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bisogno. Come voleva il bisogno.
12. Ale non giunsi alle piante. Non

aggiunsi, non legai, non posi, ale a' miei piedi. 14. Degli. Dagli.

SONETTO CL.

Arso e distrutto dalla fiamma amorosa, non ne incolpa che la propria sorte.

D'un bel, chiaro, polito e vivo ghiaccio
Move la fiamma che m' incende e strugge,
E si le vene e 'l cor m'asciuga e sugge,
Che 'nvisibilemente i' mi disfaccio.

Morte, già per ferire alzato 'l braccio,
Come irato ciel tuona o leon rugge,
Va perseguendo mia vita che fugge;
Ed io, pien di paura, tremo e taccio.
Ben poria ancor pietà con amor mista,

Per sostegno di me, doppia colonna
Porsi fra l'alma stanca e 'l mortal colpo:
Ma io nol credo, nè 'l conosco in vista
Di quella dolce mia nemica e donna:
Nè di ciò lei; ma mia ventura incolpo.

Verso 1. Vuol dir Laura.-2. Move. Viene. Procede. Nasce. 5. Si. Si fattamente.-7. Perseguendo. Inseguendo.-9. Poria. Potrebbe. Pietà con amor. Che nascessero nel cuor di Laura. 11. L'alma. L' alma mia.

E'l mortal colpo. Che mi è minaeciato da Morte. -12-13. Ma io non credo che ciò sia per avvenire, e non ne veggo alcun segno nell' aspetto di Laura, Donna qui sta per signora.14. Ventura. Fortuna.

SONETTO CLI.

L' amerà anche dopo morte. Essa nol crede, ed egli se ne rattrista.

Lasso, ch'i' ardo, ed altri non mel crede;
Si crede ogni uom, se non sola colei
Che sovr' ogni altra e ch'i' sola vorrei :
Ella non par che 'l creda, e si sel vede.
Infinita bellezza e poca fede,

Non vedete voi 'l cor negli occhi miei?
Se non fosse mia stella, i' pur devrei
Al fonte di pietå trovar mercede.
Quest' arder mio, di che vi cal si poco,
E i vostri onori in mie rime diffusi,
Ne porian infiammar fors' ancor mille:

Ch'i' veggio nel pensier, dolce mio foco,
Fredda una lingua, e duo begli occhi chiusi
Rimaner dopo noi pien di faville.

Verso 2. Si crede. Anzi veramente mel crede.-3. La quale più che ogni altra persona, anzi la qual sola io vorrei che mel credesse. 4. E si sel vede. E pure, e nondimeno, lo vede.

5. Vocativi. Cioè, o donna di bellezza infinita e di poca fede.

7. Se non fosse mia stella. Se non fosse la mia sorte nemica, che lo impedisce. Devrei. Dovrei.-S. Al fonte di pietà.

Che siete voi. - 9. Di che. Di cui.11. Potrebbero infiammar di amore forse anco mille donne. 12. Che. Perocchè. Veggio nel pensier. Cioè preveggo col pensiero. Dolce mio foco. Vocativo.15-14. Cioè, che voi, per virtù delle mie rime, vivrete nella memoria degli uomini ancor dopo morta. Pien vale pieni, e dipende da rima

nere.

SONETTO CLII.

Propone Laura a se stesso come un modello di virtù da doversi imitare.

Anima, che diverse cose tante

Vedi, odi e leggi e parli e scrivi e pensi ;
Occhi miei vaghi, e tu, fra gli altri sensi,
Che scorgi al cor l' alte parole sante;
Per quanto non vorreste o poscia od ante

Esser giunti al cammin che si mal tiensi,
Per non trovarvi i duo bei lumi accensi,
Nè l'orme impresse dell'amate piante?
Or con si chiara luce e con tai segni

Errar non dessi in quel breve viaggio
Che ne può far d' eterno albergo degni.
Sforzati al cielo, o mio stanco coraggio,

Per la nebbia entro de' suoi dolci sdegni
Seguendo i passi onesti e 'l divo raggio.

Verso 1. Anima. Anima mia. Diverse cose tante. Tante cose diverse. -5. Vaghi. Cupidi. Bramosi. E tu. Parla al senso dell'udito. 4 Scorgi. Guidi. Conduci. Al cor. Al mio cuore. L'alle parole sante. Di Laura, · 5-8. Quanto gran prezzo non rifiutereste voi piuttosto che acconsentire di esser venuti al mondo o più presto o più tardi di questo tempo, in guisa che non aveste trovato nella vita costei? Ante

vale avanti, prima.-9. Con si chiara luce. Quella de' duo bei lumi accensi, cioè degli occhi di Laura. Con tai segni. Cioè l' orme impresse dell' amate piante, che vuol dire i vestigi di Laura.- 40. Dessi. Si dee. In quel breve viaggio. Cioè nel viaggio della vita.11. Ne. Ci.-15. Per la nebbia entro.

Per entro la nebbia. 14. I passi onesti. Le orme di Laura. Divo. Divino. Raggio. Degli occhi di Laura.

SONETTO CLIII.

Confortasi col pensiero che un dì gli sarà invidiata la sua fortuna.

Dolci ire, dolci sdegni e dolci paci,

Dolce mal, dolce affanno e dolce peso,
Dolce parlar e dolcemente inteso,

Or di dolce òra, or pien di dolci faci.
Alma, non ti lagnar, ma soffri e taci,

E tempra il dolce amaro che n'ha offeso,
Col dolce onor che d'amar quella hai preso
A cu' io dissi: tu sola mi piaci.
Forse ancor fia chi sospirando dica,

Tinto di dolce invidia: assai sostenne
Per bellissimo amor questi al suo tempo.
Altri: fortuna agli occhi miei nemica!
Perchè non la vid' io? perchè non venne
Ella più tardi, ovver io più per tempo?

Verso 4. Or pieno di dolce aura, cioè refrigerio, or di dolci faci, cioè di dolce ardore. 6. Che n'ha offeso: Che ci ha travagliati. -7. D'amar. Dall'amare. Preso. Ricevuto.-8. A

-

cu' io. A cui io.-9. Ancor fia chi. Ci
sarà nell'avvenire qualcuno che.
10. Sostenne. Sofferse.-11. Questi.
Cioè il Poeta.-12. Altri. Altri forse
dirà. 14. Per tempo. Presto.

1

CANZONE XV.

La persuade esser falso ch' ei avesse detto di amare altra donna,

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S'i' 'l dissi mai, ch'i' venga in odio a quella
Del cui amor vivo, e senza 'l qual morrei:
S'i' 'l dissi, ch' e' miei di sian pochi e rei,
E di vil signoria l'anima ancella :
S'i' 'l dissi, contra me s' arme ogni stella,
E dal mio lato sia

Paura e gelosia,

E la nemica mia

Più feroce ver me sempre e più bella.

Verso 1. S'i'l dissi mai. D'amare un'altra donna.-5. Ch' e'. Chei. Rei. Cattivi. Miseri.-4. Di vil signoria.

5

Cioè di vil passione, affetto.-5.S'arme.
Si armi.-8. La nemica mia.Laura.-
9. Più feroce. Suppl. sia. Ver. Verso.

S'i' 'l dissi, Amor l'aurate sue quadrella
Spenda in me tutte, e l'impiombate in lei:

S'i' 'l dissi, cielo e terra, uomini e Dei
Mi sian contrari, ed essa ognor più fella :
S'i' 'l dissi, chi con sua cieca facella
Dritto a morte m' invia,

Pur come suol si stia,

Nè mai più dolce o pia

Ver me si mostri in atto od in favella.

Verso 1. L'aurate sue quadrella. Le saette che producono amore. 2. L'impiombate. Quelle che generano odio o freddezza. -4. Fella. Aspra. Rigida.-5. Chi. Colei che. Cioè Laura. Cieca facella. Cioè face, fiamma, che arde le intime e segrete parti dell'uomo. Chiusa, occulta, invisibile fa

5

cella. Così Virgilio di Didone innamorata: Vulnus alit venis, et cæco carpitur igni. 6. Dritto. Avverbio. -7. Si rimanga tale, nè più nè meno, quale ella suol essere. 8. Più dolce o pia. Più dolce o pietosa di quel che ella suole. 9. Ver. Verso. In atto od in favella. In opere o in parole.

S'i' 'l dissi mai, di quel ch' i' men vorrei,
Piena trovi quest' aspra e breve via:

S'i' 'l dissi, il fero ardor che mi desvia
Cresca in me, quanto 'l fier ghiaccio in costei:
S'i' 'l dissi, unqua non veggian gli occhi miei 5
Sol chiaro o sua sorella,

Në donna ně donzella,

Ma terribil procella,

Qual Faraone in perseguir gli Ebrei.

Verso 2. Trovi.Io trovi. Quest'aspra e breve via. Cioè la vita. 3. Fero. Fiero. Mi desvia. Mi disvia. Cioè mi trae della via, mi fa smarrire, mi toglie

il senno.-5. Unqua. Mai. —6. Sole chiaro nè luna chiara.-9. Qual. Accusativo. Come quella che. Faraone. Suppliscasi vide. Perseguir. Inseguire.

S'i' 'l dissi, coi sospir, quant' io mai fei,
Sia pietà per me morta e cortesia :

S'i' 'l dissi, il dir s'innaspri, che s'udia
Si dolce allor che vinto mi rendei:

S'i' 'l dissi, io spiaccia a quella ch'io torrei, 5

Sol chiuso in fosca cella

Dal di che la mammella

Lasciai fin che si svella

Da me l'alma, adorar: forse 'l farei.

Versi 1-2. Coi sospir, quant' io mai fei, Sia pietà per me morta e cortesia. Sieno morti, cioè perduti, e

gittati invano, i miei sospiri e quanto io feci mai; e con questo, e insieme, cioè medesimamente, sia morta per me

ogni pietà e cortesia. - 5. Il dir. Cioè le parole di Laura. S'innaspri. Divenga aspro. 4. Che vinto mi rendei. Cioè, che fui preso dell'amor di

Laura.-5. Torrei. Congiungasi que
sta voce col verbo adorar dell' ultimo
verso della stanza; e intendasi: For-
rei, sarei contento, di adorare.

Ma s'io nol dissi, chi si dolce apria

Mio cor a speme nell' età novella,
Regga ancor questa stanca navicella
Col governo di sua pietà natia,

Ně diventi altra, ma pur qual solia
Quando più non potei,
Che me stesso perdei,
Nè più perder devrei.

Mal fa chi tanta fe' si tosto obblia.

Verso 1. Chi. Colei che.-2. Età. Età mia.-3. Ancor. Anche ora. Anche in avvenire. Tuttavia. 4. Governo. Timone. Natia. Naturale. Ingenita. – 5. Ma pur qual solia. Ma

5

sia quale ella soleva essere. —
-6. Sup-
pliscasi perdere, patire, sostenere,
fare, o altro simile. Ovvero intendasi :
quando io non potei resistere.
8. Devrei. Dovrei. - 9. Fe'. Fede.

Io nol dissi giammai, nè dir poria

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Per oro o per cittadi o per castella.
Vinca 'l ver dunque e si rimanga in sella,
E vinta a terra caggia la bugia.

Tu sai in me il tutto, Amor: s'ella ne spia, 5

Dinne quel che dir dei.

I' beato direi

Tre volte e quattro e sei

Chi, devendo languir, si mori pria.

Verso 1. Nè dir poria. Nè potrei dirlo.-3. E si rimanga in sella. Metafora tolta dai giostratori. 4. Caggia. Cada. 5. Ne spia. Ne cerca.

Ne dimanda. - 6. Dei. Devi. —7. Io
direi: beato. 9. Devendo. Doven-
do. Languir. Per amore. Pria. Di
languire.

Per Rachel ho servito e non per Lia;

Nè con altra saprei

Viver; e sosterrei,

Quando 'l Ciel ne rappella,

Girmen con ella in sul carro d' Elia.

Verso. Cioè, per Laura ho patito e non per un'altra donna. Ha riguardo al servizio prestato da Giacobbe a Labano

per avere in isposa Rachele.-5-5. E so-
sterrei girmen. Ed avrei cuore di andar-
mene. Ne rappella. Ci richiama a se.

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