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dere altri cento scudi da un mercante padovano amico mio, e non so di quanto, dal mio andar a Padova a quest' ora, io sia debitore al clarissimo messer Tommaso Contarini mio cognato; talchè, siccome è solito, ora alle eccellenze vostre dimaudo la catena datami dal cristianissimo, non in premio delle mie fatiche, che quando bene vi fosse andato anco la propria vita, siccome c'è mancalo poco, ne ero debitore; non in satisfazione delle mie spese, perchè essendo debitore alla patria della vita, gli debbo esser della facoltà maggiormente: ma per la sola e semplice benignità delle eccellenze vostre, e infinita consolazione dell'animo mio, che il mio servizio loro sia stato grato; assicurandole sopra la vita mia, che donandomela o non donandomela, resterò loro egualmente servitore obligatissimo, e pronto sempre a finir di spendere quanto io avrò per esse. Del secretario mio, Daniel..., avrei potuto riportarmi al clarissimo messer Antonio Venier, che l'ha avuto nella sua legazione a Roma, che io non potria mai dir quanto alla molta virtù sua si conviene. Pur dirò, per la debita satisfazione dell'eccellenze vostre, queste poche parole; che lui è virtuosissimo; di religione quanto un santo; di dottrina, che credo abbia pochi pari suoi nella cancelleria; di modestia quanto un agnello; di riverenza e diligenza e obbedienza quanto alcuno fedelissimo servitore, che si possa desiderare; talchè lo raccomando anco io, insieme con me, quanto più posso riverentemente all' eccellenze vostre.

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AVVERTIMENTO

Marino Cavalli succedette ambasciatore presso Carlo V a Bernardo Navagero, del quale abbiamo recata nel 1.° Vol. la Relazione, e colorisce la gran figura di Carlo V con qualche nuovo e caratteristico tratto. Ciò specialmente voglio dire di questa Relazione, che io l'ho trovata, per gran ventura, una delle più corrette fra le moltissime che ho a mano, onde il riscontro dei nomi e delle date mi è tornato molto meno grave che d'ordinario.

Serenissim

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erenissimo principe ed eccellentissimi padri; avendo io da render conto della mia legazione, la quale è stata all'imperatore, che è tanto prudente, valoroso, e gran principe, quanto forse da Carlo Magno in qua la cristianità non ebbe mai il simile, si potrebbe aspettare che io avessi da fare una relazione conforme alla grandezza sua; ma perchè l'imperfezione mia non comporta che di tante e così gran cose, e massime dell'animo e voler dell' imperatore, io abbia a render conto, con molto fondamento vostra serenità si contenterà di quel tanto che la debolezza mia può dare; e tanto ella deve contentarsi di questo poco, quanto che avendo la serenità vostra, già trent'anni ch'egli è imperatore, negoziato seco, e anche alquanto prima, per leghe, tregue, paci e guerre, e tenuto sempre residente uno e alle fiate due oratori a quella corte, son sicuro ch' ella, e voi altri signori, ne avete tanta instruzione e notizia, che molti principi avrebbero più tosto da impararue assai da questo eccellentissimo senato, ch' egli da altri, non che da

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