CAPITOLO IV. Notifica che come fu innamorato si dimesticò subito con tutti gli altri consorti suoi, de' quali conobbe le pene e i casi; e che vide alcuni poeti amorosi, di varie nazioni. Quindi, colta opportunità, piagne la morte di Tommaso da Messina; e commenda Lelio e Socrate, suoi amicissimi. Poi ritorna alla sua materia, narrando per quali vie e a qual luogo egli e i suoi compagni prigioni fossero menati in trionfo. Poscia che mia fortuna in forza altrui M'ebbe sospinto, e tutti incisi i nervi I miei infelici e miseri conservi : E le fatiche lor vidi e' lor lutti, Per che torti sentieri e con qual arte Mentre ch' io volgea gli occhi in ogni parte, E lei segue all' inferno, e per lei morto, 5 10 15 alcun famoso scrittore antico o moderno. 16. A dir d'amor si scorto. Si buono, si valoroso, poeta d'amore. 17. Rimesse. Messe in terra. 18. Sol d'Amore in porto. Vuol dire che Anacreonte non cantò altro che di materie amo rose. Virgilio vidi; e parmi intorno avesse Una giovene greca a paro a paro Cosi or quinci or quindi rimirando, Ecco Cin da Pistoia; Guitton d'Arezzo, Onesto Bolognese; e i Siciliani, Che fur già primi, e quivi eran da sezzo; Fra tutti il primo Arnaldo Daniello, 40 Eranvi quei ch' Amor si leve afferra, L'un Pietro e l'altro; e 'l men famoso Arnaldo; 45 I' dico l'uno e l'altro Raimbaldo, Che cantò pur Beatrice in Monferrato; Ed a Genova tolto, ed all' estremo A cercar la sua morte; e quel Guglielmo E mille altri ne vidi, a cui la lingua 50 55 Verso 45. Leve. Di leggieri. Agevolmente, 44. L'un Pietro e l'altro. Pietro Vidal e Pietro Negeri. E'l men famoso Arnaldo. Dice il men famoso rispetto all' altro Arnaldo mentovato più sopra. -45. Conquisi. Cioè domi, vinti, da Amore. Con più guerra. Cioè più difficilmente che i due Pietri e il minore Arnaldo, i quali, come ha detto di sopra, Amor si leve afferra. -47.* Che cantò: il Carrer legge che cantar.* 49-51. Folchetto, il quale essendo di nascita genovese, illustrò colla propria fama Marsiglia, dove abitò, e che in ultimo prese abito monacale. -52-53. Ch'usò la vela e'l remo A cercar la sua morte. Imbarcatosi per andare a trovar la contessa di Tripoli, della quale era innamorato, infermò per via, e giunto colà dove era indirizzato, tratto della nave, spirò nelle braccia della contessa. 54. Scemo. Scemato. Abbreviato. Dipende dalla voce ha. Veggasi la trentesimanona novella del Decamerone. 57. Cioè, arme di cui si valsero negli assalti di Amore. Veggasi la decima Canzone della prima Parte, in principio della terza stanza. E poi convien che 'l mio dolor distingua, O fugace dolcezza ! o viver lasso ! Chi mi ti tolse si tosto dinanzi, Senza 'l qual non sapea mover un passo? Ben è 'l viver mortal, che si n' aggrada, Poco era fuor della comune strada, Quando Socrate e Lelio vidi in prima: O qual coppia d'amici! che nè ʼn rima Poria nè 'n prosa assai ornar nè 'n versi, Verso 58. E poi, cioè poichè, con- - nome ti del verso precedente. Non sapea. Io non sapeva. 65. Ben. In verità. Si. Tanto. Ne. Ci. - 67. Poco tempo era che io aveva lasciate le vane occupazioni della moltitudine, e preso a seguire i buoni studj.-68. Socrate e Lelio. Accenna sotto questi nomi due amici suoi, di cui non sappiamo i nomi veri. In prima. La prima volta.69. Vuol dire che egli è vissuto con questi due amici (i quali a me pare che fossero ancora in vita quando l'autore scriveva) più lungo tempo che col predetto Tommaso. 70. Che. Accusativo. 71. Poria. Potrei. Assai ornar. Lodare abbastanza.-72. Dè'. Dee. Debbe. Nuda. Sincera. Schietta. Senza artifizj. Ovvero senza altre doti, procedenti dalla fortuna o simili. 75. Monti diversi. Pare che sia parlar figura- Da costor non mi può tempo nè luogo Onde forse anzi tempo ornai le tempie Si fur le sue radici acerbe ed empie. Onde benchè talor doler mi soglia, -- SO $5 Com' uom ch'è offeso, quel che con quest' occhi Veder preso colui ch'è fatto Deo Versi 79-81. Accenna la corona di lauro che gli fu posta in Campidoglio. Anzi tempo. Prima del tempo. Troppo presto.-82-85. Vuol dir che Laura non s'indusse mai a soddisfare in alcuna parte ai desiderj di lui.-84. Si. Tanto. Empie. Spietate. -85. Onde. Della qual cosa. - 86-87. Quel che con quest' occhi Vidi. Cioè la vittoria che Laura riportò di Amore, la quale si narra nel Capitolo susseguente. Che mai. Sicchè mai. - 88. Argomento degno di tragedia e non di comme 90 dia, cioè di poema alto e magnifico e non di versi umilį e piani. 89. Colui. Cioè Amore. Deo. Dio. -90. Rintuzzati. Contrario di acuti. Ottusi.· 91-93. Ma prima voglio seguitare a dire quello che costui fece di noi; appresso seguiterò dicendo quello che egli ebbe a sostenere, cioè a patire, da altri, cioè da Laura e dalle compagne; benchè questa sia materia che eccede il mio poco ingegno, e che vorrebbe piuttosto un Omero o un Orfeo. Seguimmo il suon delle purpuree penne 95 Nè rallentate le catene o scosse, Ma straziati per selve e per montagne, Tal che nessun sapea 'n qual mondo fosse. Un'isoletta delicata e molle 100 Più ch' altra che 'l Sol scalde o che 'l mar bagne. Con si soavi odor, con si dolci acque, A Venere, e 'n quel tempo a lei fu sacra, Tanto ritien del suo primo esser vile, Verso 95. De' volanti corsier. Di 105 110 que altra. Scalde. Scaldi. Bagne. Bagni.105. Dell' alma tolle. Toglie dall' animo. 107-108. E 'n quel tempo a lei fu sacra, Che. E fu sacra a lei in quel tempo in cui ec. Vuol dire nel tempo del gentilesimo. 109. Anco. Ancora. Anche oggi. Macra. Magra.Cioè povera.-10. Esser. Stato. Condizione. 114. Acra. Agra. Spiacevole. Or quivi trionfò 'l Signor gentile Di noi e d'altri tutti, ch' ad un laccio Presi avea dal mar d'India a quel di Tile. Pensier in grembo, e vanitate in braccio ; 115 Diletti fuggitivi, e ferma noia ; Rose di verno, a mezza state il ghiaccio; Dubbia speme davanti e breve gioia, Penitenza e dolor dopo le spalle, Qual nel regno di Roma o 'n quel di Troia. D'acque e d'augelli, ed eran le sue rive Rivi correnti di fontane vive; E 'l caldo tempo, su per l'erba fresca, 120 125 |