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DI

GIACOMO LEOPARDI

ILLUSTRATI PER LE PERSONE COLTE E PER LE SCUOLE

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PROPRIETÀ LETTERARIA

Milano, 1907. Tipografia Umberto Allegretti

Via Orti, 2.

A

BONAVENTURA ZUMBINI.

Ed io a lui: « Li dolci detti vostri
Che, quanto durerà l'uso moderno,
Faranno cari ancora i loro inchiostri ».

Purg. XXVI, 112-114.

LIBERMA

SEPTEMBER 1928

17636

PREFAZIONE A QUESTA SECONDA EDIZIONE

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Quando nel 1900 comparvero per la prima volta in pubblico i Canti del sommo lirico recanatese da me illustrati « per le persone cólte e per le scuole » che vuol dire non cincischiati straziati ammiseriti da note grammaticali metriche o rettoriche di quella ricca messe di Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura che costituiscono lo Zibaldone, non erano stati messi a disposizione del volgo degli studiosi se non i primi cinque volumi; e di questi anzi il terzo, il quarto e il quinto vennero alla luce via via che io, uno appunto di quel volgo, allestivo le mie cartelle o ne curavo la stampa. Delle così dette carte napoletane poi, cioè dei manoscritti che Giacomo morendo aveva lasciati nelle mani del fido Ranieri e che questi finchè visse sottrasse gelosamente alla curiosità degl' indiscreti (è il caso di esclamare col trovatore impazientito: Enoios son li lausengier E il ielos c'us no sen defen!), non era allora noto se non quel tanto che agli uomini egregi, ai quali Minerva civettuola aveva accordate le sue grazie austere, era piaciuto di venire sciorinando su per le riviste o in appositi volumi, sorridendo a noi diseredati

Come al fanciul si fa ch'è vinto al pome.

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