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Non ha più speranza di rivederla; e però si conforta coll'immaginarsela in cielo.

S' Amor novo consiglio non n' apporta,
Per forza converrà che 'l viver cange:
Tanta paura e duol l' alma trista ange,
Che 'l desir vive e la speranza è morta :
Onde si sbigottisce e si sconforta

Mia vita in tutto, e notte e giorno piange,
Stanca, senza governo in mar che frange,
E 'n dubbia via senza fidata scorta.
Immaginata guida la conduce;

Che la vera è sotterra; anzi è nel cielo,
Onde più che mai chiara al cor traluce;
Agli occhi no, che un doloroso vclo
Contende lor la desiata luce,

E me fa si per tempo cangiar pelo.

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Brama morir senza indugio, onde seguirla coll'anima, come fa col pensiero.

Nell' età sua più bella e più fiorita,

Quand' aver suol Amor in noi più forza,
Lasciando in terra la terrena scorza,

È Laura mia vital da me partita,

E viva e bella e nuda al ciel salita :

Indi mi signoreggia, indi mi sforza.

Deh perchè me del mio mortal non scorza

Cosi

L'ultimo di, ch'è primo all' altra vita?
Che come i miei pensier dietro a lei vanno,
i leve, espedita e lieta l' alma
ated io sia fuor di tanto affanno.
Ciò che s' indugia è proprio per mio danno,
Per far me stesso a me più grave salma.
O che bel morir era oggi è terz' anno!

La

Verso 2. Quando. Nella quale età. -4. Mia vital. È come dire: vita mia. -5. Nuda. Cioè spogliata del corpo.7-8. Perchè me del mio mortal non scorza L'ultimo di? Perchè l'ultimo di non mi scorza, cioè spoglia, del mio mortale, cioè della mia parte mortale, della mia carne?-9. Che. Sicchè. Di modo che.-12. Ciò che s'indugia. Cioè il tempo che la morte indugia a

venire. Proprio. Propriamente. Vera-
mente. 13. Per farmi più grave a
me stesso. Salma. Vale soma, carico.
-14. O che bel morir era. Oh che
bel morire avrei fatto se fossi morto.
Oggi è terz' anno. Oggi ha tre anni.
Potrebbe
Oggi si compie il terzo anno.
anche significare: oggi entra, incomin-
cia, il terz' anno; che sarebbe quanto
dire: oggi ha due anni.

SONETTO XI.

Dovunque si trovi gli par di vederla, e quasi di sentirla parlare.

b

Se lamentar augelli, o verdi fronde
Mover soavemente a l'aura estiva,
O roco mormorar di lucid' onde
S'ode d'una fiorita e fresca riva,
Là 'v' io seggia d'amor pensoso, e scriva;
Lei che 'l Ciel ne mostrò, terra n' asconde,
Veggio ed odo ed intendo, ch' ancor viva
Di si lontano a' sospir miei risponde.
Deh perchè innanzi tempo ti consume?
Mi dice con pietate: a che pur versi
Degli occhi tristi un doloroso fiume?
?Di me non pianger tu; ch'e' miei di fersi,
Morendo, eterni; e nell' eterno lume,
Quando mostrai di chiuder, gli occhi apersi.

Verso 1. Lamentar. Lamentarsi. -2. Mover. Muoversi. 4. D'una. Da una. 5. La 'v' io. Dove, in sulla qual riva, io. Seggia. Sieda. 6. Che. Accusativo. Ne. Ci. 9. Innanzi tempo. Prima del tempo. Consune. Consumi.-12. E' miei dì. I miei

di. Cioè la mia vita. Fersi. Si fecero. Divennero. 13-14. E nell'eterno lume, Quando mostrai di chiuder, gli occhi apersi. Ed apersi gli occhi nell'eterno lume quando mostrai di chiu derli, cioè quando parve che io li chiudessi.

SONETTO XII.

Rammenta in solitudine gli antichi suoi lacci d'amore, e sprezza i novelli.

Mai non fu' in parte ove si chiar vedessi
Quel che veder vorrei, poi ch'io nol vidi;
Nè dove in tanta libertà mi stessi,
Nè 'mpiessi 'l ciel di si amorosi stridi;
Nè giammai vidi valle aver si spessi
Luoghi da sospirar riposti e fidi;
Nè credo già ch' Amor in Cipro avessi,
O in altra riva, si soavi nidi.

L'acque parlan d'amore e l'ôra e i rami

E gli augelletti e i pesci e i fiori e l'erba,
Tutti insieme pregando ch'i' sempr' ami.
Ma tu, ben nata, che dal ciel mi chiami,
Per la memoria di tua morte acerba
Preghi ch' i' sprezzi 'l mondo e suoi dolci ami.

Composto, a quel che pare, in Valchiusa.

Verso 1. Fu'. Fui. In parte. In juogo. Chiar. Chiaro. Vedessi. Colla immaginativa. 2. Quel che veder vorrei. Cioè Laura. Poi che. Da che.

SONETTO

Dipende, non dal mezzo verso precedente, ma dal verso di sopra.-6. Riposti. Nascosti. Segreti.-7. Avessi. Avesse.-8. Riva. E detto per paese in genere.-9. Ora.Aura.-11. Pregando. Pregandomi.-14. Preghi. Mi preghi.

XIII.

Videla in Valchiusa sotto varie figure, ed in atto di compassione verso di lui.

Quante fiate al mio dolce ricetto,

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Fuggendo altrui, e, s'esser può, me stesso,
Vo con gli occhi bagnando l'erba e 'l petto,
Rompendo co' sospir l' aere da presso!
Quante fiate sol, pien di sospetto,

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Per luoghi ombrosi e foschi mi son messo,
Cercando col pensier l' alto diletto,

+

Che Morte ha tolto, ond' io la chiamo spesso!

Or in forma di ninfa o d' altra diva,

Che del più chiaro fondo di Sorga esca,
E pongasi a seder in su la riva;

Or l'ho veduta su per l'erba fresca
Calcar i fior com' una donna viva,

Mostrando in vista che di me le 'ncresca.

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La ringrazia che di quando in quando torni a racconsolarlo colla sua presenza.

Alma felice, che sovente torni

A consolar le mie notti dolenti

Con gli occhi tuoi, che Morte non ha spenti,
Ma sovra 'l mortal modo fatti adorni;
? Quanto gradisco ch'e' miei tristi giorni
A rallegrar di tua vista consenti !
Cosi incomincio a ritrovar presenti
Le tue bellezze a' suoi usati soggiorni.
? Là 've cantando andai di te molt' anni,
Or, come vedi, vo di te piangendo ;
Di te piangendo no, ma de' miei danni.
Sol un riposo trovo in molti affanni;

Che, quando torni, ti conosco e 'ntendo
All' andar, alla voce, al volto, a' panni.

Verso 4. Sovra 'l mortal modo. In modo più che mortale. Di bellezza superiore alla mortale. Fatti. Ha fatti. -5.E'.I.-8. 4' suoi usati soggior

ni. Cioè, in quei luoghi dove io ti solea veder viva. Suoi sta per loro, e si rife risce a bellezze. 9. La 've. Dove. Nei quali soggiorni.

SONETTO XV.

-

I pietosi apparimenti di Laura gli danno un soccorso nel suo dolore.

Discolorato hai, Morte, il più bel volto

Che mai si vide, e i più begli occhi spenti;
Spirto più acceso di virtuti ardenti,
Del più leggiadro e più bel nodo hai sciolto.
In un momento ogni mio ben m' hai tolto:
Posto hai silenzio a' più soavi accenti
Che mai s'udiro; e me pien di lamenti.
Quant' io veggio m'è noia e quant' io ascolto.
Ben torna a consolar tanto dolore

Madonna, ove pietà la riconduce:

Nè trovo in questa vita altro soccorso.
E se com' ella parla e come luce

Ridir potessi, accenderei d'amore,

Non dirò d'uom, un cor di tigre o d'orso.

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Gode di averla presente col pensiero: ma trova poi scarso un tale conforto.

Si breve è 'l tempo e 'l pensier si veloce
Che mi rendon Madonna così morta,
Ch' al gran dolor la medicina è corta;
Pur, mentr' io veggio lei, nulla mi noce.
Amor, che m' ha legato e tienmi in croce,
Trema quando la vede in su la porta
Dell' alma, ove m'ancide ancor si scorta,
Si dolce in vista e si soave in voce.
Come donna in suo albergo, altera vene,
Scacciando dell' oscuro e grave core
Con la fronte serena i pensier tristi.
L'alma, che tanta luce non sostene,
Sospira, e dice: o benedette l' ore
Del di che questa via con gli occhi apristi!

Versi 1-3. Si breve è quel tempo nel quale io, per virtù della immaginativa, riveggo la donna mia benchè morta, e quel pensiero che me la rappresenta dinanzi è così fugace, che questo si fatto rimedio è scarso al mio gran dolore. Cosi sta per benchè, come in molti luoghi di molti scrittori antichi, e in alcuni altri dello stesso Petrarca. - 6. Trema. Si scuote, si com. muove tutto, per la dolcezza, la tenerezza e simili. 7. Ancide. Uccide.

Scorta. Accorta.-9. Come donna in suo albergo. Come una padrona verrebbe a un suo proprio albergo. Vene. Viene.-10. Dell'oscuro. Dall'oscuro. Core. Cuor mio.-12. L'alma. L'alma mia. Tanta luce non sostene. Non può reggere a tanta luce. -Sostene sta per sostiene.- -14. Questa via con gli occhi apristi. Mirando costui, cioè il Poeta, e introducendogli nel pensiero la tua sembianza, ti apristi la via di tornargli, come ora fai, nella immaginazione.

SONETTO XVII.

Scend'ella dal cielo per consigliarlo alla virtù, e levar tosto l'anima a Dio.

Nè mai pietosa madre al caro figlio,

Nè dona accesa al suo sposo diletto

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