Sayfadaki görseller
PDF
ePub

Vadano le gazzette a processione, ·
Urli chi vuole e s'arroventi in piazza
In un branco di bestie e di persone
Finchè sventura non ruoti la mazza -

Percotendo a castigo e a medicina;
Servi saremo e d'abito e di razza.
Come Dio vuole, la terza mattina.
Posti a correre il palio i soli due
Che favori la sorte o la cucina;

Debbe ogni scheda le larghezze sue
Stringere in essi, e per modo di dire,
Bisogna arar coll' asino e col bue,
Che se dell' urna stitica, sortire
Vedi la palma o nobile intelletto,
O virtù che nessun rompe a servire;

Di' pur che il mondo è arcanamente retto
Da quella Mente che l'ha destinato

[ocr errors]

A girar fino in fondo a suo dispetto.

A mala pena sboccia il neonato,

Quasi sbrogliati d' una gran fatica,
Il seggio e gli altri che l' hanno ponsato

Lo mandano, che Iddio lo benedica,
Spargendogli, secondo il consueto,
Gelsomini davanti e dietro ortica.

Ed ecco rintostare il diavoleto,

Ecco la frusta che spietata batte, -
E leva il pelo alle mammane e al feto.

Se viene a galla, immagina, un Maratte
Gridano spasimando i paurosi,

Che gli elettori eleggono in ciabatte

Se poi galleggia invece un di quei cosi
Impastoiati come sare' io,

Ovvero un ferma là de' più famosi;
Apriti cielo al fiotto, al trepestío

Di cent' altri che strillano: smettete Di dare il voto, per amor di Dio!.. Sull' Eletto, o li si che d' inquiete Vespe il ronzio stizzoso e l'ira cresce, E si sbizzisce del forar la sete.

Per te rïesce, per me non rïesce,

Per lui non leva un ragnolo d'un buco, Per quelli là non è carne nė pesce; Questi lo chiama grullo, e quegli eunuco, Ghiotto d'onori, ingordo di denari ; Uno lo bolla a birba, un altro a ciuco.

E questi colpi di venti contrari

Sullo stangone e sul repubblicano
Feriscono e imperversano alla pari.
E chi t' ha detto, o popolo sovrano,
Di mandare alla Camera Tommaso
In luogo di Michele e di Bastiano?

Chi t' ha sforzato di votare a caso,

Di stare a letto, di beccare un tanto,
O di lasciarti menar per il naso?

Un' altra volta lascialo in un canto,

E più lento di lui piglia o più desto,
O non gridare se scegli altrettanto.

Dirai che adesso a giudicare è presto,
Che questo pollo, duro attualmente,
Nutrirà poi quando sarà digesto.

Ed io rispondo: O allor perchè la gente****
È tanto ingorda d'affollarsi al piatto?
Perchè non pensa prima a farci il dente?
Ma no mene, lamenti, ozio, baratto,
E cani e gatti e cetera animalia,
E disfare e rifar quel che fu fatto.
Viva la libertà, Viva l'Italia.

[merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][ocr errors][ocr errors]

L'onore è un trabocchetto
Saltato dal più scaltro;
La patria, un poderetto
Da sfruttare e nient'altro ;
La libertà si prende,

Non si rende, o si vende.

L'armi sono un pretesto
Per urlar di qualcosa;
L'Italia è come un testo
Tirato sulla chiosa

E de' Bianchi e de Neri,
Come Dante Alighieri.

Rispetto all' eguaglianza,
Superbi tutti e matti:
Quanto alla fratellanza,
Beati i cani e i gatti:
Senti che patti belli
Che ti fanno i fratelli?

Fratelli, ma perdio

Intendo che il fratello
La pensi a modo mio;
Altrimenti, al macello.
A detta di Caino,
Abele era codino.

« ÖncekiDevam »