Sayfadaki görseller
PDF
ePub

La presente non è una raccolta de « le più belle pagine » della critica letteraria italiana: se mai, delle più belle e delle più brutte: o più chiaramente, delle più tipiche relativamente ai singoli successivi periodi della storia della nostra critica.

Perciò si distingue nettamente da quelle finora esistenti, che hanno per iscopo di far conoscere la sola critica moderna e contemporanea in quello che si giudica, con un criterio eclettico, aver essa di meglio; ad esempio, quella assai nobilmente ispirata e benemerita del Morandi; oppure che si propongono non già di seguire e mettere in evidenza le idee direttive e i caratteri della critica stessa nel suo storico svolgimento, ma di servire alla illustrazione della nostra letteratura e sono ordinate, come quella pur pregevole e fortunata del Flamini, intorno a un disegno storico di quest'ultima, facendo così dei saggi scelti e offerti un mezzo; mentre qui è la critica stessa e la sua storia il fine dell'opera.

Quest' Antologia, quindi, è un tentativo nuovo; il quale porta con sè naturalmente tutte le difficoltà e i rischi della novità. Nelle pagine limitate dei due volumi della raccolta non bisognerà cercare tutto quel che in fatto di critica si potrebbe desiderare: con esse si vuol mostrare chiara, decisa, nuda, la linea storica principale: le sfumature e i particolari minuti mancano; sono stati sacri

ficati, non senza pena talvolta davanti alla necessaria rinunzia di certi frutti pregevoli o del pensiero o di vivo e intendente gusto dell'arte, ma pur con risoluta determinazione. L'assenza di certi autori e di certi scritti che forse a prima vista potrebbe essere da qualcuno incolpata a dimenticanza è dovuta a meditata ragione, ed ha un significato altrettanto importante quanto la presenza dei passi ammessi.

Il terreno della critica è oggi profondamente arato da un logico vigoroso lavoro speculativo e da appassionato amore di dottrina. Ma le storie della critica nostra, specie della meno recente, finora apparse, si limitano di solito a ricercare le teorie, e la stessa critica pratica fanno oggetto d'esame se e in quanto possa rivelare idee teoriche. Qui invece si aveva per iscopo, e si è cercato, di dare principalmente saggi di critica in atto, nel suo valore pieno ed effettuale: con i suoi principi estetici talvolta palesi, talvolta velati, talvolta nella pratica confusi e sopraffatti, l'autore ora sorpassando con intuizioni felici le intenzioni e i concetti suoi proprii e anche del tempo, ora restando inferiore ai propositi astratti. Ma si è procurato, con i titoli dati ai luoghi prescelti, con le proporzioni e l'ordinamento, di far sempre manifesta la essenziale continuità del processo, del progressivo dramma storico nel pensiero e nell'attività critica.

Un'idea bizzarra, ma attraente, sarebbe questa: mettere accanto alla presente antologia imperniata sul criterio storico, un'altra antologia, che riguardasse un solo, qualsiasi, particolare periodo; quello della critica contemporanea, ad esempio: e far vedere, che nonostante la realtà dell'antecedente sviluppo ideologico e pratico, pure

in una medesima età, nei medesimi anni, gli uni accanto agli altri, ci sono studiosi e non studiosi che scrivono di critica, e non soltanto su per le colonne dei giornali, chi con lo stesso atteggiamento spirituale del tempo di Dante, chi al modo del Bembo, chi con la mentalità di un Tassoni o di un Bettinelli, e così via via. La storia rivive si nel presente, ma per quel tanto che la coltura, lo sforzo d'amorosa intelligenza, e l'onesta serietà e serenità umanamente consapevole di ciascuno di noi variamente comportano.

Le pagine qui riunite, anche le più aride e pese, a chi le leggerà con qualche preparazione, brilleranno di luci qua e là, suscitando pensieri, confronti, promovendo esperienze spirituali: altre sveglieranno gioiosa ammirazione ed entusiasmo. Ma esse presuppongono senz'altro sia la conoscenza della nostra letteratura, sia la precedente lettura, almeno, di una delle storie della critica che oggi sono state abbondantemente fornite alla scuola media e all'Italia colta: la stessa collezione alla quale quest' Antologia appartiene ne possiede una di pregio singolare, quella di Alberto Mocchino. Per questa ragione, i due presenti volumi sono sobriissimi di note, e nessuna ne contengono che si riferisca ad una erudizione generica e distraente e non riguardi direttamente la critica e la sua storia. Per lo stesso motivo sono premessi a ciascun autore cenni e giudizi parchi, sintetici, sulla sua opera di critico e sul significato di essa: i quali diranno poco o nulla, ai non informati per proprio sapere, se prima non si sarà ascoltata, leggendo, la parola dell'autore stesso: se saranno ripensati dopo, diranno a sufficienza.

È utile, è consigliabile la critica ai giovani? Il tutto sta a vedere primieramente che cosa s'intende per critica se si pensa ai Saggi e alla Storia della letteratura del De Sanctis, se a certi discorsi e studi del Carducci, non sarà chi non dica di sì. Ad ogni modo sarebbe non dico dannoso, ma inammissibile, ridicolo, se la critica, di qualunque forma e valore, dovesse sostituirsi o rubar troppa parte alla diretta e libera lettura dei classici, antichi e moderni.

Penso poi, che per il primo avviamento alla stessa critica e al pensiero estetico, il modo migliore non sia quello dello studio della critica a sè, in astratto, ma sempre di saggi relativi alle letture dei capolavori poetici e letterari e che si accompagnino a queste. Stanno uscendo libri, ad esempio l'antologia di Prezzolini, I Maggiori, che attuano bene questo metodo; che varranno ad aprire molte menti, e daranno inattese delizie e forze spirituali ai giovani della nuova generazione. In seguito poi anche la critica per sè interesserà, e riuscirà non sterile erudizione ed elucubrazione, ma feconda promotrice delle più vive e illuminate attività di scienza, d'arte e di vita.

***

Un letterato italiano del Settecento, che fu ammirato ed amato maestro al Foscolo giovinetto, facendo suo un pensiero che era anche di altri, disse poeticamente la cri tica «la decima e la miglior delle Muse». Cominciava infatti ad apparire in quell'età, benchè assai vagamente ancora, il concetto nuovo della critica moderna : la classica e sempre viva mitologia poetica annunziava

« ÖncekiDevam »