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AI PRESENTI E AGLI AVVENIRE

A

gloria d'Italia e del massimo Poeta, siccome a dimostrazione dell'umilissima e profondissima gratitudine dell'animo mio, fo manifesto che, a riguardo della presente mia fatica, la real munificenza del sapientissimo Re nostro, Luigi XVIII, patrocinatore gloriosissimo d'ogni scienza e arte, le quali tutte onora, m'ha gratificato di seimila franchi; grande aiuto per sè, e più ancora per essermi si opportuno sopraggiunto; del quale beneficio, non sapendo nè potendo altrimenti, mi ingegnerò di sdebitarmi in parte colla novella mia patria, donandole quanto prima per me si potrà il nuovo Vocabolario italiano a uso dei Francesi, da me già promessole; nella quale opera, necessaria cotanto, pongo adesso tutto il mio poco ingegno, tutto lo studio e la diligenza.

FRA i preziosi manoscritti, i quali arricchiscono

la bellissima libreria dell'eruditissimo signor cavaliere Stuard, ambasciatore di S. M. Britannica in Francia, ve n'ha uno di Dante, segnato del 1300, il quale dal cortese animo di Sua Eccellenza graziosamente esibitomi a maggior illustrazione del testo nostro, n'ho cavato più e più varianti, le quali, lasciando quelle senza novero di che altri per avventura avrebbe fatto gran romore, da me trascritte nei luoghi opportuni, aggiunger debbono al presente lavoro non lieve pregio e splendore. Perch' io, con ogni altro Italiano, e letterato di qualsivoglia paese, mi confesso di tanto insigne favore conoscente in perpetuo alla gentilezza e bontà di sì valente e generoso signore.

AMMONITO dal Monti, prima gloria d'Italia nel presente tempo, e primo alunno del Poeta nostro, d'essermi comportato troppo aspramente con Lombardi comentatore di Dante, a dimostrare con quanto affetto e riconoscenza io riceva i consigli di tanto uomo, quanto ogni suo detto mi sia caro cenno d'amore, e com' io desideri di ammendar me stesso, dichiaro che, se potessi far tornare indietro quello ch'è fatto, lo farei di buona voglia, (e se n'avvedranno i lettori nell'ultima rimanente Canzone) bench' io sia persuaso di non meritare altra riprensione che quella di non aver saputo temperare il giusto mio sdegno, accesomi in petto, non tanto dalla vista del male presente che ha fatto il Lombardi, quanto dalla tema di futuro e maggiore, e hanno pur troppo mostrato i fatti che non era irragionevole la mia

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