Poco era stata ancor l'alma gentile (Ch'era de l' anno, e di mia ctate aprile) Mi giunse al cor, e giugnerà l'estremo ;. Pur com' or fosse, ripensando tremo. D'un bel diamante quadro e mai non scemo Vi si vedea nel mezzo un seggio altero; Ove sola sedea la bella donna. Dinanzi una colonna Cristallina, ed iv' entro ogni pensiero Giove ed Apollo e Polifemo e Marte: Ond' or non so d'uscir la via nè l'arte. Che fu sola a' suoi di cosa perfetta, Che me stesso e 'l mio mal posi in obblio. Far sentia un marmo e'mpièr di meraviglias A l'atto de la fronte e de le ciglia, E reggo e volvo quanto al mondo vedi. Il dì che costei nacque, eran le stelle L'una ver l'altra con amor converse: Tenean le parti signorili e belle ; Quasi in tutto del ciel eran disperse. Una nube lontana mi dispiacque ; Com'ella venne in questo viver basso ; Ch'a dir il ver non fu degno d'averla ; Cosa nova a vederla, Già santissima e dolce, ancor acerba ; Verde facea, chiara soave; e l`erba Di lingua che dal latte si scompagne ; Poichè crescendo in tempo ed in virtute Giunse a la terza sua fiorita etate; Leggiadria nè beltate . Tanta non vide il sol credo già mai. A dir di lei quel che tu sol ne sai. Ch' altro più dolcemente mai non arse: Detto questo, a la sua volubil rota Quella perch' io ho di morir tal fame, 波涨 SONETTO LV. OR hai fatto l'estremo di tua possa, O crudel morte; or hai'l regno ď amore Or hai spogliata nostra vita, e scossa D'ogni ornamento e del sovran suo onore: Ma la fama e'l valor che mai non more, Non è in tua forza: abbiti ignude l'ossa; Che l'altro ha'l cielo, e di sua chiaritate, Quasi d'un più bel sol s'allegra e gloria; E fia'l mondo de' buon sempre in memoria. Vinca 'l cor vostro in sua tanta vittoria, |