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ODOARDO BECCARI ED I SUOI VIAGGI.

SECONDA ESPLORAZIONE DELLA NUOVA GUINEA.
LA BAIA DEL GEELVINK.

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Partito felicemente da Amboina il 22 gennaio dell'anno decorso, come abbiamo detto nel precedente articolo, sullo schooner Deli, il Beccari si diresse verso la parte nord-ovest della Nuova Guinea, ansioso di raccogliere in quella contrada le ricchezze naturali intravvedute nella prima dimora che egli vi fece nel 1872, dimora bruscamente interrotta dalla grave malattia del suo compagno L. M. D'Albertis.

Fummo molti mesi senza aver le sue notizie, e moltissima ansietà fu provata per lui; soltanto nell'estate si seppe da un dispaccio che la regia pirocorvetta Vellor Pisani aveva incontrato l'ardito viaggiatore, ma quel dispaccio, da Hongkong, era molto laconico, nè diceva ove avevano trovato il Beccari; anzi dirò che al Ministero della Marina, per ragioni che mi sfuggono, si serbava un misterioso silenzio, nè si voleva informarci se quell' incontro aveva avuto luogo alla Nuova Guinea od altrove! Finalmente nell'autunno avanzato giunsero lettere dal Beccari, alcune con un ritardo considerevolissimo a cagione degl'incertissimi mezzi di comunicazione tra i paesi, in cui egli trovavasi e gli avamposti delle Colonie olandesi nelle Molucche. I risultati della sua esplorazione erano stati splendidissimi, ben al di là delle più

'Vedi Nuova Antologia, vol. II (seconda serie), fasc. VIII (agosto 1876), pag. 824.

fervide speranze; le scoperte in ogni ramo delle scienze della più alta importanza e al disopra di ogni aspettativa: per la geografia il Beccari scopriva un fiume nuovo, il Wa Samson, maggiore del Tevere e del Tamigi, per quanto si potè dedurre, il quale scendendo dai monti Arfak va a sboccare presso l'estremo angolo nord-ovest della Nuova Guinea; nè bastava questo, il Beccari potè rettificare la grande curva che forma la baia del Geelvink, che porta il nome del primo bastimento olandese che ne solcasse le acque, ai primi del secolo scorso, ed agli ufficiali del quale, secondo la testimonianza del nostro illustre viaggiatore, noi dobbiamo ancora la carta più esatta di quella baia, le cui coste si trovano grandemente spostate sulle carte idrografiche più odierne, quelle meridionali essendo in realtà a non più di 15 miglia al sud del 3° di latitudine australe. L'itinerario seguito dal Beccari col suo schooner nei sette mesi che durò questo suo viaggio, lo pose nel caso di fare ben altre rettifiche geografiche, e sebbene non gli riuscisse giungere sino alle foci del fiume Ambernoh, come egli aveva sperato, non ebbe invero ad essere scontento delle novità recate alla geografia. L'itinerario seguito fu il seguente: da Amboina a Salvatti, ove giunse il 31 gennaio passando per lo Stretto di Pitt; nel febbraio, gita a Soron ed a Ramoi, quindi a Has e Dorei Hum sulla costa settentrionale della Nuova Guinea; fu da Has che in una escursione nell'interno il Beccari raggiunse le sponde del Wa Samson. Nel marzo il nostro viaggiatore si recava a Wakkeré sulla costa meridionale dell'isola di Waigheu e di là si spingeva a Dorei. I due mesi seguenti furono completamente dedicati all'esplorazione della baia del Geelvink: da Dorei a Momi e Warbusi e di là alla grande isola di Jobi, ove il Beccari visitò Ansus e Surui sulla costa meridionale; nel ritorno toccò l'isola di Miosnom e poscia le isole gemelle Korido e Biak, dette collettivamente Tanâ Misori e che appena possonsi dire separate. Da Korido (o Kordo) il Deli ritornò a Dorei passando per Mafor. Giugno e luglio furono dedicati alla esplorazione dei monti Arfak, coronata da magnifici risultati, di cui più oltre. Alla fine di luglio il Beccari ritornava verso luoghi più accessibili, a Dorei erano morti o stavano per morire del terribile beri-beri tutti i suoi marinai, per fortuna potè rimpiazzarli, ed il 4 agosto, dopo brevi soste a Salvatti, Batanta e Koffiao (Poppa), ancorava il suo schooner a Ternate, avendo fatto sventolare gloriosamente il vessillo tricolore e la candida bandiera della Città Superba" in luoghi ove il vapore e l'elettricità, quelle due potenze emblematiche del

nostro secolo, tarderanno ancora assai la loro opera volgarizzatrice. Di questo secondo viaggio del Beccari alla Nuova Guinea vennero pubblicate dall'egregio Guido Cora due belle carte.'

Darò ora colle parole stesse del Beccari il racconto delle sue gite, servendomi, come per lo innanzi, delle sue lettere o di brani interessanti di esse. La prima lettera, pervenutaci dopo il suaccennato lungo periodo di silenzio, era diretta al marchese Giacomo Doria, veniva da Dorei e portava la data del 5 giugno 1875: la riproduco quasi per intero:

« Il giorno 2 giugno di ritorno dal viaggio della baia del Geelvink ho trovato in Dorei la Vettor Pisani, per mezzo della quale ho ricevuto le lettere più recenti, mentre un' altra parte mi sono state spedite da Ternate col mezzo dello schooner del signor Bruijn e sono giunte insieme alla cassa il 6 marzo a Salvatti, un giorno dopo la mia partenza da Soron, ed il 21 dello stesso mese a Dorei, un giorno pure dopo la mia partenza da questo porto per Jobi. Questa strana combinazione è stata la causa della mia grandissima sorpresa d'incontrare una bandiera italiana alla Nuova Guinea, non essendo stato in nessun modo avvertito dell' arrivo della corvetta. >>

› Il 22 gennaio sono partito da Amboina e giunsi a Salvatti il 31; il giorno seguente mi diressi per Soron, da dove ho fatto un' escursione a Ramoi. Ivi ho ottenuto due superbi individui ♂ adulti di Casuarius uniappendiculatus e due individui giovani della medesima specie, dei quali uno è tuttora vivo e parte sulla Vettor Pisani. Non ho potuto uccidere la Tanysiptera nympha. Essendo questo a Soron un momento di guerra, ho ottenuto una testa di Papua di fresco recisa e cotta, ma non per essere mangiata, solo per impedirne la putrefazione. È però vero che dalla testa recisa i vincitori si lasciano sgocciolare in bocca il sangue, ma soltanto quando l'ucciso ha fatto una valorosa difesa e ciò con l'idea di trasfondersi, come essi credono, il suo coraggio.

> L'equipaggio del Franz è stato ucciso per ordine del Ragia di Salvatti a Tangion Selé all'imboccatura dello stretto di Galewo, e non a Krabra presso l'isola Efmatel, come quel brigante del Ragia seppe così bene dare ad intendere al capitano Redlich. Da Soron sono poi andato a Dorei Hum, di là ho salito una montagna alta forse 3000 piedi (Gunong Morait), da dove si doveva vedere il corso d'acqua più considerevole della penisola nord-ovest della Nuova Guinea e che mi si diceva scendere dal monte Arfak. Sulla cima del monte Morait ho ucciso io stesso (i soli fin qui ottenuti) due bellissimi individui del Dasyptilus Pesquetii, la di cui lingua non è papillosa a spazzola, ma solo minutamente papillosa. Raccolsi pure molte novità botaniche ed alcuni belli insetti. Sembra che la Lophorina atra e la Parotia sexTorino, 1875.

Cosmos di G. Cora, vol. III, fasc. II, III, tavole 2 e 3.

pennis abitino pure cotesta montagna, come l'abita certamente il Diphyllodes speciosus, avendone io stesso uccisi parecchi. Non essendo contento della mia ricognizione sono andato ad Has, da dove scavalcando di nuovo a 1200 piedi di altezza ed in un punto assai bello la catena di montagne che costeggia quasi tutto il littorale settentrionale della Penisola Papuana, sono arrivato sulle sponde del fiume Wa Samson, che significa « acqua torbida » per lo stato abituale delle sue acque. Nel punto da me visitato poteva essere di 20 metri di larghezza e forse più, avendolo giudicato ad occhio. L'acqua era profonda dai 3 ai 4 metri e la corrente forte, quantunque le acque fossero basse; le sponde erano quasi verticali ed il pelo dell'acqua era a circa tre metri al di sotto del livello della foresta che mostrava frequenti segni d'inondazione. Il fiume presso alla foce si dice che entra sotto ad una montagna e si getta in mare formando una cascata nascosta fra le roccie a poche miglia ad occidente di Has, per cui dal mare non è possibile vedere la foce, e solo si può dal colore sempre pallido delle acque accorgersi che si è nella sua vicinanza. In cotesta escursione ho ottenuto la Seleucides alba ed ho visto pure il Sericulus aureus, la Gymnophaps Albertisii ed altri rari e forse nuovi uccelli, fra i quali forse una specie di Pitta. Ho voluto quindi far ritorno a Soron e presso Tangion Ram, sorpreso nella notte da una burrasca, ho corso seriissimo pericolo di andare a picco; sono riuscito però a tenere a galla la barca e così salvare le collezioni e forse anche la vita, gettando in mare tutti gli oggetti pesanti, fra i quali rimpiango una buona provvista di spirito; ciò mi è accaduto la notte del 3 marzo. Il giorno seguente ho raggiunto lo schooner a Soron ed il 5 sono partito per Waigheu ed ho ancorato a Wakkeré, dove rimasi quattro giorni in cerca del Diphyllodes Wilsonii, finalmente l'ultimo giorno uno dei miei cacciatori ne uccise un bel maschio. Qui ho avuto notizie di un Epimaco che è forse l' E. Elliotii, essendo il disegno stato riconosciuto dagl' indigeni, dai quali vien chiamato Man Xulla e del quale tre individui sono stati nei tempi indietro mandati al Sultano di Tidore. Sembra poi che la stessa specie si trovi anche presso Soron, dove si chiama Kalem mu. Il Diphyllodes Guglielmi III non credo si trovi a Waigheu; ne ho avute notizie a Salvatti e sembra si trovi presso a Soron. Mi fu pure descritto un altro Diphyllodes che non so cosa possa essere, e che si trova nelle montagne di Salvatti. In due giorni da Wakkeré sono arrivato a Dorei, e dopo una visita ad Andai sono ripartito per il mio giro della baia del Geelvink, ed in ciò è necessario che tu segua il piccolo schizzo che ti accludo, raccomandandoti di non darvi altro valore che quello di servire a far conoscere i posti che ho visitato. Esso è dilucidato in parte dalla carta dell' Ammiragliato inglese, ma vi sono molte alterazioni. Nessuna posizione però è stata da me determinata astronomicamente e le osservazioni alla bussola sono molto grossolane. Ciò però che mi è sembrato di riconoscere, si è che la baia del Geelvink sia

molto più piccola di quello che dovrebbe essere secondo la carta dell'Ammiragliato inglese, che chiaramente apparisce ridotta sulla carta costruita dalla nave olandese il Geelvink nel 1705, e di cui io posseggo una copia grazie alla gentilezza del signor Maclay. Or bene, la posizione di Dorei è stata successivamente molte volte verificata, e siccome invece il resto dell'interno della baia del Geelvink non è stato più visitato, ne è seguito che per la costruzione della carta dell'Ammiragliato si è adottata naturalmente la posizione esatta di Dorei, mentre poi si è conservato l'errore nel resto della carta. Ciò non ostante, quantunque la baia sia così venuta ad essere notevolmente rimpiccolita, mi sembra però essere ancora assai troppo profonda potendo arrivare la differenza sino a circa un mezzo grado. Di ciò mi son potuto accorgere ad Ansus, da dove si vedono le montagne della baia tutto all'ingiro, ciò che sarebbe impossibile stando alla distanza segnata sulle carte, giacchè in questi climi, a causa dello stato nebbioso dell' atmosfera, non si vede terra a più di 70 o 75 miglia di distanza. Anche la posizione di Oranssuari nella carta inglese è di varii minuti troppo al sud; cotesto errore però non esiste nella carta francese.

> Da Dorei sono andato a Momi ed a Warbusi. A Momi ha comprato un piccolo Casoar che forse è una specie nuova, ma non è ancora abbastanza sviluppato per mostrare tutti i caratteri differenziali; è però distintissimo da tutte quelle indicate nella Synopsis di Schlegel per la disposizione delle caruncole che sono collocate diversamente, vale a dire 2 grandi distinte in alto, ed una piccola sferica più in basso, solitaria e mediana. L' elmo non è ancora sviluppato, ma è probabile che debba essere elevato e compresso. Ti accludo anche lo schizzo colorato della testa di un'altra specie trovata a Jobi; la pelle è nello spirito. Il mio individuo aveva la pelle del collo lacerata esattamente nel luogo dove dovevano trovarsi le caruncole, per cui non potrei assicurare che un rudimento di esse non esistesse; in ogni caso però non poteva essere che solitario e centrale e non più grande di un pisello. L'elmo è compresso, ma posteriormente è pure depresso formando una superficie pianeggiante, non più larga però di due dita, per cui i caratteri dell'elmo di questa specie sono intermedii fra quelli che servono a formare le due sezioni di Schlegel, vale a dire fra i Casoar ad elmo in triangolo e quelli ad elmo compresso. Non è vero ciò che dice Schlegel, che ogni specie di Casoar sia limitata ad una località speciale. In Salvatti e nella terraferma certamente esistono due specie, giacchè tutti me le descrivono e non vi sono differenze sessuali fra il

e la nel Casuarius uniappendiculatus, probabilmente la specie che si trova insieme a quest' ultima, è quella medesima che ho avuto a Warbusi. Qui a Dorei vi sono certamente due specie, perchè appunto io le possiedo ambedue. Una è ancora quella in quistione e l'altra è il C. papuanus, di cui ne ho un individuo giovane. Ad Ansus pure ve ne sono forse due specie, perchè i nativi del paese dicono che

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