? Che 'ncontra a me medesmo seppi ordire; Ne posso 'l giorno che la vita serra Veggio, e dentro cangiarsi ogni desire. Come chi 'l perder face accorto e saggio, Vo ripensando ov' io lassai 'l viaggio Dalla man destra, ch' a buon porto aggiunge; me Vergogna e duol, che 'ndietro mi rivolve ; Un piacer usanza in me si forte, Verso 1. Che spazio mi si desse. Quanto tempo da vivere mi assegnasse. 4. Incontra. Contro. 5-6. E l'ingombro corporeo m'impedisce di prevedere il giorno che debbe esser Ï' ultimo della mia vita.- 6. Variarsi. Mutarsi di colore. 9. Del partire. Cioè del morire.-10. Da lunge. Lontano. 14. Come chi dalle proprie perdite è fatto accorto e saggio. Ovvero, come quello che son fatto accorto e saggio dalle mie perdite. Face è detto per fa. 12-13. Las 10 15 sai. Lasciai. Il viaggio Dalla _man destra. Vuol dir la strada del buono e diritto vivere. Che. Il qual viaggio. Aggiunge. Giunge. 14. Punge. 15. Rivolve. Rivolge. 16-18. Dall' altro lato non mi scioglie, cioè non mi pone in libertà, non mi lascia libero, un piacere cioè una vaghezza, una voglia, una passione, il quale per antico abito ha in me tanta forza, che egli si ardisce anco a voler venire a patti colla morte. Canzon, qui sono; ed ho 'l cor via più freddo Sentendomi perir senz' alcun dubbio Che pur deliberando, ho volto al subbio ben Gran parte omai della mia tela breve: Nè mai peso fu greve Quanto quel ch'i' sostegno in tale stato; Cerco del viver mio novo consiglio, E veggio 'l meglio ed al peggior m'appiglio. Verso 1. Qui. In tale stato. Via più. Vie più.-2. Della. Dalla. Cioè 5 10 per la. Che. Dipende da via più freddo.-3. Sentendomi perir. Vedendo, conoscendo, che io pero.-4-5. Perocchè, non facendo altro che andar deliberando, ho già consumato una gran parte della mia vita.-6. Fu gre ve. Fu tanto greve. 7. Sostegno. Sostengo.-8. A lato. Imminente.9. Del viver mio. Circa il tenore della mia vita. Consiglio. Partito. SONETTO CCVI. Laura gli è sì severa, che 'l farebbe morire, s'e' non isperasse di renderla pietosa. Aspro core e selvaggio, e cruda voglia Vivo sol di speranza, rimembrando Che poco umor già per continua prova Pregando, amando, talor non si smova; Duolsi d'esser lontano da Laura e dal Colonna, i due soli oggetti dell' amor suo. Signor mio caro, ogni pensier mi tira Devoto a veder voi, cui sempre veggio; Menami a morte ch'i' non me n'avveggio; Dovunque io son, di e notte si sospira. Son le catene ove con molti affanni SONETTI E CANZONI IN MORTE DI MADONNA LAURA. SONETTO I. Elogio di Laura nell'atto di sfogare l' acerbità del dolore per la morte di lei. M. Oimè 'l parlar ch' ogni aspro ingegno e fero Di che morte, altro bene omai non spero; Se non fossi fra noi scesa si tardo; Per voi conven ch' io arda e 'n voi respire: Ch'i' pur fui vostro; e se di voi son privo, Quand' io parti' dal sommo piacer vivo; CANZONE I. La morte di Laura lo priva d'ogni conforto; e non vivrà che per cantar le sue lodi. Che debbo io far? che mi consigli, Amore? Tempo è ben di morire; Ed ho tardato più ch' i' non vorrei. Madonna è morta, ed ha seco 'l mio core; Interromper conven quest'anni rei: Perchè mai veder lei misérable Cariness Di qua non spero; e l'aspettar m'è noia: Per lo suo dipartire, in pianto è volta, Versi 5-6. E se io voglio andar die- 5 10 ra. - 9. Poscia che. Posciachè. Pe- Amor, tu 'l senti, ond' io teco mi doglio, E so che del mio mal ti pesa e dole, Ed in un punto n'è scurato il sole. Qual ingegno a parole Poria agguagliar il mio doglioso stato? Ahi orbo mondo ingrato! Gran cagion hai di dever pianger meco; Versi 1-2. Amore, tu vedi e cono- Caduta è la tua gloria, 10 uno stesso punto. N'è scurato. Si è Nè degno eri, mentr' ella |