Sayfadaki görseller
PDF
ePub

MILIUROV LIBRARY

Coi tipi di EDOARDO SONZOGNO a Milano.

PREFAZIONE

UNIV. OF

ietro Giordani scriveva al Brighenti del Leopardi (1819): gli è d'una grandezza smisurata, spaventevole... Imatevi che Monti e Mai uniti insieme siano il dito di piede di quel colosso; ed ora non ha 21 anno! » È > l'entusiasmo del letterato provetto e famoso, al veincarnato quell'ideale di scrittore ch'egli vagheggiava e forse non si confidava vedere in terra mai! Si noti il Monti e il Mai erano i suoi idoli, e che anche acciuti del Perticari e di sè stesso non gli pareva arriero alla cintola di quel grande! Veramente solo al pardi è toccato di riuscire sommo nell'erudizione e 'invenzione, nella prosa e nel verso, d'esser terso come 'etrarca, venusto come il Caro, arguto come Luciano, ondo come Giordano Bruno, perspicuo come Galileo ilei.

[el suo discorso a Pietro Colletta e a' Giambattista Nicni, il Giordani fece divinamente spiccare i pregi del ta e del prosatore:

Sapete voi che io sono vicino a credere che Torquato so, duecento tre anni dopo che ebbe riposo de' suoi ghi e indegnissimi affanni, sia rinato: e serbando inquella sua indole ingegnosa e malinconica, e quella potenza di versi e più di prosa, quel suo filosofare n più povero nelle scure angustie delle scuole fratesche, correndo ricco la tanta e lucente ampiezza delle mone dottrine) viva e scriva nella propria persona del mio ssimo Giacomo Leopardi? Questo miracolo (per me è acol vero) nacque in Recanati; piccola terra, che il a chiama città; vicina quattro miglia a Loreto, quel

978502

gran mercato d'ignobili superstizioni. Ponete mente il luog o amici. Ivi tutti i mali d'Italia, e niuna consolazione. tanto buio di cenciosa e superstiziosa e feroce ignoran come vide il Conte Giacomo esservi un immenso mon intellettuale, e s'invogliò di correrlo, se non gliele rivela (sino da puerizia!) il suo incredibile ingegno? Compl sione delicatissima, e non sofferente i grossi piaceri; estre solitudine, senza niuno divagamento; alquanti buoni li antichi in casa; leggere e meditare ostinato, dove non al materia a tanta attività di mente; gli fecero prima con scere il mondo di duemil'anni addietro che il presente: ciò che stupendo è da quell'antico mondo perduto dedus qual sia e quanto vaglia questo mondo nostro, fuori quale viveva. Cosicchè io visitandolo nella sua solitudi (otto anni fa) non mi saziava di ammirare che a giov netto di venti anni, il più separato dal vivere comun fosse potuta pervenire tanta verissima conoscenza delle co umane, quanta prendono da lungo vivere e molto conv sare ben pochi. Appena giunto era a diciotto anni; latini e i greci non avevano un segreto per lui. Tan avea veduto in tutta la filologia che niente gli rimaneva invidiare ai pochissimi di maggior valore tra i nost niente dovea vergognarsi dai più profondi tra i tedesch siccome lo provarono poco appresso in Roma il dottissir e sagacissimo Niebuhr, ed altri dotti e famosi oltramo tani; che di ciò lo ammirarono, e per ammirazione amarono. Di tanta dottrina gittò egli più volte qualc nobil segno ne' giornali; ma fu poco avvertito: perc quegli studj solamente vengono in onore che per molti valorosi ingegni ad un tempo fioriscono, »

: « Quando la fama di Giacomo Leopardi sarà pari al val suo, molti diverranno curiosi di conoscere con quale ordi e fortuna gli succedettero gli esercizj della mente. Sappia dunque ora ch'egli prima di trattare la poesia, e di poi filosofia, fu (non tanto per elezione, quanto per caso o necessità) occupato da molta e recondita erudizione. quale comunque soprabbondasse, non potè rimanere ma fredda ed inerte ad opprimere quella facoltà che nelle sp culazioni si assottiglia, nè quella che negli affetti si accen perchè tanta copia di sapere infusa nell'animo il più i

lente che si possa imaginare, in quello per così dire bolendo e affinando, sublimossi a materia di alto poetare, e i filosofare profondo. Nè dai latini, e più dai greci, aveva tolto solamente le polite lettere, e le istorie, ma la sapienza morale e la civile; e sopra tutto quell'intelligente e caldo more del buono e del bello, nel quale tanto ci avanzano. Onde prima che avesse compiuto venti anni mandò fuori quelle due canzoni; delle quali chi potrà dire che per altezza di sentimenti e veemenza di generoso ardore abbiano Altrove paragone? Chi dalla ignavia italiana trasvolare alle Termopile e a Simonide? Chi dal tardo monumento fiotentino a Dante trapassare al fiore della italica gioventù Inutilmente ne' deserti di Russia gelato e morto? E seguitò alcuni anni poetando ora le sue speranze, ora gli affanni, pra le miserie dell'uman genere, e i feroci arcani della natura, non meno vigoroso e sublime che ne' principj; pur ggiungendo allo stile una maravigliosa lucidità e traspaenza del pensiero, al verso una grazia e dolcezza ineffae bile, con gravità or maestosa ora dolente; mostrando che hon più alti concetti, non più veri, non più semplicemente nobilmente possano con evidenza esprimersi da un poeta, Qualem nequeo monstrare, et sentio tantum » (1)。

«< Aveva rivolta la poesia al suo utile e unicamente degno fine; e fatto vedere quale dovrebbe e potrebb'essere la lirica italiana: ma gli occorse altra maniera di spandersi, dacchè ridusse l'animo affaticato da nobilissimi dolori a più sedati nè però meno dolenti pensieri. Perciocchè stanco infine di sospirare tanto infruttuosamente che ci divengal patria questa Italia, nella quale miseri e stranieri viviamo; stanco di supplicare senza profitto alle donne che vogliano. amare qualche cosa che non sia vanità palese, e di esortare i giovani che antimettano lodabili fatiche ad ozio noioso, spinse per altro mare la vela dell'affannato ingegno, ad investigare le cagioni arcane di tanti mali che gli apparivano senza rimedio: approdò a quella filosofia non lusinghevole, che non fa allegro ma quieto l'animo profondamente e in

(1)

ond'io di dir ricuso Qual sia l'essenza, e n'ho l'idea secreta.

Giovenale-trad. G. Giordani pavese.

sanabilmente buono; costituendolo denudato di speranze e desiderj vani, immobile contemplatore della universale insuperabile necessità. >>

« Vedrete, se io non m'inganno, che il suo stile non vi lascerà desiderare la esattezza concisa e fredda dello Speroni, non la pacata grandiloquenza del Tasso, nè la soav rotondità del Paruta, o il candore del Gelli, o la cara schiettezza del Firenzuola, non la sottigliezza solida e il signo rile del Pallavicino; e dirò ancora non le acutezze, non le fantasie di Platone, non la togata eleganza di Tullio. Stu pirete forse quanto io, ch'essendo egli in pieno possesso d ogni ottimo scrittore italiano, latino e greco, egli non ritragga mai nel suo dettato le fattezze di alcun altro: n la tanta e capacità e prontezza di tenace memoria abbi potuto nulla verso l'indipendenza di quell'intelletto eccelso che da veruna potenza d'altro ingegno siasi lasciato infor mare, neppur colorare, in quella età che è sì molle. Tutt suo proprio, non imitato da nessuna parte, tutto natural e scorrevole; è un girare di pensieri e di parole sciolto spigliato; un andar sicuro; posato, non lento; un proce dere di raziocinio stretto e incalciante; un'acutezza nient sofistica, una evidenza a convincere, una efficacia a per suadere, una vasta e ben fondata conoscenza dell'antic mondo e del moderno; ricchezza di storia, saldezza d scienza; severo ma giustissimo giudizio della universal natura, e della umana, delle opinioni, delle costumanze conchiusioni ferme, comunque non desiderate; e spesso in sentenze amarissime e deplorabili; arguzia quasi faceta d argomenti e di fantasie. »

«Questa maniera di scrivere filosofando, tanto più effi cace quanto meno ambiziosa, ha eletta il Leopardi; e quant io lodo il virile giudizio di questo sì giovane scrittore tanto debbo stupire che gli sia riuscito. Come è mutat da sè medesimo questo grandissimo poeta divenuto prosa tore! Nei versi tanto ricco d'imagini, tanto splendente d colori, tanto magnifico di suono, tanto elevato di concett tanto ardente di passioni. Allora quel suo canto (non ma prima udito) raccoglieva quasi a rassegna e lamentava miserissime condizioni deʼmortali; delle quali ora si è ri volto a investigare negli occulti della umana e della uni

« ÖncekiDevam »