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❝ è la sostanza; il quale ultimo si definisce la con" versione dell'anima dal lutto e dalla miseria ❝ del peccato allo stato di grazia; Che gli altri ❝ sensi vi entrano solo incidentalmente; Che ❝ il soggetto del Poema è l'uomo infelice, perchè « traviato moralmente e mal governato civilmenute; Che il fine di esso consiste nel rimuovere « quest'uomo dalla doppia miseria in cui versa (fine prossimo), e restituirlo alle due felicità u temporale ed eterna che ne sono il contrapposto ❝ (fine remoto); al che sono indirizzate le due « allegorie, la morale e la politica; Che i ❝ mezzi di cui servesi il Poeta per ottenere codesto fine sono la filosofia personificata nella "podestà temporale o nell' imperatore, e la « teologia personificata nella podestà spirituale « o nel sommo pontefice ».

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Tutto questo noi l'abbiamo appreso dallo stesso Allighieri nella breve esposizione che volle darci del suo poetico lavoro, comparata colle massime da lui professate nel trattato De Monarchia. Ma oltre a ciò si desume con tanta evidenza dal contesto del Poema che, ove pure ci fosse mancato ogni altro sussidio, non sarebbe difficile stabilire gli stessi principj colla sola scorta di quest'ultimo, secondo che mi confido di provare chiaramente nel seguito di quest'opera.

Un'ultima verità deriva naturalmente dalla forma allegorica della Commedia; ed è che nel viaggio misterioso ai tre regni, questi, e gli og

getti materiali distribuiti per essi, e gli animali di diverse forme che vi s'incontrano, e i personaggi introdotti che hanno parte attiva nello sviluppo del dramma, compreso lo stesso Dante, oltre il significato lor proprio che serve al senso letterale, altri ne inchiudono per servire ai sensi allegorici; si veramente che l'Autore (siccome afferma Pietro suo figlio, che nella intenzione di lui doveva trovarsi ben addentro) precede nelle tre parti del Poema, camminando sempre a traverso le figure di cui si circonda verso la meta proposta. Quasi poi temesse che il lettore del Poema sacro, immemore degli ammonimenti contenuti nella precitata Epistola, stesse contento ai pregi esteriori di quello senza curarsi d'altro, lo invita di tanto in tanto anche nello stesso Poema ad ammirare la seconda bellezza celata sotto il velo della parola, dicendo:

O voi che avete gl'intelletti sani,
Mirate alla dottrina che s'asconde
Sotto il velame delli versi strani 1.

E altrove :

Aguzza qui, lettor, ben gli occhi al vero;
Che il velo è ora ben tanto sottile
Certo che il trapassar dentro è leggiero 2.

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E ancora:

Così parlar conviensi al vostro ingegno;
Perocchè solo da sensato apprende

Quel che fa poscia d' intelletto degno 1.

Le quali sentenze non v'ha dubbio che debbonsi applicare non ai soli racconti cui fanno seguito, ma all' intiera Epopea, dove tutto è figurato, tutto simbolico.

Intorno ai principali fra questi simboli, quali sono Dante, Virgilio, Beatrice ed il Veltro, non riuscirà discaro nè inutile al lettore il premettere alquante parole non solo in ordine alla morale allegoria, ma eziandio alla politica, per non tornare altra volta sul medesimo soggetto.

CAPITOLO II.

Dei personaggi allegorici, Dante e Virgilio.

Dante, soggetto della intera Epopea, è il simbolo dell' uom cristiano e cittadino: dell' uomo cioè Che volse i passi suoi per via non vera, Immagini di ben segnando false Che nulla promission rendono intera 2, sì nell'ordine morale che nel politico; il quale ha bisogno di essere rifor

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mato nel costume, raddrizzato nell'arbitrio, perfezionato negli affetti sotto la disciplina della filosofia e della teologia; e perciò governato temporalmente dalla monarchia perfetta cui presiede l'imperatore, e spiritualmente dalla Chiesa cui presiede il sommo gerarca, onde possa conseguire il doppio fine pel quale fu creato, che è la felicità nella presente vita e nella eterna. Convien però distinguere il soggetto dal protagonista della Commedia. In questa, il soggetto è passivo o discente, ovvero è la parte difettosa che dev'essere riformata e recata alla perfezione onde corrisponda all'alta idea del Poeta. Il protagonista invece è la parte attiva o docente che dà moto all'azione, rimuove gli ostacoli, ed è causa efficiente e necessaria acciocchè l'azione stessa raggiunga lo scopo premeditato; di maniera che tutto il merito dell'impresa condotta a felice compimento si ascriva a quest'ultimo.

Basti qui notare una volta per sempre che,

sebbene il Poeta nel suo vasto sistema di morale riforma comprendesse tutta quanta l'umana famiglia, nelle politiche sue allusioni però aveva di mira principalmente l'Italia e il popolo italiano de' suoi tempi; il che fa prova che Dante, più che poeta universale e di tutti i tempi, era il poeta dell'Italia e del suo secolo. Laonde ogni volta che nel presente scritto, trattando del senso politico, applicherò le dottrine dell' Alighieri alla intiera umanità, resta libero al lettore di circo

scriverle, se gli talenta, alla sola Italia e al solo popolo italiano, e viceversa.

Se Dante è il simbolo dell' uomo traviato, Virgilio deputato supernamente a ricondurlo sul buon sentiero, adombra, nel senso morale del Poema, la filosofia o l'umana ragione. Ciò si arguisce manifesto dai titoli e dalle prerogative che gli si attribuiscono in varii luoghi delle prime due Cantiche. Ma chi bramasse di scorgere in un solo tratto rappresentati al vivo i diversi ufficii di questo simbolismo, di fronte all'uomo affascinato dalle ree passioni, consideri attentamente il sogno descritto nel XIX del Purgatorio (v. 7), dove al Poeta apparve in visione la femmina balba Negli occhi guercia e sopra i piè distorta, Con le man monche e di colore scialba; che è quanto dire scompaginata nelle fazioni del corpo, ciò che dinota l'interno scompiglio degli affetti. Tu ravvisi in essa personificata la voluttà, mostro in sè stesso il più abbominando. Ma guai se l'uomo ferma il pensiero sopra di lei! chè allora la fantasia glie lo rappresenta quale oggetto il più attraente. Odasi Dante:

Io la mirava: e, come il sol conforta
Le fredde membra che la notte aggrava,
Così lo sguardo mio le facea scorta
La lingua, e poscia tutta la drizzava
In poco d'ora, e lo smarrito volto,
Come amor vuol, così le colorava.

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