Poi, quando 'l verno l'aer si rinfresca, Verso 112. Il Signor gentile. Amore. - - 115. D'altri tutti. Di tutti gli altri. Ad un laccio. Ad uno stesso laccio. 445. In grembo. Dentro. E vanitate in braccio. Vuol dir che gli amanti non istringono altro che ombre e cose vane. 116. Ferma. Stabile. Durevole. Noia. Dispiacere. Travaglio. 119. Penitenza. Pentimento. Dopo. Dietro. 120. Come fu nel re Tarquinio per l'amor di Lucrezia, e Era nella stagion che l' equinozio Fa vincitor il giorno, e Progne riede, O di nostra fortuna instabil fede! In quel loco, in quel tempo ed in quell' ora Eran d'intorno al carro trionfale; E dannoso guadagno, ed util danno ; Chiaro disnor, e gloria oscura e nigra ; Sollicito furor, e ragion pigra; Carcer ove si vien per strade aperte, Ratte scese all' intrar, all' uscir erte; Dentro, confusion turbida, e mischia Verso 150. Era nella stagion che. Era la stagione in cui. L'equinozio. Di primavera. — 131. Vincitor. Cioè più 150 135 1.40 145 150 gnuolo. Al suo dolce negozio. Alla cura del nido. 155. Così esclama mosso dal tornargli alla mente che in quella stagione ebbe principio l'amor suo, e che in quella medesima la sua donna passò di vita.-154. In quell'ora. Nell'ora del levar del sole. Veggansi il settimo e l'ottavo verso del Sonetto ventesimo della prima Parte. 155. Tributo. Di lagrime. 136. Volse. Volle. Quel. Colui. Cioè Amore. Che. Accusativo.-159. Smorte. Pallide. Cioè oscure, confuse. 141. In su le porte. Del palagio d'Amo re.-142. Lubrico sperar. Speranza Non bolli mai Vulcan, Lipari od Ischia, Rinchiusi fummo; ove le penne usate E 'ntanto, pur sognando libertate, L'alma, che 'l gran desio fea pronta e leve, Rimirando, er' io fatto al Sol di neve, Tanti spirti e si chiari in carcer tetro, Che 'l piè va innanzi, e l'occhio torna indietro. Verso 154. Vulcan. Isola vicina alla Sicilia.-155.In.Con.-156. Ama sè. Ama sè stesso. 157. Gabbia. Cioè prigione. 158-159. Le penne usate Mutai. Vuol dire incanutii. Dice le penne piuttosto che il pelo, continuando la metafora degli uccelli rinchiusi in gabbia. Per tempo. Immaturamente. Prima del tempo. * Non le mie prime labbia, come leggeva il Leopardi, ma la mia prima labbia, come ha letto, e doveva leggere il Carrer, e significa il giovenile aspetto, come dice nella prima Parte, Canzone 155 160 165 prima, stanza seconda.*-161. L'alma. L'alma mia. Che. Accusativo. Fea. Facea. Leve. Leggera. Spedita. -162. Le cose andate. Le cose passate. Cioè i casi degli amanti più antichi. 163. Io era divenuto di neve al sole, cioè mi struggea come neve al sole, rimirando. 164. Chiari. Fa mosi. In carcer telro. Nel carcere dove io era, cioè in quello di Amore. 165. Rimirandoli dico, come chi mira in tempo breve una lunga tela dipin166. Che. Nel mirar la qual pittura in tempo breve. ta. 348 Con queste e con alquante anime chiare Trionfar vidi di colui che pria CAPITOLO UNICO. Primieramente si consola del non essere egli stato risparmiato da Amore, veggendo che non lo furono nè gl' Iddii, nè gli uomini grandissimi; e appresso si conforta dell' essere stata da lui risparmiata Laura, scorgendo che Amore non ha ciò fatto di volontà, ma per più non potere. Poi descrive l'assalto d' Amore e di Laura, dimostrando la fierezza di quello per alcune comparazioni; e racconta la vittoria avuta da Laura sopra il nemico, e la confusione di esso. Indi nomina alcune donne che assistettero al trionfo di Laura, e segna il luogo dov' ella trionfò; e narra come parimente Scipione l' accompagnasse infino a Roma al tempio della Pudicizia, al quale ella consacrò le spoglie della vittoria, e diede Amore prigione in guardia al toscano Spurina e ad altri. Quando ad un giogo ed in un tempo quivi E degli uomini vidi al mondo divi; Facendomi profitto l'altrui male In consolar i casi e dolor miei: Febo percosso e 'l giovine d'Abido, E veggio ad un lacciuol Giunone e Dido, Ch' amor pio del suo sposo a morte spinse, Giovine, incauto, disarmato e solo. E se la mia nemica Amor non strinse, Verso 1. Quivi. Nella prigione di Amore.-2. Domita. Doma.-5. Divi. Divini.-4. De'. Dai. Rei. Miseri. 5-6. Servendomi il male degli altri a consolarmi delle disavventure e delle pene mie. 7. D'un arco e d'uno strale. D' un medesimo arco e strale. Cioè dall' arco e dallo strale di 5 10 15 Amore. 8. Il giovine d'Abido. Leandro. 10. Ad un lacciuol. A uno stesso lacciuolo. Suppliscasi prese. Dido. Didone. 14. Che. Accusativo. Del suo sposo. Di Sicheo. 12. Non l'amore di Enea, come ge neralmente si dice.-13. Altri. Cioè Amore. 14. Dipende dal pronome Non con altro romor di petto dansi Mover contra colei di ch' io ragiono, E lei più presta assai che fiamma o venti. Etna qualor da Encelado è più scossa, Da man dritta lo stral, dall' altra l'arco, 26. Qualor. Qualvolta. Qualunque Non corse mai si levemente al varco Tanto Amor venne pronto a lei ferire Combattea in me con la pietà il desire: 40 Che dolce m'era si fatta compagna; Mostrò a quel punto ben com' a gran torto Dal colpo, a chi l' attende, agro e funesto. Verso 57. Levemente. Velocemen 45 50 50. Schifar. Schivare. -52. Schermo. Riparo.-54. Agro. Acerbo. essa virtù. te. Varco. Passo. 42. Onde. Delle quali. Per le quali.— 48. Lei. Cioè, I' era al fin con gli occhi attento e fiso, C' ha scritto, innanzi ch' a parlar cominci, Volea dir io: Signor mio, se tu vinci, Legami con costei s' io ne son degno; Si grave, ch'a ridirlo sarian vinti Tutti i maggior, non che 'l mio basso ingegno: I dorati suoi strali accesi in fiamma Camilla e l'altre andar use in battaglia 55 €0 65 70 75 cioè dalla parte di Amore.-58. Vole. |