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RIME

DI MESSER

FRANCESCO PETRARCA.

SON ET ΤΟ Ι.

Olme il bel viso, oimè il soave sguardo;

Oimè il leggiadro portamento altero;
Oimè'l parlar ch' ogni aspro ingegno e fero
Faceva umíle, ed ogni uom vil gagliardo;

E oimè'l dolee riso ond' uscío 'l dardo

Di che morte, altro bene omai non spero:
Alma real, dignissima d'impero,

Se non fossi fra noi scesa sì tardo.

Per voi convien ch' io arda, e'n voi respire:
Ch'i' pur fui vostro: e se di voi son privo;
Via men d'ogni sventura altra mi dole.

Di speranza m' empieste e di desire
Quand' io parti' dal sommo piacer vivo:
Ma'l vento ne portava le parole.

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Madonna è morta ed ha seco il mio core; E volendol seguire,

Interromper convien quest'anni rei.

CAN ZONE 1.

CHe debb'io far? che mi consigli, amore?

Не

Tempo è ben di morire:

Ed ho tardato più ch'i' non vorrei .
Madonna è morta ed ha seco 'l mio core ;
E volendol seguire,

Interromper convien quest'anni rei:

Perchè mai veder lei

Di qua non spero; e l'aspettar m'è noja.
Poscia ch'ogni mia gioja

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Per lo suo dipartire in pianto è volta,
Ogni dolcezza di mia vita è tolta.

Amor, tu'l senti, ond' io teco mi daglio, Quant'è il danno aspro e grave;

E so che del mio mal ti pesa e dole
Anzi del nostro perch' ad uno scoglio
Avem rotto la nave:

Ed in un punto n'è scurato il sole.
Qual ingegno a parole

Poria agguagliar il mio doglioso stato?
Ahi orbo mondo ingrato,

Gran cagion hai di dover pianger meco;
Che quel ben ch' era in te perdut' hai seco
Caduta è la tua gloria; e tu nol vedi;
Nè degno eri, mentr' ella

Visse qua giù, d'aver sua conoscenza,
Nè d'esser tocco da' suoi santi piedi:
Perchè cosa sì bella

Dovea 'l ciel adornar di sua presenza.
Ma io, lasso, che senza

Lei nè vita mortal nè me stess' amo;
Piangendo la richiamo:

Questo m'avanza di cotanta spene,
E questo solo ancor qui mi mantiene.
Oimè, terra è fatto il suo bel viso
Che solea far del cielo

E del ben di là su fede fra noi.

L'invisibil sua forma è in paradise
Disciolta di quel velo

Che qui fece ombra al fior de gli anni suoi,

Per rivestirsen poi

Un'altra volta, e mai più non spogliarsi ;
Quand' alma e bella farsi

Tanto più la vedrem, quanto più vale
Sempiterna bellezza che mortale.

Più che mai bella e più leggiadra donna Tornami innanzi, come

Là dove più gradir sua vista sente.
Quest' è del viver mio l'una colonna ;
L'altra è'l suo chiaro nome

Che sona nel mio cor si dolcemente.
Ma tornandomi a mente

Che pur morta è la mia speranza viva
Allor ch'ella fioriva;

Sa ben amor qual io divento: e spero
Vedal colei ch'è or sì presso al vero.

Donne, voi che miraste sua beltate,
E l'angelica vita,

Con quel celeste portamento in terra ;
Di me vi doglia e vincavi pietate ;
Non di lei ch'è salita

A tanta pace e me ha lasciato in guerra ;
Tal che s' altri mi serra

Lungo tempo il cammin da seguitarla;

Quel ch'amor meco parla,

Sol mi ritien ch'io non recida il nodo:
Ma e' ragiona dentro in cotal modo:

Pon freno al gran dolor che ti trasporta: Che per soverchie voglie

Si perde 'l cielo ove 'l tuo core aspira;
Dov'è viva colei ch'altrui par morta;
E di sue belle spoglie

Seco sorride, e sol di te sospira ;
E sua fama che spira

In molte parti ancor per la tua lingua,
Prega che non estingua;

Anzi la voce al suo nome rischiari;
Se gli occhi suoi ti fur dolci nè cari.
Fuggi'l sereno e'l verde;

Non t' appressar ove sia riso o canto,
Canzon mia, no, ma pianto:

Non fa per te di star fra gente allegra,
Vedova sconsolata in veste negra.

波波

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