Sayfadaki görseller
PDF
ePub

Decemb. 30. merc. eadem hora scilicet inter meridiem et nonam.

Amor chen cielo, en cor gentile core alberghi.
Tu vedi glinfiammati miei desiri.
De sosterrai, che mai sempre sospiri.
Altera donna col benigno sguardo
Leva talor sil mio

Sostiene.Sollieva tanto miei pensier da terra.
Che de begliocchi suoi molto mi lodo.
Ma dogliomi del peso ondio son tardo.
A seguire il mio bene, et vivo in guerra.
Colalma rebellante.

Rompi signor questo intricato nodo.
E prego che miei passi in parte giri.
Ove in pace perfetta al fin respiri.

Veneris 1. Januarii eadem hora.

Amor chen cielo, en gentil core alberghi.
E quanto e di valore al mondo inspiri .
Acqueta linfiammati miei desiri sospiri.
Altera donna con si dolce sguardo.
Leva talor il mio pensier da terra.

vel il grave pensier talor da terra. Che lodar mi conven degliocchi suoi.

Ma dogliomi del peso, vel nodo ondio son tardo.
A seguire il mio bene. e vivo in guerra.
Colalma rebellante a messi tuoi.

Signor che solo intendi tutto, e puoi
Piacciati Pur spero

Pregoti che miei passi in parte giri.
Ove in pace perfetta alfin respiri.

[merged small][ocr errors]

Responsio mea Domino jubente...

Tal cavaliere tutta una schiera atterra.
Quando fortuna a tanto honore il mena.
Che da un sol poi si difende apena.
Cosil tempo apre le prodezze, et serra.

Pero forse costui choggi diserra .

Colpi morta ne portera ancor pena.
Si posso un pocho mai raccoglier lena.
O se dal primo strale amor mi sferra.

Di questa spene mi nutrico et vivo.

Al caldo al freddo. alalba et ale squille. Con essa vegghio et dormo. et leggo et scrivo..

Questa fa le mie piaghe si tranquille .

Chio non le sento, con tal voglia arrivo.
A ferir lei lui che co begliocchi aprille.

Non so se cio si fia tardi, o per tempo.

Che le vendette sono o lunghe o corte. Comeson meno, o piu piu o m. le genti accorte.

Alia Responsio mea. Domino materiam dante, et jubente.

Quella

uella che gli animali del mondo atterra. Et nel primo principio gli rimena.

Percosse il cavalier del qual e piena
Ogni contrada chel mar cinge et serra.

Ma questo e un basilisco che diserra

Gliocchi feroci a porger morte et pena.

"

Talche giamai ne lancia ne catena
Porian far salvo chi con lui safferra.

Un sol rimedio a il suo sguardo nocivo.
Di specchi armarsi a cio chegli sfaville.
Et torne quasi ala fontana il rivo.

Mirando.s

se

destille

conven che si desu

• Quella sua rabbia al mondo chio ne scrivo. Fia assicurata quella et laltre ville.

CANZONE

DI GUIDO CAVALCANTI,

Accennata dal Petrarca nella sua VII.
della prima Parte.

Donna
onna mi priega; per ch' io voglio dire
D' un accidente che sovente è fero,
Ed è si altero, ch'è chiamato Amore:
Si chi lo niega possa 'l ver sentire.
Ed al presente conoscente chero:
Perch' io no spero c' uom di basso core
A tal ragione porti conoscenza :
Che senza natural dimostramento
Non o talento di voler provare
Là dove posa, e chi lo fa criare;
E qual sia sua verlute e sua potenza;
L'essenza poi, e ciascun movimento ;
E'l piacimento che 'l fa dir amare;
E se uom per veder lo può mostrare.
In quella parte dove sta memora,
Prende suo stato, sì formato, come
Diafan da lome, d'una oscuritate
La qual da Marte viene, e fa dimora ..

« ÖncekiDevam »