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BALLATA I.

Accortasi Laura dell'amore di lui, gli si fece tosto più severa che prima.

Lassare il velo o per Sole o per ombra,

Donna, non vi vid' io,

Poi che 'n me conosceste il gran desio

Ch'ogni altra voglia d' entr' al cor mi sgombra.

Mentr' io portava i be' pensier celati
C' hanno la mente desiando morta,
Vidivi di pietate ornare il volto;
Ma poi ch' Amor di me vi fece accorta,
Fur i biondi capelli allor velati,
E l'amoroso sguardo in se raccolto.
Quel ch'i' più desiava in voi, m'è tolto:
Si mi governa il velo,

Che per mia morte ed al caldo ed al gelo,
De' be' vostr' occhi il dolce lume adombra.

Verso 1. Lassare. Lasciare. Deporre.-3. Poi che. Dopo che.-4. D'entr' al cor mi sgombra. Mi scaccia dal cuore.-5. I be' pensier. I miei pensieri di amore verso di voi. 6. Che hanno col gran desiderio uccisa la mente mia, cioè annullate le mie facoltà mentali.-7. Vidi nel vostro volto qualche segno di compassione verso di

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me.- 8. Ma dopo che Amore, che era in me, vi ebbe dato segno di quello che pensava.-10. In se. In se stesso.11. Quel ch'i' più desiava in voi. Cioè la vista degli occhi vostri.-12-14. Così mi tratta quel velo che, per mia pena mortale, adombra sì al caldo e sì al gelo, cioè a tutte l'ore, il dolce lume dei vostri begli occhi.

SONETTO IX.

Spera nel tempo, che, rendendo Laura men bella, gliela renderà più pietosa.

Se la mia vita dall' aspro tormento

Si può tanto schermire e dagli affanni,
Ch'i' veggia, per virtù degli ultim❜ anni,
Donna, de' be' vostr' occhi il lume spento,
E i cape' d'oro fin farsi d'argento,

E lassar le ghirlande e i verdi panni,
E'l viso scolorir, che ne' miei danni
A lamentar mi fa pauroso e lento;
Pur mi darà tanta baldanza Amore,

Ch'i' vi discovrirò, de' miei martiri
Qua' sono stati gli anni e i giorni e l' ore.
E se 'l tempo è contrario ai be' desiri,

Non fia ch' almen non giunga al mio dolore
Alcun soccorso di tardi sospiri.

Versi 1-4. Se la mia vita potrà reggere al tormento e agli affanni di amore, tanto che io vi vegga giunta in età provetta, e spento per virtù di questa il lume, cioè lo splendore dei vostri occhi.-5. I cape' d'oro fin. I capelli d'oro fino, cioè puro. Farsi. Divenire. -6. E lassar. E voi lasciare. I verdi panni. Le vesti di color gaio. Le vesti da giovane.-7-8. E scolorirsi quel viso che ora m'infonde tanta timidità,

che ne' miei mali appena ardisco di lamentarmi.-9. Pur. Alla fine. Baldanza. Ardire. Coraggio.-10. Discovrirò.-Discoprirò. Manifesterò. Narrerò. -11. Qua'. Quali.—12-14. E sebbene allora il tempo, cioè la nostra età provetta, sarà contrario ai bei desiderj, cioè all'amore; almeno il dolor mio sarà un poco alleggerito da qualche vostro tardo sospiro. Non fia significa non sarà, non avverrà, non potrà essere.

SONETTO X.

É lieto e contento che l'amore di Laura il sollevi al Bene sommo.

Quando fra l'altre donne ad ora ad ora
Amor vien nel bel viso di costei;
Quanto ciascuna è men bella di lei,
Tanto cresce il desio che m'innamora.
I' benedico il loco e 'l tempo e l' ora
Che si alto miraron gli occhi miei,
E dico: Anima, assai ringraziar dei
Che fosti a tanto onor degnata allora.
Da lei ti vien l'amoroso pensiero

Che, mentre 'l segui, al sommo Ben t' invia,
Poco prezzando quel ch'ogni uom desia:

Da lei vien l'animosa leggiadria

Ch' al Ciel ti scorge per destro sentiero,
Si ch'i' vo già della speranza altiero.

Versi 1-2. Quando Amore nel bel viso di costei viene ad ora ad ora tra le altre donne. Cioè, quando costei viene tra le altre donne, e però ci viene Amore, che abita nel suo bel viso. Ad ora ad ora vuol dire di quando in quando. — 6. Si alto. Cioè sì nobile oggetto.

7.Ringraziar. Ringraziare il Cielo o la Fortuna. Dei. Devi.-8. A tanto onor degnala. Fatta degna di tanto onore. Graziata di tanto onore.-10. Mentre. Finchè. T'invia. T' indirizza. Ti conduce.-11. Prezzando. Apprezzando. Stimando. Questa voce si riferisce al

l'anima, non all'amoroso pensiero. Quel ch'ogni uomo desia. I beni desiderati dalla moltitudine.-12. L'animosa leggiadria. La bella e nobile

L

franchezza.-13. Ti scorge. Ti guida. Ti mena. Destro. Buono. Acconcio. Diritto.-14. Vo. Sono. Vivo. Della speranza. Della speranza del Cielo.

BALLATA II.

Lontano non la vedrà, che col pensiero, e però invita gli occhi a saziarsene.

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Occhi miei lassi, mentre ch' io vi giro

Nel bel viso di quella che v' ha morti,
Pregovi, siate accorti;

Che già vi sfida Amore; ond' io sospiro.
Morte può chiuder sola a' miei pensieri
L'amoroso cammin che li conduce
Al dolce porto della lor salute.
Ma puossi a voi celar la vostra luce
Per meno obbietto; perchè meno interi
Siete formali, e di minor virtute.
Però dolenti, anzi che sian venute
L'ore del pianto, che son giả vicine,
Prendete or alla fine

Breve conforto a si lungo martiro.

Verso 1. Lassi. Miseri, o vero, stanchi dal piangere. — 2 V'ha morti. Vi ba spenti.-3. Siate accorti. Civè, studiatevi di bearvi in quella vista quanto

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può un obbietto, cioè un ostacolo, minore della morte, nascondere a voi, occhi miei, la vostra luce, cioè privarvi di Laura; perchè voi siete per natura meno

più potete. Il Poeta era per doversi par-perfetti che i pensieri, e forniti di mitire dalla sua Laura.-4. Che. Perocchè. Vi sfida. A reggere al dolore della lontananza.-5-10 I miei pensieri non possono essere impediti di giungere a Laura,se non dalla morte; cioè, nulla, se non solamente la morte, mi può tòrre la facoltà di pensare a Laura; ma ben

nor potenza. 11. Dolenti. Infelici.
Vocativo. Anzi che. Prima che.
12. L'ore del pianto. Cioè l'ore della
lontananza.-15. Alla fine, Per l'ulti-
ma volta avanti la partenza.-14. Un
breve ristoro che vi aiuti a poter poi
sostenere un dolor sì lungo.

SONETTO XI.

Irresoluto nel dilungarsi da Laura, descrive i varj affetti da cui è agitato.

Io mi rivolgo indietro a ciascun passo

Col corpo stanco, ch'a gran pena porto;
E prendo allor del vostr' aere conforto,
Che 'l fa gir oltra, dicendo: Oimè lasso.
Poi ripensando al dolce ben ch'io lasso,

Al cammin lungo ed al mio viver corto,
Fermo le piante sbigottito e smorto,

E gli occhi in terra lagrimando abbasso.
Talor m' assale in mezzo a' tristi pianti

Un dubbio, come posson queste membra
Dallo spirito lor viver lontane.
Ma rispondemi Amor: Non ti rimembra
Che questo è privilegio degli amanti,
Sciolti da tutte qualitati umane?

Il poeta componeva questo Sonetto nel tempo di un suo viaggio col quale si allontanava da Laura.

Versi 5-4. E respirando dell' aria che viene dalla parte dove voi siete, prendo un poco di ristoro, confortato dal quale il mio corpo va innanzi, dicendo: Misero me.-5. Lasso. Lascio.

-7. Fermo le piante. Fermo il passo.

-40. Un dubbio, come posson. Un dubbio; e il dubbio è questo: come possono.-11. Dallo spirito lor. Che è Laura.-12 Non ti rimembra. Non ti sovviene.-13. Questo. Cioè di poter vivere col corpo lontano dal suo spirito.

SONETTO XII.

Ansioso cerca da per tutto chi gli presenti le vere sembianze di Laura.

Movesi'l vecchierel canuto e bianco

Del dolce loco ov' ha sua età fornita,
E dalla famigliuola sbigottita,
Che vede il caro padre venir manco:
Indi traendo poi l'antico fianco

Per l'estreme giornate di sua vita,
Quanto più può col buon voler s' aita,
Rotto dagli anni e dal cammino stanco.
E viene a Roma, seguendo 'l desio,
Per mirar la sembianza di colui
Ch' ancor lassù nel Ciel vedere spera.
Cosi, lasso, talor vo cercand' io,
Donna, quant'è possibile, in altrui
La desiata vostra forma vera.

Verso 2. Del. Dal. Ov' ha sua età fornita Dove ha passato la sua vita che è presso alla fine. -4. Venir manco. Venir meno, cioè andar languendo,mancando, per la vecchiezza.-5. Indi. Di là.-6. Per le. Nelle.-7. S' aita.

S'aiuta.-8. E dal cammino stanco. E stanco dal cammino.-9. Seguendo l desio. Menato dal suo desiderio. · 10. La sembianza. L'immagine. Chiama immagine di Cristo il papa. *Intendi piuttosto la Veronica, di che parla an

che Dante nel 31 del Par., ossia il sudario in cui vedesi l'effigie del Redentore; chè nessuno ba mai creduto che il papa abbia la sembianza di Cristo. Ol

trechè chi avesse voluto vedere il papa a tempo del Petrarca, non a Roma avrebbe dovuto portarsi, ma ad Avignone.-15. In altrui. In altri.

SONETTO XIII.

Quale sia il suo stato quando Laura gli è presente, e quando da lui si diparte.

Piovonmi amare lagrime dal viso,

Con un vento angoscioso di sospiri,
Quando in voi adivien che gli occhi giri,
Per cui sola dal mondo i' son diviso.

Vero è che 'l dolce mansueto riso

Pur acqueta gli ardenti miei desiri,
E mi sottragge al foco de' martiri,
Mentr' io son a mirarvi intento e fiso:
Ma gli spiriti miei s' agghiaccian poi

Ch'i' veggio, al dipartir, gli atti soavi
Torcer da me le mie fatali stelle.
Largata al fin con l'amorose chiavi
L'anima esce del cor per seguir voi;
E con molto pensiero indi si svelle.

Verso 5. Quando avviene che io giri, cioè volga, gli occhi in voi, cioè a voi. 6. Pur. A poco a poco. - 8. Mentre. Finchè. 9-11. Ma il cuore e il sangue mi si agghiacciano quando, nel separarci l'uno dall' altro, io veggo che le mie stelle, cioè gli occhi vostri, che per me sono fatali, cioè hanno in

flussi simili a quei delle stelle del cielo, ritirano da me i loro atti soavi; o vero, che voi con atti soavi licenziandovi, ritirate da me gli occhi vostri.-12. Largata. Dischiusa. Con l'amorose chiavi. Colle chiavi d'amore.-14.Si stacca da voi, e non senza molto pensiero di voi, ritorna in me.

SONETTO XIV.

Per poter meno amarla, fugge, ma inutilmente, dalla vista del suo bel volto.

Quand' io son tutto volto in quella parte

Ove 'l bel viso di Madonna luce;

E m'è rimasta nel pensier la luce

Che m'arde e strugge dentro a parte a parte;

I', che temo del cor che mi si parte,
E veggio presso il fin della mia luce,
Vommene in guisa d'orbo senza luce,

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