Poesie: Volume unicoSoc. ed. italiana di M. Guigoni, 1857 |
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Sayfa 34
... E piangi e di te stessa ti disdegna ; Che senza sdegno omai la doglia è stolta : Volgiti e ti vergogna e ti riscuoti E ti punga una volta D'aria e d'ingegno e di parlar diverso Per lo toscano Pensier degli avi nostri e de ' nepoti . 34.
... E piangi e di te stessa ti disdegna ; Che senza sdegno omai la doglia è stolta : Volgiti e ti vergogna e ti riscuoti E ti punga una volta D'aria e d'ingegno e di parlar diverso Per lo toscano Pensier degli avi nostri e de ' nepoti . 34.
Sayfa 35
Volume unico Giacomo Leopardi. D'aria e d'ingegno e di parlar diverso Per lo toscano suol cercando gia L'ospite desioso Dove giaccia colui per lo cui verso Il meonio cantor non è più solo . Ed , oh vergogna ! udia Che non che il cener ...
Volume unico Giacomo Leopardi. D'aria e d'ingegno e di parlar diverso Per lo toscano suol cercando gia L'ospite desioso Dove giaccia colui per lo cui verso Il meonio cantor non è più solo . Ed , oh vergogna ! udia Che non che il cener ...
Sayfa 41
... parlar gli meni A questo secol morto , al qual incombe Tanta nebbia di tedio ? E come or vieni · Si forte a ' nostri orecchi e si frequente , Voce antica de ' nostri , Muta si lunga etade ? e perchè tanti Risorgimenti ? In un balen ...
... parlar gli meni A questo secol morto , al qual incombe Tanta nebbia di tedio ? E come or vieni · Si forte a ' nostri orecchi e si frequente , Voce antica de ' nostri , Muta si lunga etade ? e perchè tanti Risorgimenti ? In un balen ...
Sayfa 49
... parlar gli meni A questo secol morto , al qual incombe Tanta nebbia di tedio ? E come or vieni Si forte a ' nostri orecchi e si frequente , Voce antica de ' nostri , Muta si lunga etade ? e perchè tanti Risorgimenti ? In un balen ...
... parlar gli meni A questo secol morto , al qual incombe Tanta nebbia di tedio ? E come or vieni Si forte a ' nostri orecchi e si frequente , Voce antica de ' nostri , Muta si lunga etade ? e perchè tanti Risorgimenti ? In un balen ...
Sayfa 121
... parlar ? caduta forse Dal mio pensier sei tu ? Dove sei gita , Che qui sola di te la ricordanza Trovo , dolcezza mia ? Più non ti vede Questa terra natal : quella finestra , Ond ' eri usata favellarmi , ed onde Mesto riluce delle stelle ...
... parlar ? caduta forse Dal mio pensier sei tu ? Dove sei gita , Che qui sola di te la ricordanza Trovo , dolcezza mia ? Più non ti vede Questa terra natal : quella finestra , Ond ' eri usata favellarmi , ed onde Mesto riluce delle stelle ...
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Sayfa 85 - Vecchierel bianco, infermo, Mezzo vestito e scalzo, Con gravissimo fascio in su le spalle, Per montagna e per valle, Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte, Al vento, alla tempesta, e quando avvampa L'ora, e quando poi gela, Corre via, corre, anela, Varca torrenti.
Sayfa 41 - Oh misero Torquato! il dolce canto Non valse a consolarti oa sciorre il gelo Onde l'alma t'avean, ch'era sì calda, Cinta l'odio e l'immondo Livor privato e de' tiranni. Amore, Amor, di nostra vita ultimo inganno, T'abbandonava. Ombra reale e salda Ti parve il nulla, e il mondo Inabitata piaggia. Al tardo onore Non sorser gli occhi tuoi; mercé, non danno, L'ora estrema ti fu.
Sayfa 85 - L'antico amor. Se a feste anco talvolta, Se a radunanze io movo, infra me stesso Dico: o Nerina, a radunanze, a feste Tu non ti acconci più, tu più non movi. Se torna maggio, e ramoscelli e suoni Van gli amanti recando alle fanciulle, Dico,: Nerina mia, per te non torna Primavera giammai, non torna amore.
Sayfa 89 - Sorge in sul primo albore, Move la greggia oltre pel campo, e vede Greggi, fontane ed erbe; Poi stanco si riposa in su la sera: Altro mai non ispera. Dimmi, o luna: a che vale Al pastor la sua vita, La vostra vita a voi?
Sayfa 55 - Sì ch'a mirarla intenerisce il core. Odi greggi belar, muggire armenti; Gli altri augelli contenti, a gara insieme Per lo libero ciel fan mille giri, Pur festeggiando il lor tempo migliore: Tu pensoso in disparte il tutto miri; Non compagni, non voli, Non ti cai d'allegria, schivi gli spassi; Canti, e cosi trapassi Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.
Sayfa 85 - Folgori, nembi e vento. O natura cortese, Son questi i doni tuoi, Questi i diletti sono Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena È diletto fra noi. Pene tu spargi a larga mano; il duolo Spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto Che per mostro e miracolo talvolta Nasce d'affanno, è gran guadagno.
Sayfa 25 - O patria mia, vedo le mura e gli archi E le colonne ei simulacri e l'erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi I nostri padri antichi.
Sayfa 88 - E l'abitar questi odorati colli. Ma rapida passasti ; e come un sogno Fu la tua vita. Ivi danzando ; in fronte La gioia ti splendea, splendea negli occhi Quel confidente immaginar, quel lume Di gioventù, quando spegneali il fato, E- giacevi. Ahi Nerina! In cor mi regna L
Sayfa 39 - Oh te beato, A cui fu vita il pianto! A noi le fasce Cinse il fastidio; a noi presso la culla Immoto siede, e su la tomba, il nulla.
Sayfa 95 - Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giù da' colli e da' tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla da segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore: e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dì del suo riposo.