e della Sicilia; onde i danni, i pericoli e il travaglio che patirà la navigazione, e lo Stato di mare della Serenità Vostra, chi è quegli che non l'intenda? Conciossiachè, il lasciar venire un' armata turchesca in golfo, è lasciar assediare Venezia; il voler proibire che non venga, è venire alla guerra col Turco, con Francia e col Pontefice. E però, questa opinione che, discendendo a' particolari, negozia per la pace, è utile, come ho predetto, perchè, non venendo alle difficoltà, mai si potrà accordarsi; è opinione necessaria ancora, perchè, senza l'abboccamento e senza la risoluzione di Palliano, è impossibile che segua pace, nè mai si farà frutto alcuno. In fine, è opinione che opportunamente provvede al bisogno; perchè questa deliberazione sarà portata a Roma, a tempo che vi arriverà la nuova di Francia di questo negozio di pace; perchè Vostra Serenità è informata, che il conte di Scialan, piemontese, doveva, secondo le lettere di Francia dei ventiquattro ottobre, partirsi di Fiandra; e prometteva di far venire un uomo al Re Cristianissimo per trattare la pace; il quale uomo si spedirebbe poi a Roma, con ordine di far ritirare l'esercito regio dallo Stato della Chiesa; sicchè facilmente occorrerà, che ad un tempo medesimo arrivi a Roma la deliberazione presente e la persona di Francia; perchè il Conte giungerà in Fiandra ai ventisette; ai trenta avrà risolto la sua missione; sarà di ritorno in Francia ai tre o ai quattro del presente mese, e potrebbe giungere a Roma ai sedici od ai diciotto; al qual tempo sarà stata portata la commissione che Vostra Serenità delibererà oggi; talchè verranno ad incontrarsi l'ufficio di Vostra Serenità, dell' oratore e segretario suo in Roma col cardinal Caraffa e col Pontefice, coll' ufficio ed ordine che il Re Cattolico e Cristianissimo avranno mandato al duca d'Alva e al duca di Guisa nell'esercito; e così, con l'aiuto e grazia di Dio, seguirà forse la conclusione della pace, con onore e dignità della Serenità Vostra e delle Signorie Vostre Eccellentissime. E però, questa opinione pare a quei Signori ed a me, minimo servitor suo, che sia utile, necessaria e opportuna. Nè si deve stimare l'autorità di quegli altri Signori che le contradissero, e giudicano che di necessità debba succeder la guerra; perchè nel giudizio dei successi delle cose dei principi, si può dire che avvenga quello che occorre nel giudizio degli astrologi sulle cose del mondo; i quali, avendo cognizione di alcune poche stelle, pronosticano effetti corrispondenti all' influsso di quelle'; e perchè non hanno cognizione della maggior parte di esse, non discorrono gl' influssi delle non conosciute: e il più delle volte, gli effetti da loro pronosticati non succedono. Similmente nelle volontà dei principi, molti savi considerano gli accidenti che occorrono di presente; come in questi del papa, del Re Cattolico e Cristianissimo, si hanno davanti agli occhi le parole del pontefice, che paiono disperate di pace; le utilità della guerra per quei re; perchè il Re Cattolico è già fatto padrone d' una parte dello Stato della Chiesa, e il Cristianissimo, per quello che si vede, spera di farsi padrone dell' altra, pigliando in protezione e acquistandosi ragioni in essa, col danaro che sborserà per la difesa; e pronosticheranno per certissima la guerra. E perchè non vogliono attendere ai molti altri accidenti che possono con miglior ragione accadere; come, che la durezza del papa di voler pace, si potrebbe facilmente convertir nell' opposto, ossia nella facilità e prontezza di abbracciarla; perchè, essendo buono e savio, com' io lo reputo, conviene di necessità che prevegga di non poter fare altrimenti; e similmente le pretese utilità dei re si potrebbero scoprir disoneste e impossibili, come di quelli che, collo stato d' altri, cercano di farsi grandi: alla fine resteranno ingannati del loro pronostico, come gli astrologi delle operazioni e degli influssi celesti. Però non si deve attendere, il ripeto, all'autorità di quelli che sentono diversamente dalla opinione pro posta, e che vogliono differire; perchè considerano solamente le cose presenti nello stato in che appaiono, e non in quello della vera ragione; cioè, secondo la pietà, la religione e il bene universale della cristianità, che è la pace; la quale, sempre che si possa avere senza inganno, è il maggior bene che possano avere i principi del mondo e massime le repubbliche. Fra le quali, se alcuna mai ha sentito il beneficio della pace, questa nostra l' ha provato; perchè, fuggendo i tumulti delle incursioni dei barbari, ebbe principio in questi canali; andò poco a poco crescendo, dentro e fuora, acquistando stato da mare e da terra, conservando e ampliando il dominio e le forze al termine in cui si trova; sempre con l'occhio e con la mira alla pace, senza insidie, dalle quali in ogni tempo ha cercato di liberarsi, col consiglio in casa, e con la guerra fuori; pigliando le armi e adoperandole valorosamente contra quelli che hanno cercato di disturbarla e di offenderla: onde è pervenuta a quest' ora, con l'aiuto e grazia principalmente di Dio, autore e conservator suo, dall' anno 554 in che ebbe principio, sino all' anno corrente 1556; che sono anni mille e due. Preghiamo dunque, serenissimo principe, illustrissimi ed eccellentissimi signori, che sua Divina Maestà ci indirizzi a camminare nella via della pace, e ad abbracciare quel dono, più prezioso e nobile, che il sommo Iddio dona agli uomini, ai principi, alle repubbliche e a tutto il mondo, che non è altro che la pace. INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO PRIMO VOLUME DELLE RELAZIONI DI ROMA. AVVERTIMENTO GENERALE DEL RACCOGLITORE. Pag. Elenco degli Ambasciatori veneti ordinarii e straordinarii presso la Sommario della Relazione di Paolo Cappello (1500) Cenni biografici intorno all'Ambasciatore Novero e condizione dei Cardinali. Rapporti politici e religiosi della Repubblica di Venezia, Qualità fisiche e morali di Cesare, Giuffredo e Lucrezia Bor- Qualità e natura del Papa Alessandro VI Operazioni dell'ambasciatore a vantaggio della Repubblica. » Condizioni di Giulio II per l'assoluzione dei Veneziani dal- Rapporti politici e religiosi della Repubblica di Venezia del Re di Francia, dell' Imperatore, del Re di Spagna Concessioni del Papa alla Repubblica Veneta . Qualità ed affetti dei Cardinali. Condizioni del Papa per l'assoluzione dell' interdetto, e Rapporti del Papa colla Signoria di Venezia e cogli altri Particolarità del viaggio degli ambasciatori da Roma a Ve- Pag. 37 Sommario della Relazione di Marino Giorgi (1517) Cenni biografici intorno all' ambasciatore Scopo dell' ambascieria. Particolarità e conseguenze della vittoria dei Francesi e ... Rapporti del Papa colla Signoria di Venezia e cogli altri Disordine nell'amministrazione della Romagna Qualità ed affetti dei Cardinali. Sommario della Relazione di Marco Minio (1520) Cenni biografici intorno all' ambasciatore Udienza pubblica da papa Leone; incremento di popola- Elezione di Adriano VI, ch' era in Ispagna. Sua venuta a Roma. Sue qualità fisiche e morali Cenni biografici intorno a Marco Dandolo, Antonio Giu- Descrizione del viaggio da Venezia a Pesaro . Incontro cogli ambasciatori fiorentini vicino a Roma. Pre- Fermata e festosa accoglienza in Spello, terra di Orazio |