qui. Cioè in Valchiusa. Mezzo. Perocchè io ci sono senza di voi.-2. Così. Particella desiderativa. Intero. Cioè in compagnia vostra. E voi. E voi ci foste.-5. Cioè, venni tra la tempesta e il vento. - 4. Subilo. Improvvisamente.-5. Qui son secu ro. Qui ho l'animo sicuro. Cioè, qui non sento paura della tempesta. Vovvi dir. Voglio dirvi. 6. Non temo qui della tempesta, come io soglio.-7.Mitigalo, non che spento. Non dico spento, ma nè pur mitigato.-8. Nè mica. Né anche in una menoma parte. Il mio ardente desio. Cioè la mia passione amorosa. — 9. All' amorosa reggia. Alla reggia di Amore. Vuol dire alla patria di Laura.-10-11. Onde nacque. Il luogo da cui, cioè dove, nacque. Laura dolce e pura, Ch' acqueta l'aere e mette i tuoni in bando. Parla con senso doppio, e facendo allusione al significato della voce Laura divisa in due, cioè l'aura.— 12. Nell'alma. Cioè nell' anima mia. 13. E spense la paura. Della tempesta detta innanzi.-14. Or che sarebbe se io mirassi gli occhi di Laura, poichè il veder solo il luogo del suo natale, ha racceso in me il fuoco e spenta la paura! SONETTO LXXVIII. Tornato in Valchiusa, brama solo la pace con Laura, e l'onore del Colonnese. Dell' empia Babilonia, ond'è fuggita Nè di me molto nè di cosa vile, Nè dentro sento nè di fuor gran caldo. Verso 1. Dell' empia Babilonia. 4. Per allungar la vita. Cioè per campare, per conservare, la vita; per non morir di rincrescimento e di cordoglio.-7-8. Seco. Cioè con Amore. A' tempi migliori Sempre pensando. Pascendomi continuamente della speranza, ovvero della ricordanza, di tempi migliori. M'aita. M'aiuta. Cioè mi conforta, mi sostiene. 9-44. Nè mi curo gran fatto, nè mi do molto pensiero, del volgo nè della SONETTO LXXIX. Voltasi Laura a salutarlo, il Sole per gelosia si ricoperse con una nube. In mezzo di duo amanti onesta altera Vidi una donna, e quel signor con lei, Che fra gli uomini regna e fra gli Dei; Dell' amico più bello, agli occhi miei La gelosia che 'n su la prima vista, Un nuviletto intorno ricoverse: Verso 1. Di duo amanti. L'uno il Poeta e l'altro il Sole, amante di Dafne, confusa qui, come altrove, con Laura.-2. Una donna. Cioè Laura. Quel signor. Cioè Amore.-5-6. Poi che s'accorse chiusa dalla spera Dell' amico più bello. Poichè si accorse di esser chiusa dalla sfera, cioè circondata dai raggi, del più bello de' due amanti, cioè del Sole. Vuol dire in sostanza: sentendosi abba gliare dalla luce del Sole. - 8. In ver. Verso. Più fera. Più aspra, più rigida, di quel che ella fu in quel punto. - 9. Si converse. Si conver tì. Cioè si cangiò. 10. In su la prima vista. Alla prima. A prima giunta. 11. Avversario. Rivale. Intende del Sole. 12. A lui. Cioè al Sole. 13. Nuviletto. Nuvoletto. Ricoverse. Ricoperse. Ricoprì. — 14. Li. Gli. SONETTO LXXX. Non desidera, non contempla e non trova che la sola immagine della sua Donna. Pien di quella ineffabile dolcezza Che del bel viso trassen gli occhi miei Ch'è refrigerio de' sospir miei lassi, Ivi non donne, ma fontane e sassi, E l'immagine trovo di quel giorno Che 'l pensier mio figura ovunqu' io sguardo. Verso 2. Trassen. Trassero. 3. Volentier chiusi gli avrei. Cioè, volentieri sarei morto o diventato cieCo.- - 5. Lassai quel ch' ï' più bra |