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stessa, avea dei titoli singolari che doveano renderla cara e pregevole ai letterati più degni di questo nome, come quella che musicale, pittoresca, precisa, varia, flessibile in sommo grado, atta colla natural composizion de' suoi termini a rappresentar in un sol tratto l'accoppiamento, la contemperazione, il contrasto d'idee diverse, si prestava con ugual felicità alle opere d'immaginazione e a quelle di ragionamento, quella che spesso nella radice d'un vocabolo presentava il cammino della mente nello sviluppo e nella progression delle idee, quella infine che ci mostra la prima origine di molte voci tramandate o per mezzo della sua figlia latina, o anche direttamente per sè nelle nostre lingue moderne; origine, senza la quale i termini divengono cifre inanimate arbitrarie, e la di cui profonda conoscenza può sola insegnarci quella filosofia delle parole, ben diversa dalla grammatica, ch'è l'elemento primario e fondamentale dello stile. Inoltre conoscevano i saggi niente esser più giovevole alla perfezione d'un'arte quanto di studiarne progressivamente la storia coll'esame delle opere dei primi autori, di confrontar la diversa maniera dei grandi artefici d'ogni nazione, notarne i reciproci vantaggi o discapiti, i pregi o i difetti prodotti in essi dalla natura dello strumento, del gusto nazionale, del carattere particolare dell'artista, ed avvezzarsi a distinguere quelle minute e pressochè impercettibili modificazioni di stile, che non possono nè prevedersi nè ravvisarsi senza la moltiplicità e l'approssimazion dei rapporti; sapevano che in parità di talenti quegli tra gli scrittori aveano il gusto più sicuro, e più stagionato il giudizio, che s'erano posti sotto la disciplina degli antichi che, finalmente, dovendo l'uomo eloquente procacciarsi un tesoro d'espressioni e di modi atto per quanto può a rappresentare tutte le combinazioni possibili degli oggetti,dei pensieri e dei sentimenti, è un impoverirsi gratuitamente il rinunziare alle abbondanti miniere di Grecia, miniere che dopo tanti secoli presentano ancora un fondo assai ricco all'industria d'un esplorator giudizioso.

CESARE BECCARIA

(1738-1794)

«Sono le osservazioni sopra le interne operazioni dello spirito, non sulle esterne manifestazioni di esso, che formano le vere istituzioni ».

Questo principio, così precisamente formulato dal Beccaria nel riguardo dell'arte letteraria, sembra annunciare l'estetica. Indubbiamente, la ricerca rettorica è giudicata e abbandonata con sicura consapevolezza dell'errore d'indirizzo che essa rappresenta. Già i cartesiani del resto, entro la forma artistica avevano cercato il valore e l'organismo logico. Invece che tale fredda luce intellettuale, Beccaria crede piuttosto di intravvedere nell' interno moto della sensazione l'anima ch'è racchiusa nelle forme esterne dell'espressione. Comunque, la questione è posta in termini utili alla nuova ricerca, e l'analisi del Beccaria è acuta, ingegnosa, non superficiale. La riflessione critico-artistica si approfondisce, si fa appassionata, arricchisce d'esperienza i suoi tentativi.

LO STILE

NELL'ANALISI DI UN FILOSOFO SENSISTA (1)

Fino ad ora comune opinione è stata che le regole e i precetti non formino nè un oratore nè un poeta; essere necessaria una non intesa ispirazione, ed un non so qual estro primitivo dominatore delle menti. Troppo ciecamente si obbediscono i sublimi ingegni, e si propongono come inalterabili norme alla nostra imitazione; le loro

(1) Dalle Ricerche intorno alla natura dello stile, Parte I. In Opere di Cesare Beccaria. Le Monnier, 1854, pag. 93 segg.

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formule, le espressioni, le frasi, le bellezze tutte sono registrate e messe in catalogo; ma rarissime volte si è cercata la maniera con cui sono arrivati a ritrovarle, ed il perchè facciano una così dolce impressione sovra di noi. Testimonio ne siano quasi tutte le istituzioni poetiche e rettoriche fino ad or pubblicate, le quali non salgono giammai all'origine dei nostri sentimenti; riboccanti di osservazioni eccellenti e finissime su i risultati di una lunga esperienza, non s'internano ad indagarne i principi motori. Un' eccellente poetica sarebbe quella che insegnasse a risvegliare in se stesso l'indolente ed indeterminata sensibilità, che facesse scorrere lo spirito osservatore su tutte le cagioni che gli produssero piacere o dolore. Uomo forse non v'è, che tolto alla uniforme ed abituale serie d'azioni a cui la maggior parte è destinata, e che incallito non sia dall'età e dalla facile consuetudine, il quale non acquisti tutt'i germi, benchè non isviluppati, del grande e del bello. Sono le osservazioni sopra le interne operazioni dello spirito, non sulle esterne manifestazioni di esso, che formano le vere istituzioni.

Mio scopo non è di dare i precetti tutti dell'eloquenza e della poesia, ma soltanto di fermarmi principalmente intorno alla parte di queste due belle arti emulatrice dell'in venzione, e perpetuatrice delle più grandi ed importanti verità, cioè l'espressione, ossia lo stile. Se i miei sforzi non riusciranno, in parlando dello stile, a spandere una luce nuova su tal materia, serviranno almeno a scuotere le menti italiane, e a dirigere la fervida loro inquietudine a tentare di scoprire quel segreto che i gran maestri ci hanno celato. Io parlo solamente a quegli animi pronti e penetranti che sanno ripiegarsi in sè medesimi a sentir profondamente, ed a quegl'ingegni arditi e liberi che si formano una scienza de' loro pensieri e non degli scritti altrui. Amo che le mie ricerche, qualunque esse siano, diventino proprie e sostanziali del lettore; ma perchè ciò egli faccia, deve correre con eguale fatica la mia strada, senza che egli sia spinto ad ogni passo da una laboriosa e torpida diligenza.

Così, credo, facendo, avrò convinto almeno in parte i miei leggitori, che in quanto allo scrivere eccellentemente si appartiene, non sia questo un dono di natura, ma uno studio dell' arte diretta da principi certi e da

norme inalterabili: perchè, se con un sol principio bene sviluppato si arriva a discernere subito fra la moltitudine delle espressioni le migliori, e se da questo istesso principio caverò il modo di avvezzar l'immaginazione e l'intelletto a trovar prontamente copia di espressioni, fra le quali scegliere le più opportune, confesserà ognuno esservi lo stesso artificio a scriver bene, come vi possa essere a far qualunque altra cosa ove si ricerchino i necessari materiali, e meglio quelli si sappiano disporre.

Sotto il nome di stile comunemente s'intende la maniera di esprimere con parole i concetti dell'animo nostro basta in questo momento la volgare definizione, finchè non sia arrivato ad una più precisa e filosofica. Ogni discorso è una serie di parole che corrisponde ad una serie d'idee; ogni discorso è una serie di suoni articolati: dunque ogni differenza di stile consiste o nella diversità delle idee, o nella diversa successione dei suoni rappresentatori. La diversità delle idee consiste o nelle idee medesime, o nell'ordine con cui esse sono disposte, o nell'uno e nell'altro insieme. La diversità dell'ordine dei suoni può essere relativa alle idee medesime per quella segreta analogia che passa fra le sensazioni dell'udito e quelle degli altri sensi, come l'essere veloci o lente, aspre o dolci, e simili circostanze comuni. La diversità de' suoni può essere relativa alla disposizione ricevuta dall'uso comune che chiamasi grammatica; può essere relativa alla maggiore o minore armonia con cui le parole si succedono scambievolmente. Mio scopo non è di parlare di quella parte di stile che appartiene semplicemente alle parole, ma di quella parte che appartiene alle idee.

Un semplice sguardo su di noi stessi ci manifesta che ogni nostro discorso consiste o nell'enunciare una verità o nell'eccitare un sentimento; ma che diverse possono essere le strade che conducono a questi fini. Chiamo idee, o sentimenti principali per le idee, quelle che sono solamente necessarie, acciochè dal loro paragone ne possa risultar l'identità o la diversità, nel che consiste ogni nostro giudizio e per i sentimenti, quelli che sono il solo oggetto del nostro discorso, sia per manifestare le nostre, sia per risvegliare in altri sensazioni di piacere o di dolore, nel che consiste ogni nostra passione. Chiamo idee o sentimenti accessori quelle idee e quei sen

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