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tezza di carta è una edizione magnifica e splendida. E quantunque (dice il Morelli nella sua prefazione al Canzoniere del Petrarca stampato dal Giuliari in Verona nel 1799. vol. II. in 8.) non manchino molti e gravi errori di stampa, pure sotto rozzo sembiante quasi da per tutto v'è conservata l'originale e nativa scrittura, e con buona fede rappre

sentata.

1473. Questa seconda edizione Romana fu impressa e pubblicata da Filippo di Lignamine. Non può ormai mettersi in dubbio l'esistenza di tale edizione riconosciuta da tutt'i bibliografi; e dappoichè specialmente Apostolo Zeno la vide e la esaminò nella biblioteca di Classe del monastero dei PP. Camaldolesi di Ravenna. Non potrei offerire agli amatori descrizione più gradita di tal libro, che riportando le parole stesse del Zeno. Ecco pertanto com' egli si esprime in una nota al foglio sesto della parte seconda della biblioteca dell'eloquenza italiana di Monsig. Fontanini, Venezia 1753 tomi due in quarto: Ma ciò, ch' è più, ci è la rara antica edizione fatta in Roma medesima, procurata e assistita da un Prelato domestico dello stesso Pontefice. Si con

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serva questa, come preziosissima gemma, in Ravenna nella libreria Camaldolese. Il titolo e'l tempo dell' edizione, da me esaminata e osservata, è'l seguente;

ed in fine:

Sonetti e Canzone del Chiarissimo Poe

ta Francesco Petrarca

Multus eras primum Petrarche: pluri

mus es nunc:

Hec tu Messani dona loannis habes.
Sedente Sisto IIII. Pont. Max. Anno Cristi

MCCCCLXXIII. Impressus est hic libellus

ROME in domo Nobilis Viri Iohannis Philippi
de Lignamine Messanensis eiusdem. S. D. N.
familiaris. Anno eiusdem secundo XX die

mensis maii.

eresse

In foglio Quel Giovan Filippo de Lignamine Cavalier Messinese, Medico e Prelato di Sisto IV. in Roma a proprie spese, e in sua casa una buona stamperia, dalla quale ecc. Fin qui lo Zeno. Non mi pare improbabile che questo esemplare veduto dallo Zeno presso i Camaldolesi di Ravenna fosse quello stesso che per lo innanzi era già posseduto dal P. ab. Don Pietro Cannetti Camaldolese di cui parla il volpi a fac. 394 del suo Petrarca stampato in Padova dal Comino nel 1732. Il P. Laire nella sua tipografia Romana parla egli pure di questo libro, e ne dà anzi la descrizione seguente, ma non dice da qual esemplare ei l'abbia tratta. Però non è mai credibile ch'e' s' intrattenga a parlare anche del numero de' fogli senz' averla veduta, od almeno senza averne ricevuta una notizia sicura; e tanto più, che prima di lui nessuno aveala descritta, e perciò non può dirsi ch'egli abbia riportate le descrizioni anteriori. Alla fac. 198 del suo specimen historicum typographiae romanae stampato in Roma nel 1778 in 8. scrive così: Italica Epigrammata, vulgo Sonetti, antecedunt, quae 151 folia occupant; haec sequuntur Triumphi, qui sunt foliorum 40; deinde sequuntur sex alia folia, quae vitam Petrarchae et alia opuscula ad ejus opera spectantia referunt, in quorum fine legitur subscriptio:

Multus eras primum ecc.

(Come sopra dallo Zeno)

In hac editione post Castitatis Triumphum leguntur 21 versus in laudem hujus virtutis, qui in antecedentibus

editionibus desiderantur. Libris rarissimis debet hace editio annumerari ecc. Io non sò dove trovisi un esemplare di questa edizione, ma sono certo almeno ch' essa fuvvi una volta; ed anzi il sig. Brunet, che nel descriverla nel tomo secondo del suo Manual du Libraire riferisce ciò che ne dissero il Laire e lo Zeno, aggiunge ch'essa è stata anche venduta in Parigi ad un' asta pubblica .

Sotto quest'anno stesso citasi dal Maittaire tom. I. orig. art. Typogr. fac. 104, una edizione di Venezia senz' assegnarvi il nome dello stampatore, ma che corrisponde nella descrizione a quella di Ienson o Bartolommeo di Cremona, di cui diremo in appresso, la quale in fatto non ha nome di stampatore; siccome pure un'altra di Venezia ne vien registrata nel catalogo della biblioteca del Card. Imper. alla fac. 381 col. ; ed altra nel catalogo Pinelli tom. IV. fac. 343. I Ormai però è riconosciuto che si parlò sempre di quella stessa di lenson o di Bartolommeo di Cremona, e quindi dee dirsi che o 'l non esservisi trovato il nome dello stampatore, od il non averla minutamente descritta, o l'averla per isbaglio indicata in forma di quarto, non riflettendo al piccolo foglio di que' tempi, come avvenne appunto in quella del Card. Imper., o la mancanza di qualche carta avranno dato occasione od al posseditore dell' esemplare, od a' leggitori di que' cataloghi di crederle come edizioni sconosciute. Ma il fatto sta, che tranne le tre, le quali in quest'anno furono pubblicate, e che noi stiamo descrivendo, convengono ormai tutti i bibliografi ed amatori non ve n'essere di vantaggio sotto tal data, od almeno non aversene fino a questo punto sicure notizie. Siane di tutto ciò una prova quello che ci lasciò scritto il diligentissimo Volpi dove parla della edizione del Valdizocco in Padova del 1472: Forse più antica, ei dice, delle due riferite, (1470, e 1472) e la prima di tutte è quella che per relazione dell' eruditissimo sig. dott. Don Giuseppe

Sassi, bibliotecario Ambrosiano, conservasi in quella insigne libreria senza espressione di anno, luogo, o stampatore... In fine del primo libro si legge :

Francisci Petrarcae Poetae excellentissimi vul-
garium fragmenta expliciunt;

ed in fine del secondo così:

Francisci Petrarcae poetae excellentissimi
Triumphi expliciunt....

Pieno di curiosità di veder tal edizione (benché quasi certo di un qualche abbaglio preso dal Sassi) mi portai all' Ambrosiana, dove da que' sigg. bibliote carj fui assicurato che l'edizio

consultati i loro cataloghi, più là non si trova, essendo stata alienata come cosa imperfetta. Seppi in appresso ch'essa venne nelle mani del sig. Avvocato Reina di Milano eruditissimo personaggio e giudiziosissimo raccoglitore di ottimi libri e di belle edizioni, il quale mi accertò ch'essa non era se non che un frammento della edizione stampata nel 1474 dall'Acate di Basilea, avendola in allora egli stesso confrontata con un perfetto esemplare già posseduto dal sig. Cav. Luigi Bossi membro dell' istituto Italiano. Basti questo fatto.

Fu pubblicata in tal anno una bella edizione in Venezia senza nome di stampatore. Tutto il volume ch'è in foglio piccolo, comprende 187 carte. Le prime 7 contengono la tavola delle rime, e l'ottava è bianca. La mancanza di questo foglio bianco in qualche esemplare fece sì, che alcuni bibliografi descrivessero questa edizione come composta nella sua totalità di fogli 186; ma siccome qui la tavola termina al settimo, a differenza di quella del 1470 che termina al foglio ottavo, così, perchè l' esemplare sia perfetto, deve anche questo ne

cessariamente trovarvisi come suo corrispondente. Al recto del nono foglio comincia il testo così:

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Tutto il rimanente continua col carattere di tutta l'opera, ch'è rotondo ed assai bello. Terminano i Sonetti e le Canzoni al verso del foglio 137, non computati già i primi otto della tavola, e finiscono colla seguente iscrizione in caratteri maiuscoli simili alle quattro prime linee del primo Sonetto :

Francisci Petrarcae

Poetae excellen

tiss. Carminum

Amorum

.: Finis: .

Al recto del foglio 138 cominciano i Trionfi coi due primi versi in majuscolo che occupano quattro linee, e terminano al verso del foglio 175 con questa iscrizione tutta in maiuscolo ;

Deo gratias

Francisci Petrarcae Poetae
Excellentissimi Triumphus

Sextus et ultimus de
Eternitate expliciunt

M. CCCC. LXXIII. Nicolao Mar

cello Principé Reguante im

pressum fuit hoc opus
foeliciter in Venetiis

.: Finis:.

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