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Che pietà viva e 'l mio fido soccorso
Vedem' arder nel foco e non m' aita.

Verso 3. E raddoppiarsi i mali.
E trovo raddoppiarsi i miei mali.
6-7. E son fra gli animali L'ulti-
mo. Cioè: sono di condizione inferiore
a quella degli altri animali, in peggior
condizione che qualunque altro anima-
le, perchè gli altri hanno pace almeno
la notte. Veggansi le due prime stanze
della prima Sestina. 8. Ad ogni
or. In ogni tempo. Di pace in bando.
Privo di pace.
9-10. Dall' uno al-
l'altro sole E dall' un'ombra all' al-

tra. Da giorno a giorno e da notte a notte. Vuol dire, andando oltre a grado a grado negli anni. Ho già 'l più corso. Ho già trapassata la maggior parte. 12. L'altrui fallo. Vuol dir la colpa di Laura. 13. Che. Perocchè. Pietà viva e il mio fido soccorso. Cioè, Laura che è la pietà in persona, e dove è riposta ogni speranza ch'io ho di soccorso. 14. Vedem' arder. Mi vede ardere. Aita. Aiuta.

SONETTO CLXII.

Si pente d' essersi sdegnato verso di una bellezza che gli rende dolce anche la morte.

Già desiai con si giusta querela

E 'n si fervide rime farmi udire,
Ch'un foco di pietà fessi sentire
Al duro cor ch' a mezza state gela;
E l'empia nube che 'l raffredda e vela,
Rompesse a l'aura del mio ardente dire;
O fessi quella altrui 'n odio venire

/ Ch'e' belli, onde mi strugge, occhi mi cela.
Or non odio per lei, per me pietate

Cerco; che quel non vo', questo non posso;
Tal fu mia stella e tal mia cruda sorte:

Ma canto la divina sua beltate;

Che quand' i' sia di questa carne scosso,
Sappia 'l mondo che dolce è la mia morte.

Verso 1. Già. Un tempo.-5. Fessi. Facessi. 4. Al duro cor. Al cuor di Laura. Gela. Neutro. 6. Rompesse. Si rompesse. 7-8. Ovvero facessi venire in odio agli altri colei che mi nasconde i begli occhi con cui mi strugge. 9. Odio. Dipende da

cerco, che sta nel verso seguente. Per
me pietate. Ne pietà per me.
10. Quel. Cioè far venire in odio ad al-
trui la mia donna. Questo. Cioè far sen-
tire al cuor di Laura un fuoco di pietà.
15. Che. Acciocchè. Sicchè. Scosso.
Spogliato. Nudo.

SONETTO CLXIII.

Laura è un Sole. Tutto è bello finch' essa vive, e tutto si oscurerà alla sua morte.

Tra quantunque leggiadre donne e belle
Giunga costei, ch' al mondo non ha pare,

Col suo bel viso sol dell' altre fare
Quel che fa 'l di delle minori stelle.
Amor par ch' all'orecchie mi favelle,
Dicendo quanto questa in terra appare,
Fia 'l viver bello; e poi 'l vedrem turbare,
Perir virtuti, e 'l mio regno con elle.
Come Natura al ciel la luna e 'l sole,

All' aere i venti, alla terra erbe e fronde,
All' uomo e l'intelletto e le parole,

Ed al mar ritogliesse i pesci e l'onde ;
Tanto e più fien le cose oscure e sole,
Se morte gli occhi suoi chiude ed asconde.

Verso 1. Quantunque. Quanto si
voglia. Quanto si sia. 2. Pare.
Pari. -
5. Sol. Suole. 5. Fa-
velle. Favelli. 6. Quanto. Tanto
tempo quanto. Insino a tanto che.
Questa. Questa donna, cioè Laura.

7. Turbare. Turbarsi. Essere turbato. 8. Elle. Esse. 9. Come. Come se. Come avverrebbe se. 15. Fien. Saranno. Sole. Solitarie. Deserte. 14. Suoi. Di costei, cioè di Laura.

SONETTO CLXIV.

Levasi il Sole, e spariscono le Stelle. Levasi Laura, e sparisce il Sole.

Il cantar novo e 'l pianger degli augelli

In sul di fanno risentir le valli,

cristalli

E 'l mormorar de' liquidi c

Giù per lucidi freschi rivi e snelli.
Quella c'ha neve il volto, oro i capelli,

Nel cui amor non fur mai ’nganni nè falli,
Destami al suon degli amorosi balli,

Pettinando al suo vecchio i bianchi velli.
Cosi mi sveglio a salutar l' Aurora
Co

E 'l Sol ch'è seco, e più l' altro ond' io fui
Ne' prim' anni abbagliato e sono ancora.
I' gli ho veduti alcun giorno ambedui

Levarsi insieme, e 'n un punto e 'n un'ora Quel far le stelle e questo sparir lui. Verso 1. Novo. Cioè che si rinnuova, che ricomincia, in quell' ora. 2. In sul di. In sul far del dì. Risentir. Destarsi. · 3. Il mormorar. Nominativo, come il cantar e il pianger nel primo verso: e regge medesimamente il verbo fanno, che sta

nel verso precedente. - 5. Vuol dir l'Aurora. 7. Al suon degli amorosi balli. A quella, per così dir, festa che fa la natura in sul mattino.

8. Al suo vecchio. A Titone. Velli. Crini. Capelli. 10. L'altro. Quell'altro sole. Cioè Laura. Onde.

Dal quale.
- 11. Ne' prim' anni.
Ne' miei primi anni. E sono ancora.
Cioè abbagliato. 12. Ambedui.
Cioè questo e quell' altro sole.

13. Levarsi insieme. Comparire a

uno stesso tempo. E 'n un punto e 'n un' ora. E in un medesimo istante. 14. Cioè, il sole fare sparire le stelle, e Laura fare sparire il sole.

SONETTO CLXV.

Interroga Amore, ond' abbia tolte quelle tante grazie di cui Laura va adorna.
Onde tolse Amor l'oro e di qual vena,

Per far due trecce bionde? e 'n quali spine
Colse le rose, e ʼn qual piaggia le brine
Tenere e fresche, e diè lor polso e lena?
Onde le perle in ch'ei frange ed affrena
Dolci parole oneste e pellegrine?
Onde tante bellezze e si divine

Di quella fronte più che 'l ciel serena?
Da quali angeli mosse e di qual spera
Quel celeste cantar che mi disface

Si che m'avanza omai da disfar poco?

Di qual Sol nacque l'alma luce altera

Di que' begli occhi ond'io ho guerra e pace,
Che mi cuocono 'l cor in ghiaccio e 'n foco?

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Guardando gli occhi di lei si sente morire, ma non sa come staccarsene.

Qual mio destin, qual forza o qual inganno
Mi riconduce disarmato al campo

Lå 've sempre son vinto; e s'io ne scampo,
Maraviglia n' avrò; s'i' moro, il danno?
Danno non già', ma pro; si dolci stanno

Nel mio cor le faville e 'l chiaro lampo
Che l'abbaglia e lo strugge, e 'n ch'io m'avvampo:
E son già, ardendo, nel vigesim' anno.
Sento i messi di morte ove apparire

Veggio i begli occhi e folgorar da lunge;
Poi, s'avven ch' appressando a me li gire,

Amor con tal dolcezza m' unge e punge,
Ch'i' nol so ripensar, non che ridire;

Che nè ingegno nè

Verso 2. Al campo. Vuol dire alla presenza di Laura.-3. Là 've. Dove.

6. Lampo. Splendore. - 7. E'n ch'io. E in cui io. 8. E corre già l'anno ventesimo da che io ardo nel detto fuoco.-9. Messi. Nunzj. Forieri. Ove. Quando.-11. Avven. Avvie

lingua al vero aggiunge.

ne. Appressando.Appressandosi. Gire. Giri. Cioè volga. Sottintendasi Laura. -12. M'unge e punge. Cioè m'empie di piacere e d'affanno.-13. Ripensar, non che ridire. Non solo ridire, ma nè anche ripensare.-14. Che. Perocchè. Aggiunge. Arriva.

SONETTO CLXVII.

Non trovandola colle sue amiche, ne chiede loro il perchè; ed esse il confortano.

Liete e pensose, accompagnate e sole Donne, che ragionando ite per via, Ov'è la vita, ov è la morte mia? Perchè non è con voi com' ella sole? Liete siam per memoria di quel Sole; Dogliose per sua dolce compagnia La qual ne toglie invidia e gelosia, Che d'altrui ben, quasi suo mal, si dole. Chi pon freno agli amanti o dà lor legge? Nessun all' alma; al corpo ira ed asprezza: Questo ora in lei, talor si prova in noi. Ma spesso nella fronte il cor si legge: Si vedemmo oscurar l'alta bellezza, E tutti rugiadosi gli occhi suoi. Verso 1. Sole. Perchè prive della Compagnia di Laura.-3. Cioè: dove è Laura?-4. Sole. Suole.-5. Rispondono le donne. Di quel Sole. Cioè di Laura.-6-7. Per sua dolce compagnia La qual ne toglie invidia e gelosia. Perchè la sua dolce compagnia ci è tolta da invidia e da gelosia.-9. Soggiunge il Poeta. E vuol dire : come può Laura, essendo amante, e niuna cosa potendo por freno a chi ama, essere im

pedita di trovarsi con voi? Lor. Ad essi.

40. Rispondono le donne. Ira ed asprezza. Dei parenti, dei mariti, o simili.-14. Questo avviene ora a lei, e talora a noi. Cioè avviene che ira ed asprezza ci pongono freno e dan legge. 13. Oscurar. Oscurarsi. Cioè contristarsi e turbarsi per dispiacere di non potere essere seco noi. L'alta bellezza. Di Laura.-14. Rugiadosi. Cioè lagrimosi.

SONETTO CLXVIII.

Nella notte sospira per quella che sola nel dì può addolcirgli le pene.
Quando 'l Sol bagna in mar l' aurato carro,
E l'aer nostro e la mia mente imbruna,

Col cielo e con le stelle e con la luna
Un'angosciosa e dura notte innarro.
Poi, lasso, a tal che non m' ascolta narro
Tutte le mie fatiche ad una ad una,
E col mondo e con mia cieca fortuna,
Con Amor, con Madonna e meco garro.
Il sonno è 'n bando, e del riposo è nulla;
Ma sospiri e lamenti infin all'alba,

E lagrime che l'alma agli occhi invia.
Vien poi l'aurora, e l'aura fosca inalba;

Me no; ma 'l Sol che 'l cor m'arde e trastulla,
Quel può solo addolcir la doglia mia.

Verso 4. Innarro. Incaparro. Locuzione metaforica, che viene a dire: incomincio una trista notte.-5. A tal. A una. Cioè a Laura.-6. Fatiche. Miserie. Affanni. Patimenti.-8. Garro.

Garrisco. 12. L'aura fosca. Accusativo. Inalba. Imbianca. Rischiara.43. Il Sol. Vuol dir Laura.-14. Quel può solo. Quello solo può. Cioè il detto sole, che è Laura.

SONETTO CLXIX.

Se i tormenti che soffre lo condurranno a morte, ei ne avrà 'l danno, ma Laura la colpa.

S' una fede amorosa, un cor non finto,
Un languir dolce, un desiar cortese;
S'oneste voglie in gentil foco accese;
S' un lungo error in cieco laberinto ;
Se nella fronte ogni penser dipinto,

Od in voci interrotte appena intese,
Or da paura, or da vergogna offese ;
Sun pallor di viola e d'amor tinto;
S'aver altrui più caro che se stesso;

Se lagrimar e sospirar mai sempre,
Pascendosi di duol, d'ira e d'affanno ;
S'arder da lunge ed agghiacciar da presso,

Son le cagion ch' amando i' mi distempre ;
Vostro, donna, il peccato, e mio fia 'l danno.

Verso 4. Un lungo error. Un lungo aggirarsi.-5. Nella fronte. Dipende da dipinto. Penser. Pensiero.-6. Od in voci. O dipinto in voci. 7. Of fese. Turbate. Intraversate. Impac

ciate. - 8. Di viola e d'amor tinto. Tinto di viola e d'amore. 9. ALtrui. Cioè la persona amata.-15. Distempre. Distemperi. Cioè distrugga, disfaccia.

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