Poesie: Volume unicoSoc. ed. italiana di M. Guigoni, 1857 |
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Sayfa 30
... figli ? Odo suon d'armi E di carri e di voci e di timballi ; In estranie contrade Pugnano i tuoi figliuoli . Attendi , Italia , attendi . Io veggio , o parmi , Un fluttuar di fanti e di cavalli , E fumo e polve , e luccicar di spade ...
... figli ? Odo suon d'armi E di carri e di voci e di timballi ; In estranie contrade Pugnano i tuoi figliuoli . Attendi , Italia , attendi . Io veggio , o parmi , Un fluttuar di fanti e di cavalli , E fumo e polve , e luccicar di spade ...
Sayfa 31
... figli cari , Ma da nemici altrui Per altra gente , e non può dir morendo : Alma terra natia , La vita che mi desti ecco ti rendo . Oh venturose e care e benedette L'antiche età che a morte Per la patria correan le genti a squadre ; E ...
... figli cari , Ma da nemici altrui Per altra gente , e non può dir morendo : Alma terra natia , La vita che mi desti ecco ti rendo . Oh venturose e care e benedette L'antiche età che a morte Per la patria correan le genti a squadre ; E ...
Sayfa 32
... figli , L'ora estrema vi parve , onde ridenti Correste al passo lacrimoso e duro ? Parea ch'a danza e non a morte andasse Ciascun de ' vostri , o a splendido convito : Ma v ' attendea lo scuro Tartaro , e l'onda morta ; Nè le spose vi ...
... figli , L'ora estrema vi parve , onde ridenti Correste al passo lacrimoso e duro ? Parea ch'a danza e non a morte andasse Ciascun de ' vostri , o a splendido convito : Ma v ' attendea lo scuro Tartaro , e l'onda morta ; Nè le spose vi ...
Sayfa 35
... figli , E duolo e sdegno di cotanto affanno Onde bagna costei le guance e il velo . Ma voi di quale ornar parola o canto Si debbe , a cui non pur cure o consigli , Ma dell ' ingegno e della man daranno I sensi e le virtudi eterno vanto ...
... figli , E duolo e sdegno di cotanto affanno Onde bagna costei le guance e il velo . Ma voi di quale ornar parola o canto Si debbe , a cui non pur cure o consigli , Ma dell ' ingegno e della man daranno I sensi e le virtudi eterno vanto ...
Sayfa 37
... figli sonnacchiosi ed egri Tanto valor che un tratto alzino il viso . Ahi , da che lungo scempio Vedi afflitta costei , che si meschina Te salutava allora Che di novo salisti al paradiso ! Oggi ridotta si che , a quel che vedi , Fu ...
... figli sonnacchiosi ed egri Tanto valor che un tratto alzino il viso . Ahi , da che lungo scempio Vedi afflitta costei , che si meschina Te salutava allora Che di novo salisti al paradiso ! Oggi ridotta si che , a quel che vedi , Fu ...
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affanni alcun allato Allobrogo allor amante amor anco antica appo aprica assai avea avrian beato beltà campo canto caro ch'a ch'io chè chiome ciel colei compagna d'ogni daratti Dedalo deserto desio diletto dolce dolci inganni dolor Ellesponto Elvira Erebo età eterno fato felice figli Fingon fior Flegetonte fuggir fuggitivo fûr gente giammai giorno granchi immensa incominciate il pianto indarno infelice ingegno insino intaminato intenta intorno invano l'alma l'altro labbra lieto loco luna lungo mente mira misero mondo mortal morte natura notte novo occhi omai ozio PASSERO SOLITARIO patria pensier petto piagge piè pietà poco poscia pria prole quïete ragion ranocchi rimembranza Rodipan Rubatocchi selve sento Sicule Muse Simonide sogno solea sospirar speme spento spirto stelle suol suon sventura terra Topaia topi torna tristo umana Vaghe stelle dell'Orsa vago valle vampa d'amor vede veder vidi virtù virtude viva viver volgo
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Sayfa 85 - Vecchierel bianco, infermo, Mezzo vestito e scalzo, Con gravissimo fascio in su le spalle, Per montagna e per valle, Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte, Al vento, alla tempesta, e quando avvampa L'ora, e quando poi gela, Corre via, corre, anela, Varca torrenti.
Sayfa 41 - Oh misero Torquato! il dolce canto Non valse a consolarti oa sciorre il gelo Onde l'alma t'avean, ch'era sì calda, Cinta l'odio e l'immondo Livor privato e de' tiranni. Amore, Amor, di nostra vita ultimo inganno, T'abbandonava. Ombra reale e salda Ti parve il nulla, e il mondo Inabitata piaggia. Al tardo onore Non sorser gli occhi tuoi; mercé, non danno, L'ora estrema ti fu.
Sayfa 85 - L'antico amor. Se a feste anco talvolta, Se a radunanze io movo, infra me stesso Dico: o Nerina, a radunanze, a feste Tu non ti acconci più, tu più non movi. Se torna maggio, e ramoscelli e suoni Van gli amanti recando alle fanciulle, Dico,: Nerina mia, per te non torna Primavera giammai, non torna amore.
Sayfa 89 - Sorge in sul primo albore, Move la greggia oltre pel campo, e vede Greggi, fontane ed erbe; Poi stanco si riposa in su la sera: Altro mai non ispera. Dimmi, o luna: a che vale Al pastor la sua vita, La vostra vita a voi?
Sayfa 55 - Sì ch'a mirarla intenerisce il core. Odi greggi belar, muggire armenti; Gli altri augelli contenti, a gara insieme Per lo libero ciel fan mille giri, Pur festeggiando il lor tempo migliore: Tu pensoso in disparte il tutto miri; Non compagni, non voli, Non ti cai d'allegria, schivi gli spassi; Canti, e cosi trapassi Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.
Sayfa 85 - Folgori, nembi e vento. O natura cortese, Son questi i doni tuoi, Questi i diletti sono Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena È diletto fra noi. Pene tu spargi a larga mano; il duolo Spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto Che per mostro e miracolo talvolta Nasce d'affanno, è gran guadagno.
Sayfa 25 - O patria mia, vedo le mura e gli archi E le colonne ei simulacri e l'erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi I nostri padri antichi.
Sayfa 88 - E l'abitar questi odorati colli. Ma rapida passasti ; e come un sogno Fu la tua vita. Ivi danzando ; in fronte La gioia ti splendea, splendea negli occhi Quel confidente immaginar, quel lume Di gioventù, quando spegneali il fato, E- giacevi. Ahi Nerina! In cor mi regna L
Sayfa 39 - Oh te beato, A cui fu vita il pianto! A noi le fasce Cinse il fastidio; a noi presso la culla Immoto siede, e su la tomba, il nulla.
Sayfa 95 - Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giù da' colli e da' tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla da segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore: e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dì del suo riposo.