Per sua cagion ciò ch' ammirar ti face, E purgherò la nebbia che ti fiede. Lo sommo Ben, che solo esso a sè piace, 91 Fece l'uom buono, e a bene, e questo loco Diede per arra a lui d' eterna pace. Per sua diffalta qui dimorò poco; 94 Per sua diffalta in pianto ed in affanno Cambiò onesto riso e dolce gioco. Perchè il turbar, che sotto da sè fanno 97 L'esalazion dell' acqua e della terra, Che quanto posson retro al calor vanno, All' uomo non facesse alcuna guerra, 100 Questo monte salio verso 'l ciel tanto ; E libero n'è d' indi ove si serra. Or, perchè in circuito tutto e quanto 103 L' aer si volge con la prima volta, Se non gli è rotto il cerchio d'alcun canto, In questa altezza, che tutta è disciolta 106 Nell' aer vivo, tal moto percote, E fa sonar la selva perch' è folta; E la percossa pianta tanto puote, 109 Per le salvatiche ombre, disiando Qual di veder, qual di fuggir lo sole, Allor si mosse contra il fiume, andando 7 Su per la riva, ed io pari di lei, Picciol passo con picciol seguitando. Non eran cento tra i suo' passi e i miei, 10 Quando le ripe igualmente dier volta, Per modo ch' a levante mi rendei, Nè ancor fu così nostra via molta, Quando la Donna tutta a me si torse, Dicendo: 'Frate mio, guarda, ed ascolta.' Ed ecco un lustro subito trascorse Da tutte parti per la gran foresta, Tal che di balenar mi mise in forse. Ma perchè il balenar, come vien, resta, 19 E quel durando più e più splendeva, Nel mio pensar dicea: Che cosa è questa?' Ed una melodia dolce correva 13 16 22 Per l'aer luminoso; onde buon zelo Mi fe' riprender l' ardimento d' Eva, Che, là dove ubbidia la terra e il cielo, 25 Femmina sola, e pur testè formata, Non sofferse di star sotto alcun velo; 76 82 Si che li sopra rimanea distinto 85 91 94 Le penne piene d' occhi; e gli occhi d' Argo, Se fosser vivi, sarebber cotali. 97 Rime, lettor; ch'altra spesa mi strigne Tanto, che a questa non posso esser largo. 100 103 Ma leggi Ezechiel, che li dipigne 112 22 25 28 E fior gittando di sopra e dintorno, Manibus o date lilia plenis, Io vidi già nel cominciar del giorno La parte oriental tutta rosata, E l'altro ciel di bel sereno adorno, E la faccia del sol nascere ombrata, Si che per temperanza di vapori L'occhio la sostenea lunga fiata; Così dentro una nuvola di fiori, Che dalle mani angeliche saliva, E ricadea in giù dentro e di fuori, Sopra candido vel cinta d'oliva Donna m' apparve, sotto verde manto, Vestita di color di fiamma viva. E lo spirito mio, che già cotanto Tempo era stato che alla sua presenza Non era di stupor tremando affranto, Senza degli occhi aver più conoscenza, 37 Per occulta virtù che da lei mosse, D'antico amor senti la gran potenza. Tosto che nella vista mi percosse L'alta virtù, che già m' avea trafitto Prima ch' io fuor di puerizia fosse, Volsimi alla sinistra col rispitto 31 34 40 43 49 Col quale il fantolin corre alla mamma, Quando ha paura o quando egli è afflitto, Per dicere a Virgilio: 'Men che dramma 46 Di sangue m' è rimaso che non tremi ; Conosco i segni dell' antica fiamma.' Ma Virgilio n' avea lasciati scemi Di sè, Virgilio dolcissimo patre, Virgilio a cui per mia salute die' mi : Nè quantunque perdè l'antica matre, 52 Valse alle guance nette di rugiada, Che lagrimando non tornassero atre. 'Dante, perchè Virgilio se ne vada, Non pianger anco, non pianger ancora; Chè pianger ti convien per altra spada.' Quasi ammiraglio, che in poppa ed in prora Viene a veder la gente che ministra 59 Per gli altri legni, ed a ben far la incuora, In sulla sponda del carro sinistra, 61 Quando mi volsi al suon del nome mio, Che di necessità qui si registra, Vidi la Donna, che pria m' appario Velata sotto l' angelica festa, 55 64 Drizzar gli occhi ver me di qua dal rio. 19 Da troppa tesa, la sua corda e l'arco, E con men foga l' asta il segno tocca; Si scoppia' io sott' esso grave carco, Fuori sgorgando lagrime e sospiri, E la voce allentò per lo suo varco. Ond' ella a me: 'Per entro i miei disiri, 22 Che ti menavano ad amar lo bene Di là dal qual non è a che si aspiri, Quai fossi attraversati o quai catene Trovasti, per che del passare innanzi Dovessiti così spogliar la spene? E quali agevolezze o quali avanzi 25 28 43 Ciò che confessi, non fora men nota Per la mia morte, qual cosa mortale 52 Tal mi stava io. Ed ella disse: 'Quando 67 70 Di penter si mi punse ivi l' ortica, 85 Che di tutt' altre cose, qual mi torse Più nel suo amor, più mi si fe' nimica. Tanta riconoscenza il cor mi morse, 88 Ch' io caddi vinto, e quale allora femmi, Tratto m' avea nel fiume infino a gola, 94 97 103 La bella Donna nelle braccia aprissi, 100 Abbracciommi la testa, e mi sommerse, Ove convenne ch' io l'acqua inghiottissi; Indi mi tolse, e bagnato mi offerse Dentro alla danza delle quattro belle, E ciascuna del braccio mi coperse. 'Noi siam qui ninfe, e nel ciel siamo stelle; 106 Pria che Beatrice discendesse al mondo, Fummo ordinate a lei per sue ancelle. Menrenti agli occhi suoi; ma nel giocondo 109 Lume ch'è dentro aguzzeranno i tuoi Le tre di là, che miran più profondo.' |