Poesie di Giacomo LeopardiE. Sonzogno, 1880 - 351 sayfa |
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Sayfa 8
... il signo rile del Pallavicino ; e dirò ancora non le acutezze , non le fantasie di Platone , non la togata eleganza di Tullio . Stu pirete forse quanto io , ch'essendo egli in pieno possesso d ogni ottimo scrittore italiano , latino e ...
... il signo rile del Pallavicino ; e dirò ancora non le acutezze , non le fantasie di Platone , non la togata eleganza di Tullio . Stu pirete forse quanto io , ch'essendo egli in pieno possesso d ogni ottimo scrittore italiano , latino e ...
Sayfa 11
... il pensiero , affaticarvelo sempre nè mai stancarvelo . Ma ep non le dicano ... ch'egli pensasse delle benevolenze della natura verso oni noi , e delle ... io ne stimi , non fu nel primo il vivere travagliato dalla for- tuna , nè la ...
... il pensiero , affaticarvelo sempre nè mai stancarvelo . Ma ep non le dicano ... ch'egli pensasse delle benevolenze della natura verso oni noi , e delle ... io ne stimi , non fu nel primo il vivere travagliato dalla for- tuna , nè la ...
Sayfa 20
... ch'io , non restandomi altra luce di speran : altro stato a cui ricorrere , porrò tutta la mia speran nella morte , allora ricorrerò a te , ecc . Abbi allora mis ricordia , ecc . » E finisce , continua il Sainte - Beuve , alcune linee ...
... ch'io , non restandomi altra luce di speran : altro stato a cui ricorrere , porrò tutta la mia speran nella morte , allora ricorrerò a te , ecc . Abbi allora mis ricordia , ecc . » E finisce , continua il Sainte - Beuve , alcune linee ...
Sayfa 22
... ch'io mi fo coraggio e n mi vergogno di scriverlo a voi , che quel gran fatto de Termopili fu celebrato realmente da un poeta greco molta fama , e quel ch'è più , vissuto in quei medesimi tem cioè Simonide , come si vede appresso ...
... ch'io mi fo coraggio e n mi vergogno di scriverlo a voi , che quel gran fatto de Termopili fu celebrato realmente da un poeta greco molta fama , e quel ch'è più , vissuto in quei medesimi tem cioè Simonide , come si vede appresso ...
Sayfa 23
... il soggetto , so bene che non mancherebbe loro nè grandiosità nè veemenza : ma non dubitando che non cedano alla materia , mi rimetto del quanto e del come al giudizio vostro , non altrimenti ch'io faccia a quello dell'universale ...
... il soggetto , so bene che non mancherebbe loro nè grandiosità nè veemenza : ma non dubitando che non cedano alla materia , mi rimetto del quanto e del come al giudizio vostro , non altrimenti ch'io faccia a quello dell'universale ...
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Sayfa 84 - Vecchierel bianco, infermo, Mezzo vestito e scalzo, Con gravissimo fascio in su le spalle, Per montagna e per valle, Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte, Al vento, alla tempesta, e quando avvampa L'ora, e quando poi gela, Corre via, corre, anela, Varca torrenti e stagni, Cade, risorge, e più e più s'affretta, Senza posa o ristoro, Lacero, sanguinoso: infin ch'arriva Colà dove la via E dove il tanto affaticar fu volto: Abisso orrido, immenso, Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Sayfa 58 - Dolce e chiara è la notte e senza vento , E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna , e di lontan rivela Serena ogni montagna.
Sayfa 86 - Forse s'avess'io l'ale Da volar su le nubi, E noverar le stelle ad una ad una, O come il tuono errar di giogo in giogo, Più felice sarei, dolce mia greggia, Più felice sarei, candida luna.
Sayfa 114 - Nobil natura è quella Che a sollevar s'ardisce Gli occhi mortali incontra Al comun fato, e che con franca lingua, Nulla al ver detraendo, Confessa il mal che ci fu dato in sorte, E il basso stato e frale; Quella che grande e forte Mostra...
Sayfa 84 - DELL'ASIA *. Che fai tu, luna, in ciel t dimmi, che fai, Silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, Contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga Di riandare i sempiterni calli ? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga Di mirar queste valli ? Somiglia alla tua vita La vita del pastore.
Sayfa 80 - Viene il vento recando il suon dell'ora dalla torre del borgo. Era conforto questo suon, mi rimembra, alle mie notti, quando fanciullo, nella buia stanza, per assidui terrori io vigilava, sospirando il mattin.
Sayfa 54 - ULTIMO CANTO DI SAFFO. Placida notte, e verecondo raggio Della cadente luna; e tu che spunti Fra la tacita selva in su la rupe, Nunzio del giorno; oh dilettose e care Mentre ignote mi fur l'erinni e il fato, Sembianze agli occhi miei ; già non arride Spettacol molle ai disperati affetti. Noi l' insueto allor gaudio ravviva Quando per l'etra liquido si volve E per li campi trepidanti il flutto Polveroso de' Noti, e quando il carro, Grave carro di Giove a noi sul capo Tonando, il tenebroso aere divide.
Sayfa 69 - Cara beltà che amore Lunge m'inspiri o nascondendo il viso, Fuor se nel sonno il core Ombra diva mi scuoti, O ne' campi ove splenda ' Più vago il giorno e di natura il riso; Forse tu l'innocente Secol beasti che dall'oro ha nome, Or leve intra la gente Anima voli? o te la sorte avara 10 Ch'a noi t'asconde, agli avvenir prepara?
Sayfa 85 - D'ogni celeste, ogni terrena cosa, Girando senza posa, Per tornar sempre là donde son mosse; Uso alcuno, alcun frutto Indovinar non so.
Sayfa 94 - Quando novellamente Nasce nel cor profondo Un amoroso affetto, Languido e stanco insiem con esso in petto Un desiderio di morir si sente: Come, non so: ma tale D'amor vero e possente è il primo effetto.