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511 Madonna RA.S.

512 l'avea B. P.

513 Ed avea seco una umiltà

B.P. RA.

umiltà si vera

ce S.

514 Io diveniva

nel dolor

B. P. RA. S.

515 mi partia

B.P. RA. S.

516 l'alto regno B.P.RA.S.

514

*

Che di tristizia saettavan foco.
Poi mi parve vedere a poco a poco
Turbar lo sole, ed apparir ia stella,
E pianger egli, ed ella:

Cader augelli volando per l'a're,

E la terra tremare;

Ed uom m'apparve scolorito e fioco
Dicendomi, che fai? non sai novella?
Morta è la donna tua ch'era sì bella.
Levava gli occhi miei bagnati in pianti,
E vedea, che parean pioggia di manna,
Gli Angeli che tornavan suso in cielo,
Ed una nuvoletta avean davanti,
Dopo la qual gridavan tutti: Osanna.
E s'altro avesser detto a voi dire❜lo.
Allor diceva Amor: più non ti celo;
Vieni a veder nostra donna che giace.
Lo imaginar fallace

Mi condusse a veder 511 mia donna morta :
E quando 512 io l'avea scorta,

Vedea che donne la covrian d'un velo;
513 E avea seco umilità verace

Che che dicesse: Io sono in pace.
parea
Io divenia nello dolor sì umìle
Veggendo in lei tanta umiltà formata,
Ch' io dicea: Morte assai dolce ti tegno;
Tu dei omai esser cosa gentile,

Poichè tu se' nella mia donna stata,
E déi aver pietate, e non disdegno:
Vedi che si desideroso vegno

D'esser de' tuoi ch' io ti somiglio in fede:
Vieni, ch' il cor ti chiede.

Poi 515 mi partii, consumato ogni duolo:
E quando io era solo

Dicea guardando verso 516 l'altro regno:
Beato, anima bella, chi ti vede!

Voi mi chiamaste allor, vostra mercede.

*

Questa Canzone ha due parti. Nella prima dico

518

517 questa
B. P.S.

vana

5,8 avviene B.
519 sedendo
520 alcuna parte

B.P.S.

B. P. S.

B.P.S.

521 cominciang 522 così come se

io B. P. S. 523 giunse B. P. vinse S.

Appresso 517 questa imaginazione avvenne un dì che, 519 essendo io pensoso in 520 alcun luogo, ed io mi sentii 521 venire un tremito nel 522 com' io fossi stato presente a questa core, donna. Allora dico che mi 523 venne una imaginazione d'Amore: che mi parve vederlo venire in quella parte ove la mia donna stava; e pareami che lietamente mi dicesse nel cor mio: pensa di benedire lo dì ch' io ti presi, perocchè tu lo dei fare. E certo mi parea avere lo core così lieto, che 524 mi parea che non fosse 524 non mi parea il mio core per la sua nova condizione: e poco dopo queste parole che 'l core mi disse con la lingua d' Amore, io vidi venire verso me una 525 gentilissima donna la quale era di famosa beltade, e fu già 526 molte volte donna di questo mio amico primo. E lo nome di questa donna era Giovanna; salvo che per la sua

la

parlando ad 527 infinita (a) persona, com' io fui levato 528 d'una fantasia (b) da certe donne, e come promisi loro di dirla. Nella seconda dico come io dissi a loro. La seconda comincia quivi: Mentrio pensava. 529 La prima parte (c) si divide in due. Nella prima dico quello che certe donne, e che una sola dissero é fecero per mia fantasia, quanto 530 e dinnanzi ch'io fossi tornato in 531 vera condizione. Nella seconda dico quello che queste donne mi dissero poich' io lasciai questo farneticare; e comincia quivi: Era la voce mia. Poscia quando dico: Mentrio pensava la mia, dissi loro questa mia imaginazione, e intorno a ciò fo due parti. Nella prima dico per ordine questa imaginazione: nella seconda dicendo a che ora mi chiamâro le ringrazio chiusamente: e comincia 532 quivi questa parte: Voi mi chiamaste.

(a) Vedi nota (c) pag. 12.

(b) Dante fu riscosso dalle donne: dunque fu levato da una fantasia, e non già in una fantasia.

(c) Gli editori B. P. hanno trascurato il confronto di questo luogo colla

Canzone.

che fosse
B. P. S.

525 gentil B.P.S. 526 molto donna

B. P.S.

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>

533 ed anco cosi S.

534 Queste don

ne B. P.

535 parlasse nel core B.P.S. 536 nominata B.P.S.

vera B.P.S.

538 voglio B. P. 539 tanto è a dire

quanto B.P.S.

beltade, secondo ch' altri crede, imposto l'era nome Primavera, 533 e così era chiamata: E appresso lei guardando vidi venire la mirabile Beatrice. 534 Queste andâro appresso di me così l' una appresso l'altra, e parvemi che Amore mi 535 parlasse e dicesse: Quella prima è 536 chiamata Primavera solo per questa venuta d'oggi; che io mossi lo impositore del nome 537 cosi Prima a chiamarla 557 Primavera, cioè prima verrà il dì che Beatrice si mostrerà dopo l'imaginazione del suo fedele. E se anco 538 vuoli considerare lo primo nome suo, tanto è 559 quanto dire Primavera; perchè lo suo nome Giovanna è da quel Giovanni lo quale precedette la verace luce dicendo: Ego vox clamantis in deserto : parate viam Domini. Ed anche 54o mi parea che mi dicesse 541 queste parole: E chi volesse sottilmente considerare, quella Beatrice chiamerebbe Amore per 542 molte somiglianze che ha meco. Ond' io ripensando proposi 543 di scriverne per rima al primo mio amico 544 (tacendo certe parole le quali 545 pajono da tacere) credendo io che ancora il suo cuore mirasse la beltà di questa Primavera gentile: e dissi questo Sonetto:

540 mi pare

B.P.

541 queste parole,

ed altre cose B. S.

dopo queste pa543 molta somi

role altre cose P.

glianza B. P.

543 di scrivere in

rima B. P. 544 tacendomi B. P. 545 pareano B.P.

546 dal core

B. P. RA. S. 547 da lungi B.P.S. da lunge RA.

548 En ciascuna
RA.
549 ridia

B. P. RA. S.

550 stando me col

mio B.

551 signore B.P. RA.S.

Io mi sentii svegliar dentro 546 a lo core
Un spirito amoroso che dormia,
E poi vidi venir 547 di lungi Amore,
Allegro sì che appena il conoscia.
Dicendo: or pensa pur di farmi onore.
548 E ciascuna parola sua 549 ridea («) :
, росо 550 stando, meco il mio 551

E

segnore

(b).

(a) È ovvio in alcuni codici il trovare conservate le desinenze regolari, quantunque per la rima dovessero variarsi, ciò rimettendosi al lettore, come noi voi per nui vui, e qui ridea per ridia.

(6) Più vicino al senior latino, da cui questo nome deriva.

Guardando in quella parte 552 ove venia,
553 monna Bice
Venire 554 in verso il loco dov' io era,
L'una appresso dell' altra meraviglia.
E 555 si, come la mente mi ridice,
Amor mi disse: Questa è Primavera,

Io vidi monna Vanna e

E quella ha nome Amor; si mi somiglia. *

552 onde B.P.S.

ond' ei RA. 553 mona B. 554 in ver lo loco la ov' io era

B. P. RA.S. 555 siccome

B. P. S.

B. P.

Potrebbe qui dubitar persona degna 556 di di- 556 di dichiararli chiararle ogni dubitazione, e dubitar potrebbe di ciò ch' io dico d' Amore, come se fosse una cosa per se, e non solamente intelligenza ("), ma come sostanza corporale. La qual cosa, secondo la verità, è falsa chè Amore non è per se siccome sostanza, ma è un accidente in sostanza. E che io dica di lui come se fosse corpo, ancora come se fosse uomo, appare per tre cose che io dico di lui. Dico che 'l vidi 557 di 557 venire B. p. lungi venire, onde, con ciò sia cosa che venire dica moto locale, (e localmente mobile per se, secondo il Filosofo, sia solamente corpo) appare che io ponga Amore esser corpo. Dico anche di lui che rideva, ed anche che parlava, le quali

558 è come B.P.

559 nel mio core

da lunga parte B. P.

* Questo Sonetto ha molte parti; la prima delle quali 558 dice come io mi sentii svegliare lo tremore usato nel core, e come parve che Amore m'apparisse allegro 559 da lunga parte, Nella seconda dico come parve che Amore mi dicesse nel core, e qual mi parea. La terza dice come, poi che questo fu alquanto stato meco, tali io vidi, e udii certe cose. La seconda parte comincia quivi: Dicendo: or pensa pur di farmi, 560 La terza 560 La terza parE poco stando. La terza si divide in due parti; nella prima dico quello ch'io vidi, nella seconda dico quello che io udii, e comincia quivi: Amor mi disse.

CO

(a) Nel n. cod. sostanza intelligenza. Sopprimendo il primo di questi sostantivi noi otteniamo una lezione più giusta di quella che abbiano le altre edd.

te si divide in due P.

561 proprie B. P. S.

sente B. P.

563 certi poeti in
volgare B.
564 erano dicitori

J' Amore
B. P. S.

565 passato P.

566 questi poeti

B. S.

567 in latino) se

condo alcuna

proporzione è segno che sia

568

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cose pajono esser 561 propie dell' uomo, spe562 secondo che è cialmente esser risibile: e esser risibile e però appare ch' io buono al pre- pongo lui esser uomo. A cotal cosa dichiarare 562 (che è buono a presente (")) prima è da intendere che anticamente non erano dicitori d'Amore 563 in volgare, anzi 564 erano certi poeti in lingua latina; tra noi dico, avvegna forse che tra altra gente avvenisse, e avvegna ancora, (siccome in Grecia) non volgari, ma letterati poeti queste cose trattavano. E non è molto numero d'anni 565 passati che apparirono 566 prima questi poeti volgari. Chè dire per rima in volgare tanto è quanto dire per versi 567 in latino, secondo alcuna proporzione. E segno che sia picciol tempo è che, se volemo cercare in lingua d'oco e in lingua di sì (), picciol tempo noi non troveremo cose dette anzi lo presente tempo per CL. anni. E la cagione perchè alquanti grossi ebber fama di saper dire è, che quasi furono i primi che dissero in lingua di sì. E lo primo che cominciò a dire siccome poeta 569 fare intende- volgare si mosse però, che volle 569 dare ad intendere a donna alla quale era malagevole ad intendere li versi latini. E questo è contro coloro che rimano sopra altra materia che amorosa; con ciò sia cosa che cotal modo di parlare fosse dal principio trovato per dire d'Amore. Onde con ciò sia cosa che a' poeti sia conceduta maggior licenza di parlare che alli prosaici 570 dicitori, e questi dicitori per rima non sieno altro che poeti volgari, è degno e ragionevole che a loro sia maggior licenza largita di parlare che agli altri parlatori volgari; onde se

B. S.

in latinosecondo ec. P. 568 guardare B. P.

re le sue parole B. P. S.

570 dittatori

B. P. S.

(a) Gemello dell' à present francese, rimarchevole per l'articolo indeterminato, e da aggiungersi al vocabolario.

(b) Nel n. cod. isi qui è appresso. Forse dal lat. id sie.

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