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pregano di por fine, ovvero pregano Dio che ti conceda di por fine, alle lunghe discordie civili, per le quali essendo tolta alle persone ogni sicurezza, è chiusa loro la via di andare in pietosi peregrinaggi alle chiese di quei Santi, che furono già onorate si devotamente, e ora per la guerra sono divenute come spelonche di ladri, in maniera che essendo esse occupate dai ribaldi, i buoni

solamente ne sono esclusi.-10. Ignude. Cioè spogliate dai ribaldi.—41. Si tratti. Si maneggi. Si faccia.-12. Diversi. Perversi. Sconvenevoli. Strani. Atti. Fatti. Azioni. Andamenti. 13-14. Nè s'incomincia battaglia, zuffa, senza toccar le campane, le quali furono poste in alto (che torna come dire: furono fabbricate) a effetto di ringraziare e lodare Iddio.

Le donne lagrimose, e 'l vulgo inerme
Della tenera etate, e i vecchi stanchi,
C' hanno se in odio e la soverchia vita,
Ei neri fraticelli e i bigi e i bianchi,
Con l'altre schiere travagliate e 'nferme,
Gridan o signor nostro, aita, aita ;
E la povera gente sbigottita

Ti scopre le sue piaghe a mille a mille,
Ch' Annibale, non ch'altri, farian pio.
E se ben guardi alla magion di Dio,
Ch' arde oggi tutta, assai poche faville
Spegnendo, fien tranquille

Le voglie, che si mostran si 'nfiammate;
Onde fien l'opre tue nel ciel laudate.

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10

dio Annibale, inimico mortale di Ro
ma. 10-15. E se guardi bene allo
stato della casa di Dio (cioè di Roma,
capo della Cristianità), che oggi è
tutta avvolta in discordie e contese ci-
vili, vedrai che spegnendo solamente
alcune molto poche faville, si ridur
ranno a tranquillità gli animi, che ora
si mostrano si accesi dagli odii.
44. Fien. Saranno. Laudale. Locate.
Dipende da fien.

Orsi, lupi, leoni, aquile e serpi
Ad una gran marmorea colonna
Fanno noia sovente, ed a se danno.
Di costor piagne quella gentil donna,
Che t'ha chiamato, acciocchè di lei sterpi
Le male piante, che fiorir non sanno.
Passato è già più che 'l millesim' anno

5

Che 'n lei mancar quell' anime leggiadre
Che locata l' avean là dov' ell' era.

Ahi nova gente oltra misura altera,
Irreverente a tanta ed a tal madre!
Tu marito, tu padre;

Ogni soccorso di tua man s' attende;

Che 'I maggior padre ad altr' opera intende.

Verso 1. Armi, o vogliamo dire insegne gentilizie, degli Orsini e di altre case romane contrarie alla fazione dei Colonnesi; e si pigliano qui per le dette case e per la loro parte.2. Similmente l'arme della casa Colonna significa essa casa e la sua fazione. - 3. A se. A se stessi. 4. Di costor. Per causa di costoro, Cioè de' nemici dei Colonnesi. Quella gentil donna. Cioè Roma. - 5. Chiamato. Cioè sollevato a cotesto uffizio. Sterpi. Estirpi. Persona seconda. 8. Che. Da che. Quell' anime leggiadre. Quegli eccellenti uo

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10

mini. 9. Che l'avevano levata a
quel si alto grado di potenza e di
gloria. Locata. Collocata. -10. Ahi
nova gente. Riprende i malvagi citta-
dini moderni di Roma. Oltra misura
altera. Oltremodo, smisuratamente,
altiera. 11. A tanta ed a tal ma-
dre. Cioè a Roma, vostra patria.-
12. Tu marito. Suppliscasi le sei
le hai ad essere. — 13. Di tua man:
Dalla tua mano. — 14. Il maggior
padre. Cioè il papa, risedente allora
in Avignone. Ad altr' opera intende.
Attende ad altro. Ha in capo altri pen-
sieri.

Rade volte addivien ch' all' alte imprese
Fortuna ingiuriosa non contrasti,
Ch' agli animosi fatti mal s' accorda.
Ora sgombrando 'l passo onde tu intrasti,
Fammisi perdonar molt altre offese;
Ch' almen qui da se stessa si discorda:
Però che, quanto 'l mondo si ricorda,
Ad uom mortal non fu aperta la via
Per farsi, come a te, di fama elerno ;
Che puoi drizzar, s'i' non falso discerno,
In stato la più nobil monarchia.

Quanta gloria ti fia

Dir: gli altri l' aitar giovine e forte;

Questi in vecchiezza la scampò da morte !

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10

autorità del tribunato. Onde. Per cui.
Intrasti. Entrasti. 5. Fa che io le
perdoni molte sue male opere.
6. Poichè almeno in questa cosa ella
si mostra diversa da se medesima
si scosta dalla sua consuetudine.

7. Perocchè, a memoria d'uomini. -8-9. Nessuno mai ebbe tale occasione e opportunità di farsi famoso in eterno, siccome è questa che hai tu. 10-11. Che puoi, se io non m'inganno, riporre in istato, cioè in piede, la più nobile monarchia del mondo, cioè la monarchia ro

mana.- 13. Dir. Che si dica. Se
si dirà. Gli altri. Cioè gli antichi
Romani insigni. L'aitar giovine e
forte. Aiutarono questa monarchia
quando ella era giovane e forte.
14. Questi. Cioè Cola di Rienzo. In
vecchiezza. In tempo che ella era vec-
chia.

Sopra 'I monte Tarpeo, Canzon, vedrai
Un cavalier ch' Italia tutta onora,
Pensoso più d'altrui che di se stesso.
Digli: un che non ti vide ancor da presso,
Se non come per fama uom s'innamora,
Dice che Roma ogni ora,

Con gli occhi di dolor bagnati e molli,
tutti sette i colli.

Ti chier mercè da
Verso 2. Un cavalier. Cioè Cola
di Rienzo. Che. Accusativo. - 4. Un.
Il Poeta intende di sè stesso.-5. Vuol

dire: ma che è innamorato di te per fama. 8. Chier. Chiede. Mercè. Pietà.

SONETTO VIII.

A messer Agapito, pregandolo di ricevere in sua memoria alcuni piccoli doni.
La guancia, che fu già piangendo stanca,
Riposate su l'un, Signor mio caro ;

E siate omai di voi stesso più avaro
A quel crudel che suoi seguaci imbianca.
Con l'altro richiudete da man manca

La strada a' messi suoi, ch' indi passaro;
Mostrandovi un d'agosto e di gennaro ;
Perch' alla lunga via tempo ne manca.
E col terzo bevete un suco d'erba

Che purghe ogni pensier che 'l cor affligge,
Dolce alla fine e nel principio acerba.
Me riponete ove 'l piacer si serba,

Tal ch'i' non tema del nocchier di Stige;
Se la preghiera mia non è superba.

Ad un amico innamorato, o stato innamorato prima, mandandogli in dono certe cose, della cui qualità non abbiamo notizia certa e gl' interpreti non si accordano.

Verso 1. La guancia. La vostra

5

guancia. Piangendo. Dal pianto. A forza di pianto.-2. Su l'un. Sull'uno di questi doni che io vi mando. 4. A quel crudel.Ad Amore. Imbianca. Scolora. Fa pallidi e smor ti. 5. Con l'altro. Di questi

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doni. Da man manca. Cioè dal lato del cuore. — 6. A' messi suoi. Cioè agli allettamenti,alle seduzioni,di Amore. Indi. Per colà. Cioè per la via del cuore.-7. Mostrandovi di state e d'inverno uno stesso, sempre conforme a voi stesso. Cioè: serbandovi sempre costante in tenere esclusi dal cuor vostro gli allettamenti di Amore. 8. Vuol dire: perchè a guadagnarci la beatitudine eterna, ci è da far molto, e il tempo

che abbiamo è poco.--9. Colterzo. Col
terzo dono. Suco. Succo. Sugo.
10.Che.La quale erba. Purghe.Purghi.
Cioè sgombri dal cuore.-14. Dipende
dal nome erba del verso nono.
12. Me. Cioè la memoria, il pensiero,
di me. Ove'l piacer si serba. Cioè:
nella più cara parte del vostro cuo-
re. 13. In modo che voi non mi
abbiate a dimenticare eziandio per

morte.

SONETTO IX.

Invita le donne e gli amanti a pianger seco la morte di Cino da Pistoia.
Piangele, donne, e con voi pianga Amore;
Piangete, amanti, per ciascun paese;
Poi che morto è colui che tutto intese
In farvi, mentre visse al mondo, onore.
Io per me prego il mio acerbo dolore
Non sian da lui le lagrime contese,
- E mi sia di sospir tanto cortese
Quanto bisogna a disfogare il core.
Piangan le rime ancor, piangano i versi,
Perchè 'l nostro amoroso messer Cino
Novellamente s'è da noi partito.
Pianga Pistoia e i cittadin perversi,
Che perdut' hanno si dolce vicino ;
ov' ello è gito.

E rallegres' il Cielo

In morte di Cino poeta da Pistoia. Verso 2. Per. In.-3-4. Tutto intese In furvi. Attese con ogni sua facoltà, con tutto l'animo, a farvi, a procurarvi. Mentre. Finchè.-5. Per me. Quanto a me.-6-8. Che non m'impedisca di piangere, e che mi lasci facoltà

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SONETTO X.

Ad Orso dell' Anguillara, che doleasi di non poter ritrovarsi ad una giostra.

Orso, al vostro destrier si può ben porre

Un fren, che di suo corso indietro il volga,
Ma 'l cor chi legherà che non si sciolga,
Se brama onore, e 'l suo contrario abborre ?
Non sospirate: a lui non si può torre

Suo pregio, perch' a voi l'andar si tolga;
Che, come fama pubblica divolga,

Egli è già là, che null' altro il precorre.
Basti che si ritrove in mezzo 'l campo
Al destinato di, sotto quell' arme

Che gli dà il tempo, amor, virtute e 'l sangue;
Gridando: d'un gentil desire avvampo

Col signor mio, che non può seguitarme,
E del non esser qui si strugge e langue.

Ad Orso dell' Auguillara, impedito di andare a una giostra.

Verso 3. Il cor. Il vostro cuore. Che. Sicchè. In modo che. 4. Il suo contrario. Cioè il contrario dell'onore. 5. A lui. Al vostro cuore.

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si ritrove. Che esso, cioè il vostro cuore, si ritrovi. 10. Al. Nel.44. Il tempo. L'età giovanile. Virtule. Valore. E'lsangue. E la nobiltà del sangue. 12. Gridando. Dipende dalle parole si ritrove del nono verso. D'un gentil desire. Di un nobile desiderio. Cioè del desiderio d'onore. - 13. Col signor mio. Non altrimenti che, come ancora, è così ancora, il signor mio, cioè Orso. Seguitarme. Seguitarmi.14. E si strugge e langue dal dolore di non esser qui.

SONETTO XI.

A Stefano Colonna, perchè segua il corso di sua vittoria contro gli Orsini.

Vinse Annibal, e non seppe usar poi
Ben la vittoriosa sua ventura ;
Però, Signor mio caro, aggiate cura
Che similmente non avvegna a voi.
L'orsa, rabbiosa per gli orsacchi suoi

Che trovaron di maggio aspra pastura,
Rode se dentro, e i denti e l' unghie indura
Per vendicar suoi danni sopra noi.
Mentre 'l novo dolor dunque l'accora,
Non riponete l' onorata spada,
Anzi seguite là dove vi chiama

Vostra fortuna dritto per la strada

Che vi può dar, dopo la morte ancora

Mille e mill' anni, al mondo onore e fama.

Conforta Stefano Colonna a seguitar

la vittoria avuta della fazione orsina.

Versi 1-2. E non seppe usar poi

Ben. E poi non seppe usar bene.

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