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determinare la stagione di cui parlava, facea mestieri di aggiungere in quale costellazione era il sole all'istante descritto. Questo è che egli fece dicendo che usciva congiunto con quella migliore stella, o costellazione che tempera e suggella più a suo modo la cera mondana, ciò è la materia che serve alle cose germoglianti ed animali: poichè solamente l'Ariete col successivo crescere del caldo solare tempera, o rammollisce, e suggella, ossia dà alla materia vegetale ed animale l'impronta e forma che ad essa conviene. Ma la Libra avviando il sole all'austro, e succedendo all'estate l'autunno, non tempera e non suggella la cera mondana; ma tutta la sua forza è nell'indurare e stringere le produzioni già adoperate dall'Ariete in primavera e rinvigorite nell'estate. Bene adunque con tali parole additò precisamente l'oriente vernale. In altro modo ma col significato medesimo descrisse questo equinozio nel primo dell'Inferno con questi versi:

Temp'era dal principio del mattino.

E il sol montava in su con quelle stelle
Che eran con lui, quando l'Amor divino
Mosse da prima quelle cose belle.

Il montare in su che faceva il sole con quelle stelle, ecc. non è l'ascendere e discendere che fa ogni giorno dal levante al mezzodi e di qui al ponente, ma il muoversi per le spire ascendenti, in cui ognora più tosto s'appresenta: è la stazione del sole nel segno di Ariete per avviarsi dall'Equinozio di primavera al solstizio estivo, montando su per l'Ariete verso il polo settentrionale.

Ed il temperare e suggellare più a suo modo che fa il sole la mondana cera quando entra in Ariete, cosi fu dal poeta spiegato al 32° del purgatorio:

Come le nostre piante, quando casca
Giù la gran luce mischiata con quella
Che raggia dietro alla celeste Lasca,

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Nel testo allegato è da notare: 1° il nascere del sole che talora fa al Gange: 2° ed il tramontare che fa a Callaroga ove talora nascondesi ad ogni uomo: 3° finalmente la lunga foga del sole.

1o Nasce talvolta di Gange. Tre sono gli orienti del sole in ordine a ciascuno emisfero. L'Iemale, il Vernale e l'Estivo, come é segnato a destra della figura prima, e come per noi già è detto al num. III. Nella primavera nasce alla foce del Gange, e tramonta a quella di Gade o di Ibero, come aperto lo dice il poeta più volte, parlando degli equinozi quando il sole è in Ariete, e la notte in Libra. Imperciocchè ora dice che per Gerusalemme il sole nasceva stando sul meridiano di Gange: ed ora che, tramontando il sole per questa medesima città, la notte usciva di Gange con le bilance in mano 2 ecc.

'Purg. c. 27 v. 5. 2 Purg. c. 2. v. 5.

1

Quando poi discorre di un tramonto estivo non fa più cadere il sole a Gade: ma ben più a settentrione nelle onde che battono poco distante da Callaroga: e così come l'occidente estivo che avviene presso a questa città è più a settentrione del vernale che avviene presso a Gade; cosi il levare estivo deve trasportarsi di egual misura verso la stessa parte.

2

1

Ancora, siccome il tramonto Jemale per Roma è posto tra Sardi e Corsi, e l'equinoziale avviene nelle onde sotto Siviglia, città molto più settentrionale delle due isole suddette: cosi il levare iemale del sole deve essere di altrettanto più verso il mezzodì che quello degli equinozî: ma vedasi la figura I a destra ed a sinistra che sensibilmente si farà ciò manifesto.

Dunque il primo punto del testo tratta di un oriente vernale, ed il secondo tratta di un occidente estivo. Quanto all'oriente vernale, le cose vengono chiare da per sè, onde non è bello di aggiugnervi altro: ma quanto all'occidente estivo, che è pure certo, sarà meglio confermato da ciò che segue.

2° Onde dietro alle quali per la lunga foga lo sol talvolta ad ogni uom si nasconde. Qui, come sopra è detto, parlasi dell'occidente estivo; asserendo il poeta che avviene dietro al mare di Callaroga. Ma a tôrre via qualunque dubbio, il poeta soggiunse una circostanza che a niun altro ponente si adatta: dicendo che il sole ivi si nasconde per la lunga foga, ha escluso il vernale e l'iemale tramonto. Imperocchè il corso del sole da levante a ponente (la foga) nell' inverno è di 8, negli equinozi è di 12, e nell'estate è quasi di 16 ore, il doppio dell' invernale, ed un terzo più dell'equinoziale. Però questa carriera o lunga foga non è attribuibile che all'occidente estivo. Il testo allegato parla ancora che il sole ivi si nasconde talvolta ad ogni uomo: perchè talvolta

'Purg. c. 18. v. 81.

Inf. c. 20. v. 124. Vedi anche l'Orologio Dantesco num. XV.

1

e non sempre? Sapranno i nostri lettori che ai tempi di Dante credevasi abitato soltanto l'emisfero di Gerusalemme disteso in una parte di Asia al levante, parte di Africa al ponente, ed al settentrione nell'Europa, cominciando dal primo clima sino al 67° grado settentrionale; ed il rimanente del globo era tutto oceano. Quindi il sole che cominciava a Gange ad illuminare il mondo abitato, tramontando per gli abitanti di Spagna e di Africa, tramontava e si nasconde va per qualunque uomo: come può vedersi praticamente sull'Orologio Dantesco da chi gira successivamente il levare del sole da Gange a Gade. In tale operazione nell'atto medesimo che si vedrà, il sole nascere successivamente a Gange, a Gerusalemme ed a Gade, continuando a girare, si vedrà tramontare il sole prima a Gange, poi a Gerusalemme e finalmente a Gade: dopo quale tramonto tutto l'emisfero è oscuro, il sole è tramontato per ogni uomo. E ciò basti alla prima domanda.

Alla seconda risponderemo con un'altra simile che poteva farsi nell'esempio antecedente del sole che nasce talvolta di Gange: perchè ivi nasce talvolta e non sempre? Degui il lettore di scorrere coll'occhio la figura 1a. E vedendo a destra i tre diversi orienti ed a sinistra i tre diversi occidenti, s'accorgerà come il sole muti oriente ed occidente col mutare della stagione; però talvolta (di primavera) nasce di Gange, e tramonta a Oade tal'altra (nell'estate) nasce più a settentrione e tramonta a Callaroga: dunque come non sempre nasce a Gange, così non sempre tramonta a Gade ed a Callaroga.

A suffragare meglio tale interpretazione, che parvemi la piú ovvia, e la vera, dirò ancora una parola delle interpretazioni che altri espose a questo proposito medesimo.

1o La comune degli interpreti in quel nasce di Gange, vi ravvisa l'oriente estivo: ma se ciò sia vero già pare dalle testimonianze allegate dallo stesso poeta, il quale precisa

1 Vedasi l'Orologio nu.n. 21.

mente e letteralmente lo dice oriente equinoziale. E anche la ragione lo vede alquanto: chè quest'uomo straodinario, che fu san Francesco d'Assisi, nato per affezionare il mondo alla povertà, non venne a maturare la messe, ma a farla prima germogliare, cosa tutta propria del sole vernale. Però si sposa colla povertà, parte per recarsi alla presenza del sultano superba, e trovata acerba l'erba dell'Africa, ritorna al frutto dell'italica, che egli col serafico ardore avea fatta germogliare nella primavera di sua età. Ciò parmi al tutto naturale: mentre il sole estivo non alla germogliazione, ma alla maturazione venne mai sempre considerato benefico. Simile idea di paragonare l'ascendere e discendere del sole pel zodiaco alle età umane fu egregiamente ripetuta dal Petrarca nella canzone: "In quella parte dov'amor mi sprocon queste parole:

na

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S'io veggio in giovenil figura
Incominciarsi il mondo a vestir d'erba,
Parmi veder in quella etate acerba
La bella giovinetta, ch'ora é donna:
Poichè sormonta riscaldando il sole,

Parmi qual esser suole

Fiamma d'amor che in cor alto s'indonna;
Ma quando il di si dole

Di lui che passo passo addietro torni
Veggio lei giunta a suoi perfetti giorni.

2° Della lunga foga diversi diversamente sentirono, ma più che qualunque altro errarono coloro che la spiegarono per la lunga tratta delle impetuose onde oceaniche, le quali deve percorrere il sole nel tramonto estivo. Se, come essi pensano, così fosse, la particolarizzazione di lungo tratto di mare da percorrere il sole dall'occidente all'oriente, non sarebbe tanto propria dell'estivo, che non fosse comune al tramonto di qualunque stagione annuale. E Dante che di ció li ammonisce là nel Convito ove stabilisce che la terra abitabile è soltanto l'Europa con una parte dell'Africa e dell'Asia; la quale parte, tutta compresa nel nostro emisfero,

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