I canti di Giacomo LeopardiHoepli, 1907 - 416 sayfa |
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... SERA DEL DÌ DI FESTA ivi XIV . ALLA LUNA . 186 XV . IL SOGNO ivi XVI .. LA VITA SOLITARIA 189 XVII ........ CONSALVO 192 XVIII . ..... ALLA SUA DONNA 196 XIX . AL CONTE CARLO PEPOLI 198 XX . IL RISORGIMENTO 202 XXI . A SILVIA 207 ...
... SERA DEL DÌ DI FESTA ivi XIV . ALLA LUNA . 186 XV . IL SOGNO ivi XVI .. LA VITA SOLITARIA 189 XVII ........ CONSALVO 192 XVIII . ..... ALLA SUA DONNA 196 XIX . AL CONTE CARLO PEPOLI 198 XX . IL RISORGIMENTO 202 XXI . A SILVIA 207 ...
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... SERA DEL DÌ DI FESTA , A SILVIA , LE RICORDANZE , ALLA SUA DONNA - 335 346 354-368 I. Composizione del Primo Amore . La Geltrude Cassi . -- L'Elegia 11. La traccia delle nuove 354 · Il Diario d'amore o Storia d'un'anima . - H Frammento ...
... SERA DEL DÌ DI FESTA , A SILVIA , LE RICORDANZE , ALLA SUA DONNA - 335 346 354-368 I. Composizione del Primo Amore . La Geltrude Cassi . -- L'Elegia 11. La traccia delle nuove 354 · Il Diario d'amore o Storia d'un'anima . - H Frammento ...
Sayfa 20
... sera , un cavaliere pronto e gioviale , sedendo vicino alla da- mina , mi chiamò e mi disse alla sua presenza : - Poichè tutti lo sanno , confessami qui che tu fai all'amore colla contessina Teresa . - Io , con le brace nel volto ...
... sera , un cavaliere pronto e gioviale , sedendo vicino alla da- mina , mi chiamò e mi disse alla sua presenza : - Poichè tutti lo sanno , confessami qui che tu fai all'amore colla contessina Teresa . - Io , con le brace nel volto ...
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... sera non trovo riposo , e non fo altro che tremare e spasimare dal freddo , che qualche volta mi dà voglia di piangere come un bambino .... Sospiro continuamente la pri- mavera . Il preteso tiranno rispose ( 31 gennaio ) : A me , come a ...
... sera non trovo riposo , e non fo altro che tremare e spasimare dal freddo , che qualche volta mi dà voglia di piangere come un bambino .... Sospiro continuamente la pri- mavera . Il preteso tiranno rispose ( 31 gennaio ) : A me , come a ...
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... sera » del 12-13 gennaio 1898 ) . « Il mio rimpianto amico Ippolito Amicarelli » , egli narra ( l'ottimo Amicarelli , che finì preside del r . Liceo Vittorio Emanuele di Napoli , è l'autore del libro Della lingua e dello stile italiano ...
... sera » del 12-13 gennaio 1898 ) . « Il mio rimpianto amico Ippolito Amicarelli » , egli narra ( l'ottimo Amicarelli , che finì preside del r . Liceo Vittorio Emanuele di Napoli , è l'autore del libro Della lingua e dello stile italiano ...
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14 giugno 16 gennaio 19 febbraio 26 aprile affetto allora amici amore Anacreonte Angelo Mai antichi anzi assai beata bella Bologna Bruto Bruto minore buon canto canzone caro casa certo ch'io chè cielo codesto colla conoscere Consalvo conte credo cuore d'amore d'Italia desiderio dice diletto dolce dolore donna fato felicità figli figliuolo filosofia Firenze fratello Giacomo Giacomo Leopardi Ginestra Giordani giorno gloria gran greco immagini infelice lasciò Leopardi lettera lettere lord Byron malinconia medesimo mente misera Monaldo mondo Monti morire mortal morte Napoli natura notte nuova occhi padre Paolina passato patria pensare pensiero petto Pietro Giordani poco poesia poeta possa potuto povero ragione Ranieri recanatese Recanati ricorda Saffo Sanctis scriveva sentimento signora Simonide Sinner sogno sospiri speme speranza studi Termopile terra torna trova uomini vedere versi Vesuvio virtù vivere Werther Zibaldone zione Zumbini
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Sayfa 184 - L'INFINITO. Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete 10 nel pensier mi fingo; ove per poco 11 cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità...
Sayfa 149 - Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi I nostri padri antichi.
Sayfa 209 - Vaghe stelle dell'Orsa, io non credea Tornare ancor per uso a contemplarvi Sul paterno giardino scintillanti, E ragionar con voi dalle finestre Di questo albergo ove abitai fanciullo, E delle gioie mie vidi la fine.
Sayfa 249 - Nobil natura è quella Che a sollevar s'ardisce Gli occhi mortali incontra Al comun fato, e che con franca lingua, Nulla al ver detraendo, Confessa il mal che ci fu dato in sorte...
Sayfa 399 - Sovente in queste rive, che, desolate, a bruno veste il flutto indurato, e par che ondeggi, seggo la notte; e su la mesta landa in purissimo azzurro veggo dall'alto fiammeggiar le stelle, cui di lontan fa specchio il mare, e tutto di scintille in giro per lo vóto seren brillare il mondo.
Sayfa 217 - Forse s'avess'io l'ale da volar su le nubi, e noverar le stelle ad una ad una, o come il tuono errar di giogo in giogo, più felice sarei, dolce mia greggia, più felice sarei, candida luna.
Sayfa 208 - O natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti allor? perché di tanto inganni i figli tuoi?
Sayfa 293 - Per chi di stragi si macchiò il mio brando? Per lo straniero. E non ho patria forse Cui sacro sia de' cittadini il sangue? Per te, per te, che cittadini hai prodi, Italia mia, combatterò, se oltraggio Ti moverà la invidia. E il più gentile Terren non sei di quanti scalda il sole? D'ogni bell'arte non sei madre, o Italia? Polve d'eroi non è la polve tua? Agli avi miei tu valer desti e seggio, E tutto quanto ho di più caro alberghi!
Sayfa 346 - ... poche sere addietro, prima di coricarmi, aperta la finestra della mia stanza, e vedendo un cielo puro e un bel raggio di luna, e sentendo un'aria tepida e certi cani che abbaiavano da lontano, mi si svegliarono alcune immagini antiche, e mi parve di sentire un moto nel cuore, onde mi posi a gridare come un forsennato, domandando misericordia alla natura, la cui voce mi pareva di udire dopo tanto tempo.
Sayfa 119 - Sperai che questi cari studi avrebbero sostentata la mia vecchiezza, e credetti colla perdita di tutti gli altri piaceri, di tutti gli altri beni della fanciullezza e della gioventù, avere acquistato un bene che da nessuna forza, da nessuna sventura mi fosse tolto.