propria sede. 15. Duo amanti. tarsi di colore e di aspetto.-14. E Non si sa di quali il Poeta intenda. far. E farsi. E divenire. In vista. Nel Trasformare. Trasformarsi. Cioè mu- sembiante. SONETTO LXIV. Duolsi di Laura, ch'ella non penetri con gli occhi nel fondo del suo cuore. Cosi potess' io ben chiuder in versi I miei pensier, come nel cor li chiudo; Quel colpo ove non valse elmo nè scudo, Versi 1-2. Piacesse a Dio che io potessi chiuder così bene in versi i miei pensieri come io li chiudo nel cuore, cioè dar pienamente e perfettamente ad intendere quello che io penso. 5-4. Che non fu mai al mondo anima così cruda, che io non fossi per muovere a pietà di me, se potessi esprimere i miei pensieri nel modo che ho detto.-5. Onde. Dai quali. Soffersi. Cioè ricevetti, ebbi, riportai.-6. Ove. Contro il quale.-7. Di for. Di fuori. Ignudo. Scoperto.-8. Cioè, benchè io non esprima quello che io sen to.-9-10. Cioè, poichè la vostra vista penetra in me come raggio di sole in vetro.-11. Vi basti dunque il desiderio, la volontà, che io avrei di perfettamente esprimere i miei pensieri, senza che io gli esprima in effetto. 12-14. In questi versi il Poeta parla copertamente, e accenna qualche cosa saputa ed intesa solo da esso e da Laura. Non a Maria, non nocque a Pietro vuol dire: non fu di pregiudizio a Maria Maddalena nè a Pietro apostolo. Nemica è preso qui per dan nosa. SONETTO LXV. Non vorrebbe più amar quell'oggetto che, rivedendo, è forzato di riamare. Io son dell' aspettar omai si vinto Ch'i'aggio in odio la speme e i desiri, Ma'l bel viso leggiadro che dipinto Porto nel petto, e veggio ove ch' io miri, Di libertà mi fu precisa e tolta: Che mal si segue ciò ch' agli occhi aggrada. Or a posta d'altrui conven che vada Verso 1. Vinto. Stanco. 3. Aggio. Ho.-6. E veggio. E che io veggio. Ove che. Ovunque.-7 Ne' primi empi martiri. Nelle spietate pene di prima. Cioè nelle spietate pene mie solite.-9-10. Quando l'antica strada Di libertà mi fu precisa e tolta. Cioè, quando mi lasciai tirare all'amor di Laura. L'antica strada vuol dire la strada che io teneva già un tempo. Precisa vale tagliata. 11. Mal si segue. Cattiva cosa è il seguire. Aggrada. E gradito. Piace.-12-13. AlLora elesse il suo male di proprio volere, al presente è necessitata di fare il volere altrui. 14. Che peccò sol una volta. Solo per aver peccato una volta, cioè quando corse al suo male. SONETTO LXVI. Deplora la libertà già perduta, e l' infelicità del suo stato presente. Ahi, bella libertà, come tu m' hai, Ahi, Partendoti da me, mostrato quale Nè mi lece ascoltar chi non ragiona Della mia morte; che sol del suo nome Nė i piè ṣanno altra via, nè le man come Versi 1-4. Cioè: oh come, dopo che io ho perduta la mia libertà, ho conosciuto quel che ella era, cioè a dire quanto era dolce! Il primo strale significa la prima vista di Laura. 2 Guarrò sta per guarirò. — 5. Invaghiro allor si de' lor guai. S'invaghirono del loro proprio male si fattamente. 6. Ivi. In loro, cioè negli occhi. Oyvero, in quella vaghezza che essi hanno dei loro guai. - 7. Ogni opera mortale. Ogni creatura mortale fuori di Laura. 8. Da prima. Da principio. Da che ebbi veduto Laura. -9-11. E non posso dare orecchio a chi non parla di Laura, ad altri che a chi favella di Laura, il cui solo nome, che si dolcemente suona, vo di continuo proferendo e gridando. - 12. In altra parte. Verso altra parte che verso Laura.-15. Nè le man come. Nè le mani sanno come, SONETTO LXVII. Mostra ad un amico qual sia la strada a tenersi; ma confessa ch' ei l'ha smarrita. Poi che voi ed io più volte abbiam provato Dietr' a quel sommo ben che mai non spiace Questa vila terrena è quasi un prato Mostrando altrui la via dove sovente Verso 1. Voi. Scrive a un amico. 2. Torna fallace. Riesce vano, ingannevole.-3-4. Innalzate il cuore a un più felice stato, seguitando quel bene sommo che mai non viene a noia, cioè Dio. 6. Che. Nel quale. · 7. Alcuna sua vista. Alcuna cosa che in essa vita si vegga, apparisca. 8. E. Questo è. Ciò non è per altro SONETTO LXVIII. Pensando alle varie cagioni del suo innamoramento, commovesi al pianto. Quella fenestra ove l'un Sol si vede Quando a lui piace, e l' altro in su la nona: Con quanti luoghi sua bella persona E la nova stagion che d'anno in anno Altamente confitte in mezzo 'l core; Verso 1. Quella fenestra. Cioè 6. Seco si ragiona. Ragiona seco medesima, co' suoi pensieri.-7. E tutti quei luoghi, e ogni qual si sia luogo, che il suo bel corpo. 8. Disegnò col piede. Segnò col piede, cioè impresse delle sue orme, calcò. 9. E l'acerbo luogo dove io fui côlto, sopraggiunto da Amore, cioè, dove io vidi Laura e me ne accesi. 10. La nova stagion. Il tempo di primavera. D'anno in anno. Cia44. Rinfresca. Rincrudisce. In quel dì. Nel dì che m'aggiunse Amore. Cioè nel sesto di aprile, nel quale io vidi Laura la prima volta. 13. Altamente. Profondamente. scun anno. SONETTO LXIX. Sa quanto il mondo è vano. Combattè inutilmente finora; nondimeno spera di vincerlo. Lasso, ben so che dolorose prede Di noi fa quella ch'a null' uom perdona; E che rapidamente n'abbandona Il mondo, e picciol tempo ne tien fede. Ne portan gli anni; e non ricevo inganno, Sette e sett' anni; e vincerà il migliore, Verso 2. Quella ch'a null'uom perdona. La morte. Nullo significa nessuno. 3. N'abbandona. Ci abbandona. - 4. E picciol tempo ne tien fede. E che esso mondo non ci serba fede, non ci resta fedele, se non per poco tempo.-5. Veggo le molte pene sofferte per amore, essere scarsamente ricompensate. -7. Per tutto questo. Con tutto questo. Tutto ciò non ostante. 8. L'usato tributo. Il solito tributo, cioè quel delle lagrime. Agli occhi. Agli occhi miei. — 40-41. Ne portan gli anni. Cioè, accumulati gli uni cogli altri, fanno presto gli anni. E non ricevo inganno, Ma forza as sai maggior che d' arti maghe. B non sono già ingannato, e non manco di vedere la verità, ma ricevo forza, cioè mi è fatta forza, molto maggiore che non sarebbe quella di qualche arte magica. 12. La voglia. L'appetito. Combattut' hanno. Hanno combattuto tra loro. 13. Sette e sett'anni. Per ispazio di quattordici anni.Ilmigliore. La migliore delle due cose sopraddette, cioè la ragione. 14. Se egli è dato ad un'anima quaggiù in terra, di presentire con verità un ben futuro. Cioè: seil presentimento che io ho,non è vano. SONETTO LXX. Per nascondere alla gente le sue angosce amorose, ride, e finge allegrezza. Cesare, poi che 'l traditor d'Egitto Li fece il don dell' onorata testa, Celando l'allegrezza manifesta, Pianse per gli occhi fuor, siccome è scritto; Rise fra gente lagrimosa e mesta, Sua passion sotto 'l contrario manto * Facciol perch' i' non ho se non quest' una Verso 1. Poi che. Quando. D'Egitto. Egiziano. Il re Tolomeo. 2. Li. Gli. Dell' onorata lesta. Cioè della testa di Pompeo. 3. Manifesta. Sensibile. Viva. Ovvero, manifesta all' intendimento altrui. 4. Per gli occhi fuor. Esternamente per gli occhi. Siccome è scritto. Come si narra dagli Storici, e specialmente da Lucano nel IX lib., v. 1058... lacrymas non sponte cadentes Effudit, gemitusque expressit pectore lato.' |