76 82 Si che li sopra rimanea distinto 85 100 Ma leggi Ezechiel, che li dipigne 109 22 25 28 Io vidi già nel cominciar del giorno L'alta virtù, che già m' avea trafitto Prima ch' io fuor di puerizia fosse, Volsimi alla sinistra col rispitto 31 34 40 43 49 Col quale il fantolin corre alla mamma, Quando ha paura o quando egli è afflitto, Per dicere a Virgilio: 'Men che dramma 46 Di sangue m' è rimaso che non tremi ; Conosco i segni dell' antica fiamma.' Ma Virgilio n' avea lasciati scemi Di sè, Virgilio dolcissimo patre, Virgilio a cui per mia salute die' mi: Nè quantunque perdè l'antica matre, 52 Valse alle guance nette di rugiada, Che lagrimando non tornassero atre. 'Dante, perchè Virgilio se ne vada, Non pianger anco, non pianger ancora; Chè pianger ti convien per altra spada.' Quasi ammiraglio, che in poppa ed in prora Viene a veder la gente che ministra 59 Per gli altri legni, ed a ben far la incuora, In sulla sponda del carro sinistra, Quando mi volsi al suon del nome mio, Che di necessità qui si registra, Vidi la Donna, che pria m' appario Velata sotto l' angelica festa, 55 61 64 Drizzar gli occhi ver me di qua dal rio. Tutto che il vel che le scendea di testa, 67 70 72 E il più caldo parlar diretro serva : Di subito: In te, Domine, speravi; Si come neve tra le vive travi Per lo dosso d' Italia si congela, 79 82 85 Si che notte nè sonno a voi non fura Passo, che faccia il secol per sue vie ; Onde la mia risposta è con più cura 106 Che m' intenda colui che di là piagne, Perchè sia colpa e duol d' una misura. Non pur per opra delle rote magne, 109 Che drizzan ciascun seme ad alcun fine, Secondo che le stelle son compagne ; Ma per larghezza di grazie divine, 112 Che si alti vapori hanno a lor piova, Che nostre viste là non van vicine, Questi fu tal nella sua vita nuova Virtualmente, ch' ogni abito destro Fatto averebbe in lui mirabil prova. 115 Ma tanto più maligno e più silvestro 118 Si fa il terren col mal seme e non colto, Quant' egli ha più del buon vigor terrestro. Alcun tempo il sostenni col mio volto; 121 Mostrando gli occhi giovinetti a lui, Meco il menava in dritta parte volto. Si tosto come in sulla soglia fui Di mia seconda etade, e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m' era, Fu' io a lui men cara e men gradita; E volse i passi suoi per via non vera, Imagini di ben seguendo false, Che nulla promission rendono intera. Nè impetrare ispirazion mi valse, 124 127 130 133 'O tu, che sei di là dal fiume sacro,' Volgendo suo parlare a me per punta, Che pur per taglio m' era paruto acro, Ricominciò, seguendo senza cunta, 4 'Di', di', se questo è vero; a tanta accusa Tua confession conviene esser congiunta.' Era la mia virtù tanto confusa, 7 16 19 Come balestro frange, quando scocca 25 28 Nella fronte degli altri si mostraro, Per che dovessi lor passeggiare anzi?' 43 Ciò che confessi, non fora men nota Per la mia morte, qual cosa mortale Ben ti dovevi, per lo primo strale Delle cose fallaci, levar suso 52 55 61 Diretro a me che non era più tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso, 58 Ad aspettar più colpi, o pargoletta, O altra vanità con sì breve uso. Nuovo augelletto due o tre aspetta ; Ma dinanzi dagli occhi dei pennuti Rete si spiega indarno o si saetta.' Quali i fanciulli vergognando muti, Con gli occhi a terra, stannosi ascoltando, E sè riconoscendo, e ripentuti, Di penter sì mi punse ivi l' ortica, 85 88 Che di tutt' altre cose, qual mi torse Tratto m' avea nel fiume infino a gola, 94 97 64 tuoi Le tre di là, che miran più profondo.' |