Sayfadaki görseller
PDF
ePub

ne derivano, ed anche riprendere la verace via abbandonata, desiderare il bene, pregare; ma non già iniziare il processo del sacramento rigeneratore che chiamasi penitenza, al quale schiude la via questa seconda grazia, frutto dei meriti del Salvatore.

Dunque il Poeta, che seco avea di quel d'Adamo il fardello cioè delle colpe, giunto a piè della stagliata rôcca sopra cui sta la porta di san Pietro, sente affievolirsi le forze e cade assopito. Allora è sorpreso dal sonno, il sonno che sovente, Anzi che il fatto sia, sa le novelle 1; e in sogno parvegli di vedere un'aquila con penne d'oro che lo rapì fino alla sfera del fuoco da cui sentivasi tutto ardere, sì che l'immaginato incendio fu cagione del suo destarsi. Aquila, e Lucia che portollo mentre dormiva sulla cima dello scoglio, Là dove il Purgatorio ha dritto inizio, sono la stessa cosa, e figurano ambedue la grazia. Le due supposizioni: forse questa fiede - Pur qui per uso, e forse d'altro loco - Disdegna di portarne suso in piede, sono vere entrambe; perocchè la divina grazia disdegna, nelle vie ordinarie, d'insinuarsi nel peccatore e di agevolargli la via della penitenza, se questi non le ha preparato il luogo, coll'inoltrarsi da sè fin dove può menarlo la scuola della filosofia; certo essendo che là comincia la grazia dove finiscono le forze umane.

[blocks in formation]

L'immaginato incendio poi simboleggia il sacro fuoco della carità che investe e rinnovella internamente il peccatore, predisponendolo ad odiare ciò che amava da prima, e viceversa; il che ha luogo allora appunto ch'egli prende la magnanima risoluzione di far passaggio dalla vita mondana del peccato alla cristiana della penitenza. Da ultimo, la similitudine quivi introdotta di Ganimede, tipo della bellezza corporea, rapito da Giove in forma d'aquila al sommo concistoro, significa l'anima del cristiano che, già deposto l'affetto alla colpa e rifatta bella dal desiderio del bene, è sollevata dalla grazia al godimento delle spirituali delizie.

Dopo che Lucia ebbe deposto il Poeta ancora dormente in cima del balzo, mostrò a Virgilio l'entrata al Purgatorio: Poi ella e il sonno ad una se n'andaro.

Virgilio intanto rassicura il suo discepolo che dopo tanto vagare per le torte vie del mondo tenebroso e dopo i tanti incagli incontrati nel salire la costa, è finalmente pervenuto dove ha principio la via di salvazione, ed in procinto di essere ammesso nella Chiesa di Cristo fra il novero dei veri penitenti, dicendo: Non aver tema - Fatti sicur, che noi siamo a buon punto: Non strinTu se' omai al ger, ma rallarga ogni vigore Purgatorio giunto.

A differenza della porta dell' Inferno (o del vizio), per cui si va tra la perduta gente, che

1

è senza serrami e sempre spalancata a ricevere quei malaccorti che ruunt in vetitum nefas, come dice Orazio, quella del Purgatorio (o della riparazione) trovasi chiusa, perchè non a tutti è dato entrare per essa; e noi vedemmo quanto dovesse fare il nostro Poeta prima di giungere al suo limitare, e vedremo l'apparecchio che gli rimane a compiere.

2

Davanti a quella porta sta l'Angelo vicario di san Pietro sotto indumenti di color cenericcio, segnale di penitenza, con in mano la spada della divina giustizia. Dante, colà giunto, sale tre gradini, l'uno candido e terso come specchio, in cui tutto si ravvisa qual era internamente; oscuro, ruvido, arsiccio e fesso il secondo; fiammeggiante come porfido il terzo; e significano, il conoscimento delle proprie colpe, il dolore delle stesse, e l'amor di Dio. Divoto egli si prostra ai santi piedi percuotendosi tre volte il petto, chiedendo misericordia e che gli venga aperto; e il cortese portinaio colla punta della spada gl' imprime sulla fronte sette P, segnali dei sette peccati ch'ei dovrà lavare con lagrime di penitenza ad uno ad uno, Salendo e rigirando la montagna, Che drizza quei che il mondo fece torti. Poi trasse di sotto la veste due chiavi, l'una d'oro figurante l'autorità che deriva da

1 Inf. VIII,

125.

2 Purg. XXI, 54.

Cristo, e l'altra d'argento che adombra la scienza,

dicendo:

........

Quandunque l'una d'este chiavi falla,
Che non si volga dritta per la toppa,
non s'apre questa calla.
Più cara è l'una; ma l'altra vuol troppa
D'arte e d'ingegno avanti che disserri,
Perch'ella è quella che il nodo disgroppa.
Da Pier le tengo; e dissemi ch'io erri
Anzi ad aprir che a tenerla serrata,
Purchè la gente ai piedi mi s'atterri.
Poi pinse l'uscio alla parte sacrata,
Dicendo: Intrate; ma facciovi accorti
Che di fuor torna chi indietro si guata;

con che inculca la perseveranza nella incominciata via, alludendo al detto evangelico, che Chiunque, posto mano all'aratro, si rivolge indietro, non è atto al regno de'cieli. Dante allora valica la soglia adamantina, che significa la saldezza del proponimento, tra il canto del Te Deum e il dolce suono di angelici concenti, il che ci rammenta quell'altro passo del Vangelo: Vi dico che sarà tale il gaudio presso gli Angeli di Dio per un peccatore che torna a penitenza .

S. Luca, IX, 62.

2 Ivi, XV, 10.

[blocks in formation]

Con quest'apparecchio e sotto queste discipline entrato il Poeta per la porta

Che il mal amor dell'anime disusa,
Perchè fa parer dritta la via torta,

viene alla seconda sezione della montagna Là dove il Purgatorio ha dritto inizio, che corrisponde al vestibolo delle chiese cristiane, cioè nel novero dei penitenti, e disponesi a salire, spinto su dagli Angeli che adempiono, come notammo, il ministero proprio de' sacerdoti, pei sette gironi dove si purgano i sette peccati capitali. Posta la dottrina da lui spiegata nel Canto XVII, che

Amor sementa è in noi d'ogni virtute,
E d'ogni operazion che merta pene,

egli distingue le colpe tutte quante in tre categorie; potendo l'amore prevaricare o per male obietto (d'onde nasce la superbia, l'invidia e l'ira

1 Purg. VII, 39.

« ÖncekiDevam »