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» senza aver prima infuso nella tua lucerna la vita eterna! Amerigo, impallidiscono i raggi d'oro, e sento già in me la pace amo" rosa che m'hai pregata. Muoio contenta, perchè piena di fede nel tuo avvenire. Su questo avvenire una parola ancora. La giovane, alla quale ho dato il mio nome, fu mia dall'età di sette anni, cioè dal momento in cui s'aperse il suo cuore e la sua intelligenza. In questo cuore credo di aver trasfuso il mio, e " di aver messo nella sua mente tutto ciò che può rendere il pensiero, questo tesoro della vita, più ricco e più pregiato. In sulle prime ho fatto per lei sola, poi ho pensato a te, Amerigo, ed ho coltivato perchè tu potessi raccogliere un giorno " ciò che io seminavo. Avvicina Maria: aprile il tuo cuore e pro" cura di legger nell'anima sua.... Se vi amate, figliuoli, sarò con voi; e dal mondo di là ne godrà benedicendovi e continuando " a proteggervi

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» MARIA. "

Per una singolare coincidenza la data dello scritto era quella del giorno, in cui Amerigo s'era sentito il vivo desiderio di tornare nella cappella dei K*** e di concentrarsi tutto nel pensiero di Maria! Essa era morta pochi giorni dopo. Tutte le lettere che aveva ricevute d'allora in poi, quelle lettere più dolci, più soavi che lo penetravano tutto d'uno spirito nuovo, lo facevano pensare tanto e gl'instillavano nell' anima sentimenti d'infinita delicatezza e poesia, quelle care lettere erano, per cosi dire, messaggi d'oltretomba.

Oh, Amerigo lo sentiva in quel momento quanto Maria lo avesse vivamente, profondamente amato! Prima aveva più pensato a se stesso e piuttosto sentito il proprio amore per lei, che quello di Maria per lui; ma ora quell'amore, di cui egli era stato oggetto, si faceva tutto visibile, ed in mezzo al dolore gli metteva nell' anima un' infinita dolcezza.

Passarono ore.... ore che furon tutte di commozione e d'intensa meditazione. Sull' imbrunire, Teresa apri adagino l'uscio e s'avvicinò al giovane, che se ne stava sempre seduto con gli occhi fissi sul ritratto. Gli posò una mano sulla spalla, ed egli si scosse, si voltò a guardarla, poi le strinse la mano mormorando:

- Oh, mi parli, mi parli di Lei, dei suoi ultimi giorni...! — Teresa raccontò d'essere stata chiamata con la Maria in altra città, per vedere un'ultima volta la loro benefattrice che si sentiva morire. Aveva ricevuto dalle mani di lei il piego che, se VOL. III, Serie II.

Novembre 1876.

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egli non fosse venuto, avrebbe dovuto fargli avere il giorno del terzo anniversario.

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Una mezz'ora prima di spirare,

seguitò Teresa, - mi chiamò a sè, e fattami inginocchiare vicino mi posò le labbra sulla fronte e mi disse:

-Ti raccomando il piego per Amerigo; cercherai di vederlo, gli dirai che fino all'ultimo respiro ho pensato a lui, e che il mio spirito continuerà a star con lui e con voialtre due.

Amerigo senza dir nulla gettò le braccia al collo di Teresa, e appoggiò le labbra là dove Maria aveva appoggiate le sue. Quell' ultimo bacio dato alla Teresa era per lui, lo capiva, ed egli in quel momento lo restituiva alla dolce Maria, il cui spirito erasi di fatto trasfuso nel giovane, che in quel momento di supremo dolore senti pure il pregio d'una vita confortata dalla memoria di lei. Rimase un po' colla testa sulla spalla di Teresa. L'uscio era restato socchiuso. La ragazza comparve sulla soglia e a poco a poco entrò nella stanza. Quando rialzò il capo, Amerigo la vide vicino a sè con gli occhi umidi e le mani protese. Gliele prese e le strinse, e levando gli occhi verso la fanciulla si accorse che aveva al collo un medaglione col ritratto di Maria.

Come rassomiglia! - esclamò. — Oh, signorina, mi faccia, mi faccia il piacere di darmelo!

E siccome la giovane esitava:

Daglielo, disse Teresa, egli te lo renderà più tardi. -

E mentre Amerigo guardava Teresa in un certo modo che sembrava dire: « Ah! ella intende bene che m'è sacro l'ultimo "desiderio di Colei, " la fanciulla staccavasi dal collo il ritrat tino e lo porgeva al giovane, che, baciando il suo tesoro, precipitosamente le scale.

infiló

CORDULA.

BONIFICA DELL' AGRO ROMANO.

PROGETTO DI LEGGE PRESENTATO AL SENATO.

Quante volte mi sono fatto questa domanda! Perchè i Ministeri che si sono successi in Roma dal 20 settembre 1870 al 18 marzo 1876, dopo avere con grande sollecitudine e con larghezza di mezzi studiate le due questioni del Tevere e dell' Agro Romano, chiamando il concorso di uomini di una speciale competenza, hanno lasciato cadere avanti al Parlamento la iniziativa di quei grandi progetti? Non trattavasi di questione, a cui la opinione pubblica dava una importanza grandissima, e fuori di Roma più ancora che in Roma stessa, perchè atta per sè a colpire le menti e destarne le aspettative che si amplificano da lontano? Non pareva forse ai più che si dovesse con queste opere porre come un monumento fra il passato e l'avvenire?

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Intanto cosa è avvenuto? - Garibaldi spinse il Governo ai lavori del Tevere. Per il bonificaménto dell'Agro Romano un Senatore prese il Progetto della Commissione governativa e lo presentò egli al Senato. Questa Commissione era stata nominata fino dal 20 ottobre 1870. Un mese dalla breccia di Porta Pia! Aveva essa presentata la sua Relazione ai due Ministri dei Lavori Pub. blici e d'Agricoltura il 18 ottobre 1872. Perchè il Governo su que. sto progetto taceva?

Se i lavori del Tevere nella loro evidenza colpiscono di più l'imaginazione di tutti; se dovendo eseguirsi nella massima parte

entro le mura della capitale, ed influire sulla sua edilizia, acquistano importanza e lustro dalla stessa grandezza e dallo splendore di Roma; se invece le opere del bonificamento che si compongono di dettagli, che si estendono su vasto deserto, che attendono effetti remoti, non s'impongono concrete alla immediata percezione dei sensi: queste parvenze non possono aver influito sugli uomini di Governo che devono prevedere le conseguenze lontane delle riforme, e preparare la prosperità avvenire colla sapienza dei prov. vedimenti odierni. Essi certamente dovevano riconoscere che anche più che dai lavori del Tevere, può attendersi dal bonificamento della Campagna Romana il miglioramento delle condizioni sani tarie della capitale.

Io desidero di esporre qualche considerazione su questa grande questione, e prendere in esame alcune parti del Progetto di legge della Commissione, e nel fare ciò io mi studierò di rintracciare le cause che resero il Governo titubante innanzi a quelle proposte. Per quanto io potessi desiderare che si procedesse sollecitamente alla bonifica dell'Agro Romano, ed un sentimento naturale, troppo personale forse, ma fonte tuttavia di bene, mi debba far dolente ora di non avere potuto iniziarla durante la mia amministrazione; tuttavia io confido di essere abbastanza giusto per apprezzare gli ostacoli che vi si frapposero.

Gli studii della Commissione furono un'inchiesta diligente e minuta sulle condizioni naturali del suolo e sotto-suolo, sia in rapporto alla vegetazione che alla vita animale, e misero in evidenza la vastità della questione. La Relazione geologica del professore Ponzi, quella idraulica dell'ingegnere Canevari, quella sulle condizioni agrarie ed igieniche del marchese Pareto, svolsero tutte le indagini tecniche. Pubblicate per le stampe cogli studii della Legislazione relativa del Pericoli e delle fasi storiche del Guerzoni eccitarono il pubblico interesse, ed io rammento con compiacenza che più di una Legazione estera me ne fece ricerca per il proprio Governo. Contemporaneamente apparvero diverse Memorie assai pregevoli sullo stesso argomento del Giordano, del Baccelli, del Balestra, del Carlucci, e d'altri. Si vedeva che la opinione pubblica si preoccupava di questo temuto nemico, la mal' aria.

La Commissione dell' Agro Romano co' suoi lavori aveva versato sulla intera questione del bonificamento che abbraccia tanto il prosciugamento delle acque stagnanti, quanto la riforma economica ed agricola: la Proposta di legge però che veniva sotto

posta al Governo, e che è la stessa presentata ora al Senato, si limitava alle opere idrauliche.

Siccome però ogni grande opera di bonificamento per migliorare i terreni e risanare l'aria ha la sua prima base nei lavori idraulici; cosi non poteva essere causa sufficiente a ritardare il Progetto di legge per questa prima parte della bonifica la mancanza delle concrete proposte per quello che si riferisce all' altra parte dei provvedimenti economici ed agrarii. Non si può dubitare che il Governo sentisse doversi i lavori idraulici proposti dalla Commissione compiere ad ogni modo per ottenere un effettivo miglioramento nelle condizioni economiche ed igieniche, che richiedono di redimere il suolo dalle acque che lo impaludano. È però a notarsi che il Ministero dei Lavori Pubblici, da cui dipendono le bonifiche, aveva contemporaneamente studiato un Progetto generale per regolare questa materia, e riempiere la lacuna lasciata dalla Legge sulle Opere Pubbliche. I due progetti contenevano proposte diverse; e questa appare la prima causa che rese dub. bioso il Ministero.

In tale stato di cose si pensò di pubblicare per le stampe anche il Progetto del Ministero dei Lavori Pubblici e diramarlo alle Autorità ed Ufficii tecnici per averne il loro parere. (15 maggio 1873.)

Pare che i giudizii che gli pervennero non fossero d'incoraggiamento a presentarlo alle Camere, se dobbiamo argomentare da un voto, assai pregevole, pure pubblicato dall'ispettore commendatore Majuri, e dal fatto che il Progetto non fece altro cammino. Intanto si rimase anche dal dare corso al progetto della Commissione per l'Agro Romano, malgrado fosse favorito dall'appoggio del Ministero di Agricoltura, onde il senatore Salvagnoli, membro di quella stessa Commissione, pensò di valersi del suo diritto di iniziativa parlamentare presentando il Progetto e obbligando così, con uno zelo lodevolissimo, il Potere legislativo a prendere in serio esame questo importante argomento.

In che differiscono fra loro i due Progetti? Quali furono le considerazioni che condussero alle diverse proposte?

Il Progetto del Ministero parte dal principio che le bonificazioni, per quanto vaste, sono opere d'interesse locale, e quindi deduce le sue disposizioni per le bonifiche da una tale premessa. Non deve quindi la generalità dei cittadini, ossia lo Stato, concorrere nelle relative spese. La sua ingerenza sarà solo direttiva, approvando i lavori e curando che la esecuzione si conformi ai progetti, ed esercitando in genere quella tutela che compete al

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