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SONETTO XLIV.

NE per sereno cielo ir vaghe stelle;

Nè per tranquillo mar legni spalmati;
Ne per campagne cavalieri armati,
Ne per bei boschi allegre fere e snelle;

Nè d'aspettato ben fresche novelle;
Ne dir d'amore in stili alti ed ornatis
Nè tra chiare fontane e verdi prati
Dolce cantare oneste donne e belle;

Ne altro sarà mai ch' al cor m' aggiunga
Si seco il seppe quella seppellite,

Che sola a gli occhj miei fu lume e speglio.

Noja m'è'l viver si gravosa e lunga
Ch' i' chiamo il fine per lo gran desite,
Di riveder cui non veder fu'l meglio.

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J

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TA

Assato è'l tempo omai, Jasso, che tanto Con refrigerio, in mezzo foco vissi

جما

Passato è quella di ch' io piansi, e scrissi Ma lasciato m'ha ben la pena e'l pianto.

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ila A Passato èlevison si leggiadro e santo: Ma passando, i dolci occhj al cor m' ha fissi, Al coro già mio che seguendo partissi Lei ch' avvolto l' avea nel suo bel manto,

Ella se ne portò sotterra, en cielo
Ovor trionfa ornata del alloro
Che meritò la sua invitta onestate.

C

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bly wite orb & 97103 Così disciotto dal mortal mio velo

Ch' a forza mi tiem qui, foss io con loro Fuor de' sospir fra l'anime beate.

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SONET TO XLVI.

MEnte mia, che presaga de'tuoi danni

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Al tempo lieto già pensosa e trista
Si intentamente ne l'amata vista

Requie cercavi de' futuri affanni:

A gli atti a le parole al viso ai panni
A la nova pietà con dolor mista,
Potei ben dir, se del tutto eri avvista:
Questo è l'ultimo di de' miei dolci anni.

J

Qual dolcezza fu quella, o miser' alma, Come ardevamo in quel punto ch’i'vidi Gli occhj i quai non dovea riveder mai!

Quando a lor, come a duo amici più fidi, Partendo, in guardia la più nobil salma, I miei cari pensieri e'l cor lasciai.

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SONETTO XLVII.

Tutta

Utta la mia fiorita, e verde etademi Passava e'ntepidir sentia già 'l foco I Ch' arse'l mio cor; ed era giunto al loco Ove scende la vita ch' al fin dades i

Già incominciava a prender securtadero
La mia cara nemica a poco a pocolo
De' suoi sospetti, e rivolgeva in gioco)
Mie pene acerbe sua dolce onestade :

Presso era 'l tempo dov' amor si scontra cof
Con castitate ed a gli amanti e datos
Sedersi insieme, e dir che loro incontra.

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Anzi a la speme; e feglisical' incontra 6 An mezza, via come nemico armato bavi

SONETTO XLVIII.

Tempo

Empos era bonap da trovar pace o tregua Di canta guerra ed erane in via forse Se non che lieti passi indietro torse Chi le disagguaglianze nostre adegua !>

Che come nebbia abwento si dileguani fio

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Cosìosua vita subito trascorse im

Quella che già co begli occhi mi scorse; Eds or sconvien che col pensier la Isegua .

Poco saveaba ndugiar, che gli anni el pelo Cangiavano costumi :Donde sospetto Non fora il ragionar del mio mal seco.

Con che onesti sospiri avrei "dettol M Le mie lunghe fatiche ch or dal cielo Vede pison certo e duolsene ancor méco.

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