Si ch' egli è vinto nel suo regno Amore. Con la tua ombra acqueta i miei lamenti. È rapito fuori di se, contento e beato di averla veduta, e sentita parlare. A portar sopra 'l cielo il mio cordoglio? Piena si d'umiltà, vota d'orgoglio, E 'n somma tal, ch'a morte i' mi ritoglio, Con la sua vista, ovver con le parole Fedel mio caro, assai di te mi dole; Ma pur per nostro ben dura ti fui: che sta nel terzo verso. Il cor. Il mio arrestare. SONETTO LXX. Mentr'ei piange, essa aecorre ad asciugargli le lagrime, e lo riconforts. Del cibo onde 'l Signor mio sempre abbonda, - E spesso tremo e spesso impallidisco, Ebbe al suo tempo, al letto in ch'io languisco, M'asciuga gli occhi, e col suo dir m' apporta Verso 4. Onde. Di cui. Il Signor si dà tutto in preda, si lascia trasportare, al dolore, e non sa confortarsi? 13. Assai. Abbastanza.-14. Che. Perocchè. Fostu vivo com' io non son morta. Fossi tu veramente vivo, come io in verità non son morta. Cioè vivessi tu di quella vita vera e immortale che io vivo. Forma desiderativa. SONETTO LXXI. E' morrebbe di dolore, s'ella talvolta nol consolasse co' suoi apparimenti. Ripensando a quel, ch'oggi il cielo onora, Nè vivrei già, se chi tra bella e onesta, Umida gli occhi e l' una e l'altra gota. Versi 1-2. A quel, ch'oggi il cielo sta. onora, Soave sguardo. A quel soave sguardo, ch'oggi onora il cielo. L'aurea testa. Dell' aurea, cioè bionda, te 6-8. Chi tra bella e onesta, Qual fu più, lasciò in dubbio. Colei che lasciò in dubbio se fosse più bella o più onesta, se avesse più di bellezza o più di onestà. Non si presta Fosse al mio scampo là verso l'aurora.Non fosse si presta, cioè attenta, sollecita, a darmi soccorso, apparendomi in sogno là in sul far dell' aurora.-9. Ac coglienze. Cioè saluti e cose tali. Pie. Pietose. 12. Poi che. Quando.. 13. Tutte le vie. Di andare al cielo. Ha riguardo alle virtù avute ed eccicitate da Laura in sua vita. SONETTO LXXII. Il dolore di averla perduta è sì forte, che niente più varrà a mitigarglielo. Fu forse un tempo dolce cosa amore (Non perch' io sappia il quando); or è si amara Or è del ciel che tutto orna e rischiara; Né gran prosperità il mio stato avverso Per la lingua e per Verso 2. Non perch'io sappia il quando. Non già che io sappia quando ciò fosse.-6. Or è. Suppliscasi onore. Del ciel che tutto orna e rischiara. Intendono del terzo cielo, cioè del cielo di Venere. 7. Fe. Fece. A'suoi giorni. In sua vita. Mentre ella visse.-8. Fore. Fuori.-9. Crudel. Si riferisce a Morte.-40-14. Nè SONETTO LXXIII. Pensando che Laura è in Cielo, si pente del suo dolor eccessivo e si acqueta. Spinse amor e dolor ov' ir non debbe, Con colui che, vivendo, in cor sempr❜ebbe. Che più bella che mai, con l'occhio interno, Erge tutti i suoi pensieri al cielo, dove Laura lo cerca, lo aspetta e lo invita. Gli angeli eletti e l'anime beate vita. Cittadine del cielo, il primo giorno raise Perch' io l'odo pregar pur ch'i' m' affretti. Verso 3. Passò. Passò di questa 8. In tutta questa etate. In tutto questo secolo depravato. Dagran tempo in qua. - 9. Aver Di avere. 11. E parte. E parimente. E in sieme. SONETTO LXXV. Chiede in premio dell'amor suo, ch'ella gli ottenga di vederla ben presto, Donna, che lieta col principio nostro Ti stai, come tua vita alma richiede, Assisa in alta e gloriosa sede, E d'altro ornata che di perle o d'ostro; Or nel volto di lui, che tutto vede, Tal fu qual ora è in cielo, e mai non volsi 1 Per cui dal mondo a te sola mi volsi, Verso 1. Col principio nostro. Cioè con Dio.-2. Come tua vita alma richiede. Come si conviene, come è dovuto, alla santa vita che tu menasti. 5. Mostro. È detto per prodigio.-8. Per che. Per cui.-9. Senti. Conosci. Ver. Verso. In terra. SONETTO LXXVI. Privo d'ogni conforto, spera ch'ella gl'impetri di rivederla nel cielo. Da' più begli occhi e dal più chiaro viso Che mai splendesse, e da' più bei capelli, Verso 5. Conquiso. Cioè vinto, domo.-6-7. Quai più ribelli Fur d'Amor mai. I più ribelli ad Amore, cioè i più alieni dall' Amore, che mai fossero al mondo.-10. 1 suo' alati corrieri. Gli angeli, 44. Impetre. Impetri. ⚫ |